Foto: il pubblico di Opera in Piazza; nel riquadro la nota ballerina Carla Fracci con il microfono, la Patella e il regista Beppe Menegatti, marito della Fracci.

 

Gli ingredienti sono essenzialmente tre: primo, una suggestiva e operosa località a 50 km. da Venezia; secondo, la magia della lirica; terzo, l’impegno di una straordinaria coppia di artisti. Parliamo di Oderzo in provincia di Treviso; di Opera in Piazza (uno spettacolo che si ripete da oltre 25 anni) e di Maria Grazia Patella (soprano e Presidente dell’Associazione culturale Oder Atto II), sposata con Miro Solman, tenore di livello internazionale. Insieme questi due artisti hanno fatto qualcosa di straordinario, coinvolgendo il Teatro nazionale di Maribor (Slovenia) e la Fondazione Arena di Verona. Il risultato è che ogni anno nel mese di luglio vengono organizzati 2 o 3 spettacoli che oltre ad attirare turisti da vari Paesi si collocano ormai al top delle manifestazioni liriche estive, senza temere confronti, ad esempio, con il teatro di Caracalla a Roma o l’Arena di Verona.

 

Quest’anno Opera in Piazza ha presentato un famosissimo balletto: Zorba il Greco, musicata da Mikis Theodorakis. Poco prima dell’inizio dello spettacolo abbiamo incontrato la vera anima della manifestazione: Maria Grazia Patella. Affianco al marito, il direttore artistico Miro Solman, la Patella è diventata un vero personaggio del mondo musicale, riuscendo con il suo particolare modo di fare a risolvere tanti problemi e a superare i numerosi ostacoli che la burocrazia italiana normalmente frappone a ogni buona iniziativa privata.

 

Signora Patella, ci racconti in estrema sintesi la storia di Opera in Piazza? 

 

Opera in Piazza è nata nel 1991 con la trasferta per la prima volta nella storia di un teatro sloveno da noi. Insieme abbiamo fatto la Traviata. Nel ’93 abbiamo inaugurato la Piazza Nuova di Oderzo con il Nabucco di Verdi. Dopodiché sono trascorsi 27 anni durante i quali il festival è cresciuto notevolmente. Dal 2008, poi, è diventato Opera in Piazza Giuseppe Di Stefano per volontà della moglie Monica Kurth Di Stefano che è la nostra madrina.  

 

Per la cronaca, l’ultima apparizione pubblica di Di Stefano (dotato secondo molti della più bella voce della storia della lirica)  è stata proprio a Opera in Piazza di Oderzo nel 2004, alla vigilia del suo viaggio in Kenya a Diany, dove lui e la moglie sono stati assaliti da un gruppo di balordi. Di Stefano venne colpito da un terribile pugno che lo lasciò in uno stato di semi coscienza fino alla sua morte, avvenuta il 3 marzo del 2008. Ma torniamo alla Patella.

 

Siete soddisfatti del risultati raggiunti?

 

Siamo arrivati a un livello qualitativo eccellente. Abbiamo collaborato, ad esempio,  con la fondazione Arena di Verona per l’allestimento di una splendida Aida,  con una Piramide alta 27 metri e scenografie prime di Ettore Fagiuoli del 1913. Quest’anno abbiamo sostituito l’Opera con un balletto in chiave moderna: parliamo di Zorba il Greco. La madrina di questo avvenimento è stata la grande

étoile Carla Fracci che è rimasta entusiasta della qualità dell’evento ed è rimasta fortemente impressionata anche da un fatto molto particolare: il ballerino che interpretava la parte di John è stato un giovanissimo artista giapponese Yuya  Omaki che in tre giorni ha imparato il ruolo di John perché il titolare  Anton Bogov ha avuto un incidente a un piede. Straordinario.

 

E per il futuro?

 

Abbiamo tantissimi progetti molto importanti. L’obiettivo è di portare qui un personaggio di fama internazionale: un personaggio che ci deve aiutare a ricordare, nel decimo anno della sua scomparsa, la voce più bella del mondo, quella di Giuseppe Di Stefano.

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Vedere il video sulla Storia di Opera in Piazza

https://www.youtube.com/watch?v=lbkbtTWtZWE