Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo inviatoci da Manuel Santoro, Segretario Generale di Convergenza Socialista, la nuova formazione politica che si propone di unire e collegare tutti i partiti e movimenti di ispirazione socialista. La visione sociale di CS s’integra e rafforza, insieme ad altri importanti protagonisti della scena politica, il Progetto di costituzione di un nuovo e forte Stato Sociale promosso dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate). Si tratta di un progetto trasversale che si rivolge a tutte le persone (di qualsiasi orientamento politico o filosofico) che ritengono che lo Stato non possa lasciare al loro destino i più deboli e sfortunati.  

 

“In uno Stato civile non ci possono essere cittadini di serie zeta”, commenta Manuel Santoro, Segretario nazionale del partito della Convergenza Socialista, “individui cioè spogliati dei più elementari diritti e mezzi di sostentamento. La crescente povertà, soprattutto quell’estrema, oltre a rappresentare una profonda ingiustizia sociale costituisce un’autentica mina collocata nelle fondamenta dello Stato.”

 

 

“Mentre il PD si accede sugli umori del ‘Compagno Zeta’, noi pensiamo al ‘Cittadino Zeta’, alla ‘Donna Zeta’, poiché abbiamo a cuore il destino del Paese e di tutti gli italiani”, continua Santoro. “Per superare la grave crisi economica occorre lavorare alla creazione, in Italia e in Europa, di un rinnovato welfare, un ‘Nuovo Stato Sociale’ capace di garantire con certezza e fermezza a tutti i cittadini la possibilità di nutrirsi, vestirsi, avere un tetto, curarsi, istruirsi e difendersi legalmente. Trattiamo qui della creazione di una rete di difesa dei diritti dell’uomo che consenta la definizione di una vera e propria impalcatura sociale da incentivare a qualsiasi costo e sacrificio. La priorità delle priorità’. E’ un’esigenza che riguarda tutti e andrà a beneficio di tutti, in termini d’inclusione sociale, capacità di spesa, sicurezza e sviluppo.”

 

 

“Per ‘Stato Sociale’ non intendiamo uno ‘Stato Assistenziale’, caritatevole”, rimarca Santoro. “Per difendere il diritto a una vita dignitosa, lo Stato dovrà tornare ad essere il principale erogatore e controllore dei servizi essenziali, come la sanità, l’istruzione, l’elettricità, il gas, l’acqua, l’ambiente, e via discorrendo. Senza dimenticare la necessità delle necessità: la nazionalizzazione del sistema bancario e il controllo pubblico della politica monetaria.”

 

 

“Il finanziamento del Nuovo Stato Sociale richiederà la creazione di un capitolo di spesa autonomo, identificabile con un Fondo Sociale gestito da una banca pubblica senza finalità di lucro e socialmente utile. Il Fondo Sociale”, continua Santoro, “potrà essere alimentato da un’adeguata valorizzazione del nostro immenso patrimonio storico e archeologico, il più grande del mondo, che oggi frutta pochissimo alle casse dello Stato. Basti ricordare che il museo del Barcellona calcio incassa quasi quanto il Colosseo.”

 

 

“L’utilizzo delle risorse provenienti dal patrimonio culturale e archeologico non va considerato un regalo concesso ai meno abbienti ma un’eredità lasciata a tutti gli italiani, alle presenti e future generazioni, dalle generazioni precedenti. L’introduzione di un Nuovo Stato Sociale, difatti, richiede l’affermazione in larghi strati della popolazione di una nuova impostazione culturale basata sul recupero dei valori sociali. Questo compito, anche in un’ottica di lungo termine, dovrà in buona parte essere assolto dal potenziamento dell’educazione civica nelle scuole.”

 

 

“La priorità di Convergenza Socialista”, conclude Santoro, “è ripensare quindi un ‘Nuovo Stato Sociale’ come processo dinamico, ma non conclusivo, che permetta il miglioramento sostanziale della vita di milioni di uomini e di donne in queste fermate intermedie verso il socialismo.“

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