Foto: sullo sfondo di Sanremo Tony Riggi nel riquadro

 

Chi vi scrive confessa subito di non essere un esperto di musica leggera e di essere consapevole che di norma chiunque rimanga escluso da una competizione si senta in qualche modo ingiustamente danneggiato. Tuttavia ci sono alcune esclusioni che fanno comunque riflettere. E’ il caso di Tony Riggi, cantautore e poliziotto, che è stato escluso dalla prossima edizione del festival di Sanremo. Ma chi è Riggi?

 

Nato a Velletri e residente a Latina (entrambe città del Lazio), per vivere Riggi fa il poliziotto (e già questo sarebbe una bella novità mediatica al Festival) e non è certamente il cantante della domenica. Anzi, è cresciuto in un’autentica famiglia di artisti, ha composto numerose canzoni e ha ricevuto anche diversi premi sia in Italia che all’estero, tra cui il Premio Discografia e il premio Giustizia sociale al Cantagiro 2016. Inoltre, è arrivato secondo al The voice of the world di Malta. Oltre a scrivere (secondo molti esperti) una musica accattivante, Riggi si è distinto soprattutto per suoi testi impegnativi e a forte contenuto sociale. E qui nasce il problema.

 

Secondo il cantautore la sua iscrizione, protocollata con il numero 54, sarebbe stata bocciata dal conduttore del Festival Carlo Conti  proprio perché raccontava una tematica umana e sociale riguardante un rappresentante delle forze dell’ordine. “Certo”, spiega Riggi, “non me lo ha detto in faccia, ma persone che gravitano intorno al Festival mi hanno fatto capire chiaramente che non era il caso di portare a Sanremo una canzone che, per quanto bella, non rientrava nello spirito del Festival”.

 

Tradotto in italiano?

 

Che questo genere di testo non tira discograficamente e rende pesante l’atmosfera. In parole povere, se non scrivi che ‘amore’ fa rima con ‘cuore’ rischi di diventare un elemento di disturbo. .

 

Ma non potrebbe essere che la ragione vera di questa esclusione sia il fatto che sei un poliziotto?

Guardi che non faccio niente di nascosto. La mia lunga attività di cantautore è ben conosciuta dai colleghi e dai superiori che, anzi, mi hanno incoraggiato e visto nella mia attività un modo di avvicinare la gente alle problematiche umane della polizia.

 

Le risulta che il suo sia un caso isolato o anche altri cantanti impegnati hanno avuto problemi?

 

Io partecipo anche a un’altra manifestazione che si chiama la Milano Sanremo della canzone italiana promossa dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate). Ebbene, questa manifestazione privilegia solo i testi a forte contenuto umano e sociale. Ebbene, non mi risulta che qualcuno dei miei colleghi sia riuscito negli ultimi anni ad andare a Sanremo portando un testo impegnativo.

 

Ma forse è vero che i testi un po’ pesanti non rendono discograficamente?

 

A parte che non è così e poi perché non approfittare di una grande vetrina internazionale per richiamare l’attenzione su alcune grandi tematiche sociali? Una volta le canzoni impegnate trovavano il loro spazio a Sanremo. Oggi, forse sull’onda di una dilagante superficialità, bisogna sempre creare un artificiale clima di allegria. Peccato.

 

Ma aldilà della sua bocciatura cosa lei pensa di Sanremo nel suo insieme?

 

Non so se sia arrivato il momento di cambiare radicalmente la sua formula o se sarebbe meglio incentivare la nascita di manifestazioni alternative, possibilmente anche in qualche altra città. So che la REA, ad esempio, propone di trasferire o di creare una nuova manifestazione a Milano. Mi sembra un’idea giusta, soprattutto per tre motivi: la prima perché Milano rimane obiettivamente la capitale europea della musica classica e leggera; secondo perché le strutture organizzative, logistiche e alberghiere di Sanremo sono ormai del tutto inadatte; terzo, infine, perché alcune strutture dell’Expo di Milano potrebbero ospitare benissimo una manifestazione musicale italiana a livello mondiale.

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Riportiamo di seguito il video in cui Tony Riggi parla della sua esclusione.