Sin dall’antichità in Giappone culture e confessioni religiose diverse hanno conosciuto una pacifica coesistenza. Si tratta di una delle problematiche che il mondo attuale deve affrontare, nonché di una sfida per la prossima era. Per celebrare il 75mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra il Giappone e il Vaticano si svolgerà, presso il Palazzo della Cancelleria, la rappresentazione delle seguenti opere del Teatro tradizionale giapponese Nō: “Okina” a cura della Scuola Hōshō; “Hagoromo”, a cura delle Scuole Hōshō e Kongō; “Resurrezione di Cristo”, l’unico spettacolo di Teatro Nō della Scuola Hōshō che parla di Cristo. Dal Palazzo della Cancelleria attraverso queste rappresentazioni artistiche si vuole trasmetterea tutto il mondo un messaggio di reciproca comprensione ed accoglienza.

 

Gli spettacoli, in esclusiva europea, saranno in scena, in anteprima nazionale, il 21 Giugno al Teatro Olimpico di Vicenza, e il 23 e 24 Giugno in Vaticano. Noh o Nogaku, indica una forma di rappresentazione teatrale in voga in Giappone dal 14° secolo. Inizialmente si trattava di uno spettacolo in prevalenza musicale con uomini che indossavano maschere al fine di rappresentare ruoli sia maschili che femminili, come avveniva nel teatro shakespeariano.

 

Il Nō “La resurrezione di Cristo” è uno spettacolo di Teatro Nōbasato su un’opera del missionario tedesco Hermann Heuvers, rappresentato nel 1957 da KurōHōshō, della 17ma generazione Hōshō. Nel 1963 è stato riproposto al “Festival della Cultura Cristiana e delle Arti Classiche Giapponesi” come progetto per una rappresentazione Nō dedicata alla religione cristiana.Dopo la morte di Cristo, Maria di Màgdala e Maria di Cleofa si recano in visita alla sua tomba e trovano che è crollata in seguito a un terremoto e che è stata violata. Mentre le due donne piangono alla tragica vista, appare Cristo risorto …. (Dal Vangelo di Giovanni – Gv 20).

 

La  versione più antica di Hagoromorisale all’VIII secolo. Il dramma Nō, tuttavia, mette assieme due diverse leggende: la prima riguarda le origini della danza Suruga, mentre la seconda racconta la discesa di un angelo sulla spiaggia di Udo. Una storia simile si ritrova anche nella raccolta Sou-shen, pubblicata nel 1400, in cui è citato un poema di Nōin risalente all’XI secolo. L’autore del dramma Noh, Hagoromo, è sconosciuto e viene nominato per la prima volta nel 1524, il che fa ritenere che sia stato scritto in un periodo ampiamente successivo a quello di Zeami (1363 circa – 1443 circa), ritenuto il codificatore del teatro Noh. La trama racconta di un pescatore che, una notte, ritrova appeso ad un ramo il magico mantello di piume di una tennin, uno spirito danzante. La tennin lo vede e rivuole il suo mantello, senza il quale non può risalire al cielo. Il pescatore dopo una discussione, accetta di restituirglielo, a patto che lei danzi per lui. Lei accetta, mentre il coro spiega che la danza simboleggia il quotidiano mutare della luna. Alla fine della sua danza la tennin scompare, come una montagna lentamente nascosta dalla nebbia.

 

Anche se talvolta è considerato tale, Okina non è, in realtà, uno spettacolo di Teatro Nō, ma appartiene ad una categoria a sé stante,senza una trama vera e propria. Si tratta, piuttosto, di una rappresentazione rituale in cui gli attori interpretano delle figure divine, che danzano per la pace, la prosperità e la salvezza sulla terra.

Il rituale Okina inizia ancor prima dell’entrata in scena. L’interprete di Okina deve purificarsi per un certo tempo prima di dare inizio alla rappresentazione, preparando il suo corpo e la sua mente. Talvolta, il giorno della rappresentazione, uno shimenawa (una corda sacra di paglia di riso) è collocata sopra il palcoscenico per purificare il luogo. L’altare viene collocato nel kagami-no-ma (“sala dello specchio” o antisala). Tra le offerte che vengono presentate ci sono il men-bako (il baule delle maschere) che contiene le maschere usate per la rappresentazione e il sake che viene offerto all’altare ed usato per il rituale. Diversamente dagli altri spettacoli, Okina ha l’atmosfera tipica di un rito sacro: una volta iniziata la rappresentazione il pubblico non può più entrare o uscire dalla sala e diviene testimone di una cerimonia che lo introduce in un’atmosfera mistica e sacrale.

 

Gli interpreti 

KazufusaHōshō è il ventesimo Sōke, ovvero il legittimo e unico erede della scuola Hōsho, che tramanda la tradizione dal XV secolo. Nato nel 1986, studia sotto la guida del padre Fusateru e del nonno FusaoHōshō. Debutta nel 1991 interpretando il ruolo di bambino in Seioubo. Nel 1995 si esibisce come protagonista in Iwafune. Da allora ha interpretato opere come Sagi, Shakkyō, Dōjōji, Okina, Midare, Takasago, Hagoromo, Natorino, Roujo, Dai.  Nel 2008, dopo la laurea presso l’Università Statale delle Arti di Tokyo, assume il titolo di capofamiglia. Attualmente è il direttore esecutivo dell’Associazione Hōshō, il regista e supervisore dell’Associazione Teatro Nō “Wa no Kai”. Ha partecipato a Milano Expo 2015 e, l’anno seguente, in occasione dei 150 anni dei rapporti di amicizia e commercio tra Italia e Giappone, ha presentato alla Triennale,  Japan Orfeo.

Tatsunori Kongo, nato nel 1988 a Kyoto, è il primo figlio del HisanoriKongoh, il ventiseiesimo Sōke della scuola Kongoh. Studia sotto la guida del padre Hisanori e del nonno KongohIwao II. Debutta all’età di 5 anni nel spettacolo di Shojo e interpreta il suo primo ruolo di shite a 10 anni nello spettacolo Iwafune. Da allora ha interpretato opere come Sumiyoshimoude, Shakkyō, Sagi, Okina, Midare, Dōjōji, Mochiduki, in tourneé in numerosi paesi, tra cui Spagna, Portogallo e Russia. Laureato in LettereallaDoshisha University, insegnaalla Kyoto City University of Arts, Research Center for Japanese Traditional Music. È il direttore esecutivo dell’Associazione KongohNogakudou.

SengorōShigeyama è nato nel 1972. Primo figlio di SensakuShigeyama V. Ha debuttato a 4 anni come “shite” in Iroha. Ha poi interpretato ruoli in Sanbasō, Tsurigitsune, Hanako, Tanuki-no Hardutsumi. Ha prodotto in passato diversi spettacoli di giovani attori nō, ed è attivamente impegnato nella diffusione non solo del nō, ma anche del “kyogen”, altra forma del teatro tradizionale giapponese, paragonabile alla commedia di costume. Continua a sostenere e produrre progetti con giovani artisti, anche in collaborazione con il fratello, ShigeruShigeyama. Collabora inoltre con il “rakugo” (narratore) Yonekichi Katsura per il progetto “Waraenaikai”, con lo scopo di intercettare e raggiungere un nuovo tipo di pubblico. Nel 2016 ha assunto il suo nome d’arte, SengorōShigeyama XIV. 

 23 Giugno 2017 in Vaticano.

Hagoromo

Dea (Shite – attore principale): TatsunoriKongō

Pescatore Hakuryo (Waki – attore comprimario): Hiroshi Obinata

Nōkan (flauto): RyuichiOnodera

Ōtsuzumi (grande tamburo a clessidra): MitsuoYasufuku

Kotsuzumi (piccolo tamburo a clessidra): AtsushiUeda, YoshiakiIitomi, Kazuto Shimizu

Taiko (tamburo): Akira Sawada

Canto / Kōken: TakashiTakeda, ManjiroTatsumi, SatoshiNozuki, KentaroOgura, TakayukiKanamori, TakashiKawase, KazumaTatsumi, KenrōKanai, TatsushigeUdaka (Scuola Kongō)

24 Giugno 2017 in Vaticano.

Resurrezione di Cristo

Cristo: KazufusaHōshō

Mary Magdalene: SotaroWaku

La madre di Jacob: HajimeTazaki

Angelo della voce:Isa Takeda

23 e 24 Giugno 2017

OKINA

Okina (Shite – attore principale): KazufusaHōshō

Senzai: SotarōWaku

Sanba-sō: SengorōShigeyama

Portatore di maschere: TatsuyaIguchi

Koken: HiromiShimada

Direttore di Scena: NobuharuSawai,(mihoproject co.)

Direttore d’Allestimento: KenichiNomura, (mihoproject co.)

Coordinamento per il tour: mihoprojectco.,ltd.