“Molto rispettosamente mi rivolgo a Sua Santità a causa dell’immensa preoccupazione che mi provoca il Venezuela, un Paese pieno di dolore, paura e disperazione”. In questi termini inizia una lunga lettera che Miguel Henrique Otero, direttore dell’unico giornale d’opposizione rimasto in Venezuela, il ‘Diario El Nacional’ indirizzato al Sommo Pontefice. Da due anni Otero vive esiliato in Spagna, dopo che è stato portato in giudizio solo per aver riportato delle notizie pubblicate sul giornale spagnolo ABC in merito alle indagini sul narco traffico compiute negli Stati Uniti a carico di due nipoti del Presidente Nicolas Maduro (che, tra l’altro, avrebbero dichiarato che trasportavano la droga per ordine del Presidente del Parlamento venezuelano Diosdato Cabello. Inoltre avrebbero coinvolto nell’affare anche il governatore dello Stato di Aragua ed ex ministro degli interni Tareck al Assaimi n.d.r.).

 

Otero è stato ospite a Roma presso la sala stampa estera guidata dal Segretario Generale Roberto Montoya. A organizzare l’incontro è stata, invece, la giornalista spagnola Victoria Cardiel. Nell’illustrare la sua lettera, Otero ha preso spunto dall’attività di intermediazione intrapresa dalla diplomazia vaticana tra il Governo e l’opposizione. Per Otero, la situazione economica e le condizioni reali di vita sono terribilmente peggiorate in Venezuela. Nel frattempo è aumentata le repressione e la persecuzione politica. Il Governo non vuole negoziare, vuole solo dialogare per guadagnare tempo.

 

 

Nella sua lettera il direttore del Diario ha poi denunciato il tentativo sistematico del Governo di Caracas di controllare l’informazione, mentre continua a distruggere il sistema produttivo del Paese e a indebitare lo Stato: un debito che ormai ha raggiunto livelli impensabili. Inoltre, la popolazione vive in un stato di precarietà assoluta e la denutrizione è diventata un fenomeno largamente diffuso. Mancano alimenti, medicine e il Paese si è trasformato in uno dei più pericolosi del mondo sul piano della sicurezza personale (oltre 28 mila uccisioni all’anno).

 

 

Tutto ciò, secondo Otero, è dovuto al regime autoritario e violento del Governo, alla corruzione dilagante, ai legami con il narco traffico, alla mancanza in termini pratici di un sistema giudiziario indipendente. Ed è per questo che la maggior parte del popolo chiede un drastico cambiamento politico e l’allontanamento del Presidente Maduro.

 

 

Per il Direttore, la repressione del governo è ormai durissima, tant’è vero che oltre mille persone sono state arrestate e alcuni uccisi. L’intero Paese è militarizzato. Nel frattempo non è stata riconosciuta l’elezione di alcuni deputati in modo da impedire che si formasse una maggioranza qualificata nell’Assemblea Nazionale. Inoltre, il Tribunale Supremo tende ad abrogare sistematicamente tutte le leggi promulgate dall’Assemblea, oltre a impedire lo svolgimento di un referendum revocatorio del Presidente, nonché le elezioni di nuovi governatori. Infine, sono aumentati considerevolmente i prigionieri politici.

 

A questo punto il direttore Otero informa il Papa delle quattro richieste specifiche dell’opposizione venezuelana:

 

  • libere elezioni;
  • liberazione di tutti i prigionieri politici;
  • riconoscimento dell’Assemblea Nazionale;
  • Accettazione degli aiuti umanitari oggi rifiutati dal Governo Maduro per una questione di prestigio nazionale.

 

Su una domanda precisa di Punto Continenti riguardante il pericolo di una guerra civile e di un susseguente possibile bagno di sangue Otero è stato categorico: “Non credo che si arriverà mai a tanto. Del resto, nella maggior parte dei casi quando crolla una dittatura, non viene ucciso nessuno ma si assiste solo a un fuggi fuggi da parte dei capi.  Ad ogni modo se è vero che una parte dei vertici delle gerarchie militari gode di privilegi ed è strettamente collegata al Governo, le truppe sono fatte da soldati che in famiglia patiscono le stesse sofferenze di tutta la popolazione venezuelana. Questi soldati non spareranno mai sulla gente”.