Foto: Nel riquadro Rosana Botana sullo sfondo della famosa strada Caminito nel ‘quartiere italiano’ di Buenos Aires 

 

Rosana Angelica Botana vive da oltre quindici anni in Argentina. Laureata in Scienze Politiche (Post Laurea in Giurisprudenza all’Università di Buenos Aires.) è Consigliere del Comitato degli Italiani all’ Estero dal 2015. Docente in Sociologia, Economia e Scienze Politiche fino al 1995 è stata Consulente al Senato della Repubblica Argentina (dal 1989 al 2000 nelle Comissioni di Difesa e Sicurezza Interna). Nel 2015 è stata eletta nel Consiglio del Comitato degli Italiani all’Estero (COM.IT.ES) per la circoscrizione Buenos Aires. Con questo risultato ha realizzato uno dei suoi grandi sogni, cioè di rappresentare i nostri connazionali nei loro bisogni di sviluppo sociale, culturale e di tutela della salute, della partecipazione dei giovani e delle donne alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero. Ha collaborato nella redazione della legge per l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole pubbliche. Da dieci anni svolge la funzione di controllo nella gestione dei programmi di governo nella Città di Buenos Aires, oltre ad essere Presidente di ‘Donne in Azione, donne per una nuova politica’ e responsabile del Centro Stampa Sociale di Buenos Aires patrocinato dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate).  

 

I diritti politici dei cittadini italiani residenti all’estero è un coltello a doppia lama che può mettere in crisi in ogni elezione politica e in ogni consultazione la governabilità dell’interno del paese, mettendo in bilico un intero sistema e la sua governance. E’ veramente triste che un diritto politico sia stato cosi mal trattato e poco rispettato. Come in Italia, anche in Argentina se dice fatta la legge trovato l’inganno. In Sudamerica, si sa, le elezioni con voto per posta non sono sottoposte a un vero controllo. Ciò ha spinto il Tribunale di Venezia a sostenere che le condizioni di voto all’estero non sono certamente né trasparenti, né segrete, né universali come previsto dalla legge. Quindi non rispettano il principio di uguaglianza fra un cittadino residente in patria e uno residente all’ estero.

 

Proseguire con la modalità del voto per posta è un modo per alimentare la corruzione (attraverso i cacciatori di plichi, il pizzo agli uffici postale, lo scambio di voti, le buste gemelle che vengono scambiate, la sostituzione delle urne) che si è creata intorno a questo diritto. Il voto all’ estero è una legge di favore che non ha portato benefici all’Italia, né economicamente, né politicamente. Inoltre, non ha migliorato qualitativamente la vita degli italiani all’estero. Anzi, abbiamo peggiorato il nostro legame con l’Italia, facendo crescere la spesa pubblica senza lasciare un chiaro beneficio al sistema Paese. Si tratta di una legge naif che dà potere a gruppi legati alla mala vita della nostra comunità estera. Insomma, la Legge Tremaglia crea una sorte di corruzione internazionale per truffare lo Stato italiano. La Circoscrizione estero costa mezzo milione al mese all’erario pubblico italiano. Soldi che nemmeno sfiorano la comunità italiana all’ estero, sempre più isolata dal Sistema Italia.

 

La politica è una cosa seria che non si può improvvisare, né si può lasciare a improvvisati. Molti degli attuali candidati non hanno avuto un adeguato percorso scolastico né in Italia, né all’ estero. A volte non parlano nemmeno l’italiano. Questo è il lato oscuro della dirigenza italiana in Sudamerica. Gente che non è idonea a rappresentare l’Italia. Sostenere il voto all’ estero servirà a mantenere l’illusione di una fasulla uguaglianza. Più che il voto noi italiani avremmo bisogno di avere un buon sistema Consolare. Anche senza il voto vogliamo essere cittadini di prima classe e ben assistiti dai nostri Consolati.

 

La rete Consolare si trova sempre in deficit nei confronti delle domande di assistenza alle pratiche. Non è colpa del personale ma della politica che ha interesse a perpetuare questa situazione. Quando si blocca la possibilità di accesso a fare le pratiche cresce il mercato nero delle precedenze. Questa è una regola d’ oro della burocrazia mondiale. Superare le irregolarità, economizzare nella gestione estera e abbassare i costi della politica in Italia renderanno superflua la legge Tremaglia. Speriamo che il Tribunale di Venezia valuti la possibilità di abolire questa cattiva legge per il bene comune dell’ Italia.

Per contattare la Rosana Botana:

botana.comitesbuenosaires@gmail.com

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