Foto: sullo sfondo del memorial di Thomas Jefferson a Washington, il Presidente Donald Trump e la statua dell’imperatore romano Traiano. 

 

Il primo atto del nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato quello di limitare gli effetti della già timidissima riforma sanitaria introdotta dall’ex Presidente Barack Obama. Ormai possiamo essere sicuri che l’obiettivo finale della nuova amministrazione americana sarà quello di cancellare definitivamente ogni traccia di assistenza sociale ai più poveri. D’ora in poi ognuno per se, Dio per tutti.

 

Non hai una casa? Non sai come sfamare, vestire e curare i tuoi figli? Come mandarli a scuola? Pazienza. Per una parte dell’elite americana (e non solo) non è compito della Stato e della Comunità sopperire alle tue debolezze, manchevolezze e incapacità di mantenere te e la tua famiglia.

 

Per ironia della storia, lo Stato sociale che il nuovo imperatore americano intende distruggere completamente è stato avviato e organizzato strutturalmente poco meno di due millenni fa da un altro imperatore il cui nome inizia ugualmente per T: parliamo del grande imperatore romano Marco Ulpio Nerva Traiano che ha regnato dal 98 fino alla morte avvenuta nel 117 (esattamente 1900 anni fa).

 

Come viene dettagliatamente ricordato dal giornalista e scrittore Ennio Caretto nel suo libro ‘Il Welfare State nell’Antica Roma’, anche se altre civiltà avevano ideato interessanti forme di Stato sociale (Grecia, Israele, Mesopotamia, Egitto, Cina) sicuramente con Roma l’assistenza pubblica si è trasformata nel corso dei decenni in un sistema ordinato e ben codificato, anche se con tutti i limiti determinati dalla cultura e dalla mentalità del tempo. Ecco qualche esempio:

  • Attraverso il sistema dell’Annona si arrivò a distribuire grano, vino, olio, ungenti, somme di denaro;
  • I figli dei poveri mangiavano a spese dello Stato;
  • Per i figli dei poveri c’erano orfanotrofi e insegnamento gratuito;
  • Nei municipi i poveri venivano assistiti da medici pagati dallo Stato;
  • Negli ospedali pubblici le cure e le operazioni erano gratuite;
  • Si lavorava otto ore al giorno e numerose erano le feste;
  • I collegia rappresentavano le prime forme di sindacato;
  • I soldati avevano un sistema d’istruzione, sanitario e pensionistico avanzatissimo;
  • Sia le terme (in certi orari), sia gli anfietari e luogi di divertimento (in certe zone) erano gratuiti;
  • Molti avvocati fornivano ai propri clienti un’assistenza legale gratuita.

Certo, Roma era un’economia basata essenzialmente sulla schiavitù. Tuttavia è bene ricordare, che solo a Roma gli schiavi potevano coltivare la speranza di diventare un giorno liberi e di assumere posti grande rilievo. Molti degli schiavi vivevano, tra l’altro, con più sicurezze e in condizioni migliori dei poveri.

 

In ogni caso, non pochi dei 7 Bisogni capitali dell’uomo (Nutrirsi; Vestirsi; Un Tetto; Curarsi; Istruirsi; Tutela Legale; Corretta Informazione) venivano soddisfatti meglio sotto gli antichi romani che oggi in Italia e nel mondo. E questo grazie anche al fatto che Roma aveva capito che l’esistenza di uno Stato sociale è nell’interesse di tutti, anche dei ricchi (purtroppo, da questo punto di vista, scarseggiano ovunque ricchi illuminati).

 

Un esempio di questa attenzione per il raggiungimento di un equilibrio generale si è avuto con la scelta di Traiano di creare una specie di banca pubblica che concedeva ai ricchi prestiti a tassi molto agevolati: in compenso, tutti gli interessi andavano a rimpinguare le casse assistenziali dello Stato. Noi invece preferiamo aiutare le banche corrose dalla cattiva gestione piuttosto che utilizzare gli ingenti aiuti pubblici per trasformarli in banche pubbliche a servizio dei cittadini, dell’agricoltura, dell’edilizia popolare, del commercio e di altri settori già sostenuti nell’Antica Roma.

 

In ogni caso quello che è certo è che ancora prima delle scelte economiche, le possibilità di creare in Italia, in Europa e nel mondo un nuovo e forte Stato sociale dipendono dalle iniziative culturali e dalla libera informazione: sono queste, infatti, i veri argini alla cancellazione di ogni forma di assistenza sociale e di abbandono dei poveri al loro destino. La globalizzazione dei mercati e dell’economia non va contrastata con una politica scellerata che punti sul protezionismo e sul nazionalismo: elementi che nella storia dell’umanità sono sempre stati artefici di guerre e miserie. La globalizzazione economica va sostituita, o almeno integrata, da una globalizzazione sociale che preservi i diritti fondamentali di ogni essere umano (una scelta che, tra l’altro, offrirebbe le maggiori prospettive occupazionali). Ebbene, su questo terreno, l’Italia, grazie al suo passato storico e al suo imenso patrimonio culturale, potrebbe giocare un ruolo di primaria importanza nel nuovo contesto internazionale.

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Nota

Per chi fosse interessato alle tematiche sociali promosse dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) suggeriamo di vedere il filmato ‘Il sempre di un Nuovo Stato Sociale’