Riportiamo di seguito l’introduzione di Adua Veroni (esperta mondiale nella ricerca di nuovi talenti lirici, nonché moglie del famoso tenore Luciano Pavarotti) al libro biografico su Giuseppe Di Stefano, promosso dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) per le celebrazioni del decimo anno della scomparsa del grande tenore siciliano avvenuta il 3 marzo 2008. Nella foto del 1972, da sinistra Adua Veroni (anche ne riquadro), Luciano Pavarotti e Giuseppe Di Stefano (foto gentilmente concessa dalla Veroni). 

 

Giuseppe Di Stefano: una pietra miliare nel panorama del teatro lirico che, senza nulla voler togliere ad altri tenori suoi illustri predecessori quali Caruso, Gigli e altri, ha portato indiscutibilmente una ventata di modernità nel mondo del canto operistico, unendo a una voce bellissima, di puro argento, una grande espressività e una dizione impeccabile, con un risultato così fondamentale per una migliore  e quindi partecipativa fruizione dell’opera: rapire l’animo dell’ascoltatore, trasmettergli tutto il proprio entusiasmo e renderlo così attore diretto del melodramma.

Ho ricordi indelebili delle occasioni avute di sentirlo, delle tante serate trascorse con mio marito ad ascoltare i suoi dischi: da brividi. Ogni volta l’emozione prendeva il sopravvento. Che voce calda, armoniosa, che impeto, che padronanza del fraseggio e, al tempo stesso, che incredibile natura vocale grazie alla quale ha spaziato senza difficoltà dai ruoli leggeri e quelli drammatici!.

Il mio primo regalo a Luciano fu il disco di Tosca con Pippo e Maria Callas. Aveva da poco intrapreso lo studio del canto e glielo regalai perché dall’ascolto di una voce così ammaliante potesse trarre insegnamento. Successivamente ci furono poi occasioni in cui potemmo trascorrere con Pippo alcune giornate, durante le trasferte, ed entrare così con lui in una conoscenza  più intima. Uomo di una spontaneità e una simpatia immediate.

Ricordo una conversazione, quando ci venne a trovare a Ne York, molto intensa ed interessante su cosa fosse fondamentale per poter essere un cantante: la sua teoria era che più che dello studio ‘accademico’ del canto fossero necessarie altre doti, tutte congenite: qualità della voce, controllo su di essa, espressività e pathos. Teoria che ha fatto molto discutere  ma che, dal suo punto di vista e riferita al suo caso particolare, possiamo dire avesse un certo fondamento.

Da profonda e sincera ammiratrice del Grande Pippo, sono molto orgogliosa e onorata di aver ricevuto nel 2010 il “Premio internazionale Giuseppe Di Stefano”. Premio consegnatomi dall’ex sovrintendente alla Scala di Milano Carlo Fontana nel corso della manifestazione Opera in Piazza di Oderzo. La storia della lirica non può prescindere da ciò che è stato e quello che ha dato Giuseppe Di Stefano e, per fortuna nostra e dei posteri, rimangono le sue incisioni a testimonianza ed esempio della sua grandezza.

Grazie Pippo per esserci stato e per le emozioni che ci hai donato e che spero tu possa continuare a donare, lassù, a chi avrà il privilegio di incontrarti.

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Filmati :

Servizio della REA su OPERA IN PIAZZA GIUSEPPE DI STEFANO, edizione 2016 (Turandot). L’edizione 2017 si svolgerà nei giorni 7 e 8 luglio (Zorba il Greco)

Ultima apparizione di Giuseppe Di Stefano in pubblico a Oderzo