Foto: nel riquadro Giuseppe Gallingani

 

Non è semplice intervistare il Prof. Giuseppe Gallingani, autentico vulcano di idee, progetti e iniziative. Oltre ad essere Vice Presidente della Confassimpresa (la Confederazione delle sedi autonome di ASSIMPRESA), Gallingani svolge anche un’intensa attività di consulente di aziende pubbliche e private che spaziano dalle energie rinnovabili all’agricoltura, dal turismo alla promozione di eventi, ecc. Abbiamo quindi deciso di limitarci a sentire il suo autorevole parere su alcune tematiche che riguardano direttamente il progetto di costituzione di un nuovo ed efficiente Stato Sociale promosso dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate). Ecco cosa ci ha detto. 

 

Lei crede molto nell’innovazione tecnologica come fattore determinante per rendere le nostre imprese, anche di piccole e medie dimensioni, competitive sui mercati internazionali e quindi in grado di garantire e creare nuovi sbocchi di lavoro. Tuttavia, è stato calcolato che nei prossimi decenni il 50% di tutti i lavori saranno realizzati dai robot e dall’intelligenza artificiale. Quindi, rischiamo di avere la metà dell’umanità disoccupata. Lei condivide questa preoccupazione?

 

La persona deve sempre essere al centro.  Il paradigma classico e inamovibile è: Natura, uomo, intuizione. L’ultima testimonianza se serviva, seppure macabra, l’uccisione di un pedone da parte di un’auto a guida automa. L’Uomo al centro, la tecnologia deve essere agevolativa e neanche troppo. Sono contro ogni forma di rincoglionimento, quindi, la tecnologia deve agevolare il Ben’essere o Bendessere (secondo il noto Vittorino Andreoli) e  stimolare il lusso ‘interiore’, ovvero, il lusso funzionale dello star bene dentro.

 

In diverse parti del mondo si sta studiando e sperimentando l’introduzione di un Reddito Universale di Base auspicato dal filosofo, economista e giurista belga Philippe Van Parijs. Si tratterebbe di una delle soluzioni in grado di garantire una vita dignitosa a tutti e di evitare le possibili conseguenze catastrofiche di una disoccupazione di massa. Lei cosa ne pensa? 

 

L’ Uomo nasce per migliorarsi fin dalla notte dei tempi. Il principio inclusivo è contenuto anche nella nuova economia comportamentale elaborata da Richard Thaler (Nobel 2017). Si tratta di un principio prezioso sul piano civile. Occorre inserirsi in un contesto che i professori Chan Kim e Renée Mauborgne hanno chiamato Oceano Blu: cioè, uno spazio di mercato inesplorato che si distingue dall’Oceano Rosso, gli oceani insanguinati dove nuotano gli squali della concorrenza. L’Oceano Blu pur non essendo competitivo stimola la meritocrazia e la volontà di migliorarsi.

 

Lei crede che dalla storia, dall’arte, dalla cultura e dall’archeologia italiana possano arrivare i fondi necessari per creare un nuovo ed efficiente Stato Sociale in Italia?  

 

Innanzitutto credo che Roma Caput Mundi meriti un Ministero con portafoglio di arte, cultura e archeologia. La risposta è assolutamente sì, nel senso che quando l’Europa avrà trovato il senno si accorgerà che paradossalmente il mondo sta ritornando a girare sul Mediterraneo, soprattutto per arte, cultura, spiritualità.

 

Lei ama parlare di Lusso Francescano e della ricchezza dei valori interiori. Cosa pensa dell’idea che stiamo andando incontro a una doppia economia: da un lato continueremo ad avere un’economia competitiva basata essenzialmente sul profitto e dall’altro un’economia essenzialista o della condivisione, come ama chiamarla il politologo americano Jeremy Rifkin. Due economie che potrebbero perfettamente convivere. 

 

Armonia, natura, uomo: possono perfettamente convivere con l’aiuto della tecnologia e della circolazione delle informazioni. Le convenzioni della vita vanno contrattate con un gioco di squadra nel benessere collettivo. Occorre riequilibrare l’economia finanziaria e l’economia reale. In questo quadro l’economia comportamentale può essere la giusta mediazione culturale.

 

Un altro fenomeno che sta caratterizzando la nostra società è il numero esponenziale single, di divorziati, di persone che vivono sole ma che vorrebbero tanto convivere in piccoli villaggi fatti da amici veri e fidati. Lei ha affrontato questo tema creando l’associazione per la sussidiarietà abitativa. Ci può illustrare questa esperienza? 

 

Quale Direttore del Comitato scientifico di una Social Housing Milanese seguo il fenomeno dagli anni ’80. In particolare la polverizzazione della famiglia tradizionale che richiede risposte di sistema. Da parte nostra abbiamo cercato di corrispondere in modo etico e in buona prassi, recuperando nella massima parte aree adibite ad altri usi per creare strutture di ospitalità che hanno nella genetica la socialità. Le persone devono star bene insieme partendo dall’assunto che l’uomo è un animale sociale.

 

Ci parli, infine, del suo progetto intitolato ‘Turismo Medicale Transnazionale’.

 

Trattasi di una direttiva UE, la 24 /2011, convertita in legge in Italia da una legge del Presidente della Repubblica nel 2013. La Schengen della Sanità rappresenta una grande opportunità per le strutture alberghiere e recettive consentendo, in genere, una destagionalizzazione naturale. Grazie al suo clima ameno l’Italia si presenta come alveo naturale del nord Europa. L’iniziativa è favorita dal fatto che la persona è finanziata per la parte primaria dal paese d’origine e, quindi, deve solo aggiungere o gli optional della stella in più in albergo e /o degli sfizi. Questa mobilitazione agevola una nuova pianificazione sistemica che consente anche di recuperare strutture in stand by. Importante nella nostra filosofia universale è ottimizzare e semplificare.

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