Alberta Bellussi

 

La bellezza di Venezia è seriamente minacciata e i veneziani la stanno abbandonando. Venezia non può reggere questi flussi:  14 milioni di turisti nel 2000, 20 milioni otto anni dopo, oltre 25 milioni oggi. Sono troppi lei non li riesce a reggere è affaticata. Continui sono i workshop, i convegni, le petizioni, i servizi per cercare di trovare una soluzione. Progetti, legge speciale per Venezia, ecc. ecc. non ci sono mai stati progetti coraggiosi e radicali capaci di mettere in sicurezza la sua fragilità e vulnerabilità. Venezia ha sofferto il disamore di chi l’ha ferita fortemente con politiche scorrette e  progetti interminabili e snaturanti. Continua a soffrire le orde di turisti che la invadono quotidianamente. Un ossimoro! E’ la città degli innamorati che si fanno cullare dalle onde lievi sulle note della “Marieta in gondoeta” cantata da un gondoliere a righe bianche e rosse.

 

Venezia dal 1987 è Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. E proprio l’Unesco, quest’estate a Istambul, dopo un’analisi seria e puntuale della situazione della Serenissima ha riconosciuto come reali i rischi per la conservazione della città e della sua laguna e richiede allo Stato italiano entro il primo febbraio del 2017 di presentare un rapporto dettagliato sullo stato di conservazione del sito, chiedendo contestualmente misure urgenti. In mancanza di progressi, l’Unesco prenderà in considerazione di iscrivere il sito nella lista dei siti in pericolo, al pari di luoghi a rischio di essere distrutti da eventi bellici.

 

Uno schiaffo che il governo italiano si spera non voglia subire, correndo finalmente ai ripari con decise misure per la tutela di Venezia e della Laguna. Molti sono gli argomenti da prendere in considerazione e da trattare seriamente: le grandi navi croceristiche; il limite giornaliero del flusso turistico; l’opportunità o meno di un ticket turistico d’entrata;  il contenimento del traffico di grandi navi commerciali in Laguna e dei danni provocati dal Canale dei Petroli;  la rifunzionalizzazione idraulica della Laguna centrale, e una politica di forti incentivi economici a sostegno della residenza e delle attività tradizionali o comunque non legate al turismo. Una nuova Legge Speciale che consideri seriamente tutti questi aspetti che non possono più essere rimandati e che sia fatta di concerto da tutti, accantonando personalismi e interessi perché la posta in gioco è davvero alta.

 

Anche la settimana scorsa c’è stato un importante workshop alla  Fondazione Cini alla presenza di studiosi da tutto il mondo. Una Venezia che non si rassegna a un futuro da città-museo e basta, sempre più vuota di veneziani (sono ormai solo 55 mila), sempre più avviata «a essere una Disneyland, quasi: un luogo privo di anima». Ecco è quell’anima che è solo sua. Quella bellezza che hanno provato a copiare, a clonare ma senza risultato. E’  questo gioiello unico al mondo che deve essere assolutamente salvato e tutelato senza uso di futuro e condizionale.