Foto: a sinistra il moderatore e giornalista Roberto Montoya insieme a Giovan Battista Brunori.
“Solo un Papa con il coraggio di Benedicto XVI avrebbe potuto dimettersi. Il suo obiettivo fondamentale era quello di invitare la società a mettersi in discussione, ben consapevole che il suo gesto non avrebbe riscontrato un coro di applausi. Lui ha voluto gettare un sasso nello stagno per smuovere le acque.”
Lo ha sostenuto Giovan Battista Brunori, giornalista e vaticanista della RAI, nonché autore del libro “Benedetto XVI. Fede e profezia del primo Papa emerito della storia”. L’incontro è stato organizzato in un albergo romano da Mediatrends America, un Osservatorio sull’America Latina.
Per Brunori, Papa Ratzinger “nella lotta contro la pedofilia, ha cambiato il corso degli avvenimenti, sostenendo che la questione fondamentale non era il prestigio della Chiesa, ma le vittime”. Anche per ciò che riguarda lo IOR (l’Istituto per le opere religiose, nella sostanza la Banca Vaticana), “con lui la Chiesa ha deciso di voltare pagina”. Lui è stato un grande riformatore che “ha combattuto la pretesa della società contemporanea, secondo la quale non ci sono convinzioni. Perché è una società liquida, permeato del relativismo “.
“La sua sfida”, ha proseguito Brunori, “era quella di stimolare le domande in una società in rapida evoluzione in cui le persone si adattano al mutare delle situazioni.” Infine, per Brunori, “Quello che è stato un difetto nel pontificato di Ratzinger è stato non avere una Curia forte. Addirittura si è visto costretto a difendere i suoi collaboratori o a chiedere scusa”.