Foto: sullo sfondo di una manifestazione Marinellys Tremamunno con il suo libro

 

C’è chi l’ha definita la Giovanna D’Arco del Venezuela. In verità si tratta di un paragone un tantino esagerato. Ma non v’è dubbio che Marinellys Tremamunno, giornalista televisiva residente a Roma (lavora per una televisione messicana e collabora con pubblicazioni vaticaniste) sta ormai calamitando l’attenzione di tutta l’opposizione venezuelana in Italia. Quasi ogni giorno la troviamo da qualche parte, presente in qualche manifestazione, in qualche stazione di radio e tv, sui giornali, a spiegare le sofferenze che in questo momento sta subendo il suo popolo. E ora è uscito anche con un suo libro esplosivo: Venezuela, il crollo di una rivoluzione (edito da Arcoiris).

 

 

Sono 245  pagine suddivise in sei capitoli che raccolgono buona parte dell’impegno della Tremamunno: articoli, interviste, raccolte di informazioni, interventi di importanti personaggi politici e della società, nonché da una serie di vignette firmate da Fernando Pinilla. In estrema sintesi possiamo dire che gli scopi principali della Tremamunno sono: smontare il mito del ex presidente Ugo Chavez, che aveva conquistato gran parte delle simpatie della sinistra latino americana ed europea; spiegare le ragioni per cui un Paese che galleggia sul petrolio oggi si trova alla fame endemica; illustrare i limiti e la pericolosità dell’attuale Presidente Nicolas Maduro; descrivere il ruolo di Cuba; parlare dei militari venezuelani che rischiano, a oltre mezzo secolo di distanza, di ripetere le ‘gesta’ dei militari cileni e argentini durante gli anni più bui della dittatura; commentare il ruolo della chiesa che, forse, un po’ ingenuamente, ancora che crede che sia possibile dialogare con il Governo. La Tremamunno non manca poi di disegnare alcuni possibili scenari futuri, tra cui quello terribile della guerra civile (che per certi versi è già in corso).

 

 

Leggere il libro della Tremamunno è quasi un dovere, anche per rispetto dei numerosissimi italiani che vivono in questo grande paese e che stanno anch’essi pagando un prezzo notevole (a volte con la vita) per questa terribile crisi condita da caos, incremento esponenziale della criminalità, commistione con i narcotrafficanti,  corruzione a livelli mai immaginabili.

 

 

Certo, la Tremamunno è di parte, e questo va a suo merito. A differenza di tanti altri colleghi che pontificano indossando dietro il computer una finta veste di neutralità, le ci mette la faccia, lei rischia in proprio e per i suoi cari oltreoceano.  Lasciamo quindi a lei anche la spiegazione del perché ha scritto questo libro, nella speranza che esso possa in qualche modo dare un contributo alla soluzione di una via pacifica del problema: altrimenti dovremmo tutti sentirci un po’ responsabili. Ma ecco la conclusione del libro scritto dalla Tremamunno:

 

 

Sicuramente questo libro non è un compendio metodologico, nemmeno scientifico, sul crollo della rivoluzione venezuelana, ma è una vera testimonianza raccontata dai protagonisti. Quel Paese esempio di democrazia e di progresso dell’America Latina è finito nel baratro: ecco a cosa ci ha portato la megalomania di Hugo Chávez, arrivato al potere grazie alla propaganda contro il sistema e contro la corruzione. Il risultato? La distruzione di una intera nazione in nome del Socialismo del XXI Secolo. Questa realtà, violenta quanto ingiustificabile, invoca una presa di coscienza. La grande minaccia dei nostri tempi  è il populismo. L’esperienza del Venezuela deve servire per lanciare un allarme, per evitare che la storia possa ripetersi ad altre latitudini.

 

Nota: Vedere il video: Venezuela, giornalisti sotto il tiro.