Foto: San Cataldo. Nel riquadro: Vincenzo Giordano. 

 

Negli ambienti del cinema e della televisione lo definiscono l’anti Divo. In effetti, Vincenzo Giordano, attore di cinema, teatro e TV, originario di San Cataldo (provincia di Caltanissetta) è di carattere molto timido e introverso. A differenza di tanti colleghi, non ama parlare di sé, raramente concede delle interviste, certamente non sgomita mai. Eppure si sta affermando in un mondo estremamente competitivo grazie al suo impegno professionale e alla sua capacità di ‘bucare lo schermo’.  Tra i suoi ultimi lavori figurano Squadra Antimafia 5” e “La Narcotici 2”. Inoltre è stato scelto per la fiction “Non è stato mio figlio” su canale 5 con Gabriel Garko e “L’Onore e il Rispetto”. Il suo ultimo lavoro riguarda la fiction prodotta da Mediaset “Furore 2”, andata recentemente in onda su canale 5 e che ha registrato un notevole successo. Ma chi è nella realtà questo personaggio misterioso che, secondo molti critici, presto (volente o nolente) farà parlare molto di sé.  Con molta fatica siamo riusciti ‘a scavare’ nel suo passato.

 

Come fa una persona così introversa come lei a diventare attore?

 

Diciamo che tutto è nato un po’ per gioco e un po’ per passione. Da bambino mi piaceva esibirmi sul palco del piccolo teatro dell’oratorio di San Cataldo, il mio paese che amo profondamente.

 

Quale influenza ha avuto, invece, sul suo carattere l’ambiente familiare?

 

Sono cresciuto in una famiglia umile di 9 fratelli, padre minatore e madre casalinga. Sin da bambino ho imparato ad apprezzare il valore di tutte le cose che mi circondavano, dal piccolo giocattolo ai modesti successi che gradualmente hanno accompagnato la mia vita. In ogni caso ho dei ricordi bellissimi, mia madre e mio padre sono stati dei maestri di vita straordinari, mi hanno insegnato il rispetto, il dialogo e ad affrontare serenamente le difficoltà della vita. Ho vissuto in una famiglia umile in cui ogni condivisione era una gioia, quei pochi giocattoli che mio padre poteva permettersi di comprarmi, li custodivo come un tesoro, perché per me rappresentavano l’amore dei miei genitori e i sacrifici che per me ogni giorno facevano.

 

Parliamo di una nota dolente. Suo padre ha subito una morte prematura, vi ha lasciato a 51 anni quando lei era solo un adolescente, come ha vissuto questa perdita?

 

Per una famiglia monoreddito come la nostra è stato un duro colpo ma devo dire che, grazie alla straordinaria forza di mia madre, siamo riusciti, insieme ai miei fratelli, a guardare avanti, a rimboccarci le maniche e a mettere in atto i grandi insegnamenti di forza, onestà e umiltà che mio padre ci aveva lasciato. Devo dire grazie alla mia famiglia se oggi sono qui e se ce l’ho fatta con le mie forze.

 

Il lavoro l’ha portata lontano dalla sua terra che negli anni ha dovuto far fronte a diversi problemi, parliamo soprattutto degli anni bui in cui la mafia aveva il controllo totale del territorio. Solo dopo gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino la Sicilia riesce a ribellarsi e dire basta segnando finalmente la sua rinascita. Oggi si trova ad affrontare una nuova emergenza, quella degli sbarchi clandestini, cosa pensa che accadrà in Sicilia nel prossimo futuro? Come pensa che reagirà la gente?

 

La Sicilia è sempre stata una terra pronta all’accoglienza e lo sta dimostrando soprattutto oggi accogliendo e salvando la vita a migliaia di persone che scappano dalla fame e dalla miseria. Quello che si chiede non solo in Sicilia ma in Italia è di attuare un programma in grado non solo di accogliere ma soprattutto di garantire a questa gente una vita dignitosa nel nostro paese. I problemi oggi nascono dalla mancanza di un piano reale per il controllo e la gestione degli immigrati che inevitabilmente sfocia, come stiamo assistendo, in episodi di violenza brutale. Spesso si parla di razzismo nei confronti degli stranieri e addirittura del ritorno del fascismo, la verità è che questi termini sono il frutto di una strumentalizzazione politica attuata per dirottare l’attenzione verso problemi inesistenti e scaricarne le responsabilità.

 

I risultati delle ultime elezioni in Sicilia hanno confermato la volontà di attuare una riforma drastica rispetto ai vecchi schemi politici, come vede questo cambiamento?

 

Sicuramente ci troviamo in un periodo storico particolarmente difficile in cui è necessario rendersi conto che l’attuale sistema politico non funziona più perché ci troviamo difronte ad una realtà completamente diversa rispetto a quella di 50 anni fa, con problemi che hanno bisogno di soluzioni urgenti e concrete da parte del governo centrale. Io amo l’Italia e amo la mia Sicilia, esorto tutti i giovani a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, a continuare a lottare sempre per i propri ideali e per la conservazione delle proprie origini.

 

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