Foto: nei riquadri Roberto Tumbarello e copertina del libro. 

 

E’ rimasto talmente colpito dall’intervento di una ragazzina a Terracina, piccola località vicino a Roma, che non solo ha pensato di scrivere un libro di memorie dedicato soprattutto ai giovani ma anche di ricordarla all’inizio del volume Viaggio nella vita, con sottotitolo Storia di un grande amore. Eppure, all’Istituto Professionale Filosofi per il Turismo questa raggazzina aveva detto una cosa apparentemente molto semplice: Ti voglio tanto bene. Per Roberto Tumbarello è stata invece una cosa decisamente significativa.

 

“Già il fatto”, dice, “che molti giovani mi vengono ad ascoltare non è scontato. Se poi alla fine una giovane sconosciuta dichiara pubblicamente di volermi bene, allora vuol dire che riesco a trasmettere qualcosa, che le mie esperienze, sia positive che negative, possono risultari utile agli altri, soprattutto a chi ha ancora tutta la vita davanti a sè”.

 

Il libro di Tumbarello, edito dalla Armando Editore, non è comunque un libro solo per i giovani. Al contrario, può interessare persone di qualsiasi età, professione o preparazione culturale. Sono 82 racconti della sua avventurosa vita da giornalista. Alcuni molto spassosi, altri che fanno sicuramente riflettere. Tumbarello racconta, infatti, in un modo accativante e semplice i drammatici anni del dopo guerra, con le sue grandezze e meschinità, con i suoi personaggi che hanno fatto la storia e che lui ha avuto modo di conoscere e tnte persone comuni, che questa storia hanno vissuto, plasmato, gioito e sofferto.

 

Da consumato giornalista, a un certo punto ha preferito lasciare il posto di direttore per fare il semplice cronista (“Nella vita per arrivare autorevolmente sulla cima bisogna aver scalato prima tutti i gradini. Io, invece, per una felice coincideza, mi sono trovato in giovanissima età sulla terrazza di un gratacielo”). Questa svolta gli  ha permesso di occuparsi delle questioni più diverse e contrastanti, dalla cronaca nera alla moda, dai problemi sociali alla vita mondana, dai conflitti armati alle piccole storie di Povincia. Inoltre, ha potuto conoscere personaggi come Arafat, Anna Magnani, Totò, Françoise Sagan, De Sica, Amato, Moro, Walt Disney, il Papa e tanti altri.

 

Nel leggere questo libro, ognuno di questi personaggi, ogni fatto narrato, assume una colorazione diversa rispetto alla descrizione generica e superficiale fatta spesso dalla stampa. E ciò proprio perché Tumbarello ha una spiccata capacità di vedere la grandiosità nei fatti semplici e la piccolezze intrinseche annidate tra i grandi miti. Il libro può piacere o non piacere ma sicuramente non lascia indifferente il lettore.

 

Alla domanda quale è invece il suo rcconto preferito Tumbarello risponde: “Quello con Arafat. Per incontrarlo ho dormito diversi giorni sotto la tenda. Abbiamo parlato moltissimo e mi fa piacere immaginare di aver contribuito alla sua scelta di puntare tutto sulla diplomazia: una scelta che gli ha consentito di ricevere il Nobel per la pace. Alla fine mi ha ringraziato e chiesto quando avremmo iniziato l’intervista: non sapeva che non amo fare domande. Del resto mi aveva già raccontato tutto quello che volevo sapere”. Anche noi non abbiamo altro da chiedere a Tumbarello.

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Nota:

Roberto Tumbarello, giornalista professionista. Medaglia “pro merito” del Consiglio d’Europa, di cui è stato consulente per tanti anni, è esperto in Comunicazione e Diritti umani. È stato redattore e inviato speciale di diversi quotidiani e settimanali a vasta tiratura. Ha chiuso la carriera come direttore del “Giornale di Napoli”

Presentazione del libro. Il libro di Tumbarello verrà presentato a Roma il 24 marzo alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli di Viale Giulio Cesare e il 20 aprile nelle sale di Civitas a Piazza Venezia 11.

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