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Nell’ambito del Progetto inteso a favorire la nascita di un nuovo ed efficiente Stato Sociale la REA (Radiotelevisioni Europee Associate) si propone di seguire e valorizzare giornalisticamente le scelte economiche compiute dalle imprese e dai singoli imprenditori che, anche se fatte a fini di lucro, hanno dei risvolti positivi e utili per la società. E questo per una ragione molto semplice. In un’era in cui assistiamo al sopravvento delle multinazionali, delle public company, delle grandi aziende internazionali senza volto, bandiera o nazionalità, diventa fondamentale scoprire la natura umana e la sensibilità del singolo capo azienda rispetto alle problematiche sociali che, ormai, hanno assunto una dimensione planetaria. Spieghiamoci meglio.

 

Il buon affare deve essere anche un affare buono. Secondo molti esperti, scienziati, studiosi, sociologi, nei prossimi decenni le nuove tecnologie (robot, sistemi di automazione, intelligenza artificiale) assorbiranno oltre il 50% del lavoro umano. Tutto ciò rischia di condurre l’intera società verso un burrone collettivo fatto da fame endemica, emigrazioni di massa, guerre di religioni, terrorismo, iperconcentrazione del potere economico e mediatico, prevaricazione della piccola e grande criminalità organizzata. Per fortuna cresce anche il numero degli imprenditori consapevoli che non basta più inseguire il “buon affare” ma è necessario che il frutto della propria scelta sia anche un ‘affare buono’ per la società vista nel suo insieme. A che serve, infatti, produrre sempre di più se contemporaneamente assistiamo a una costante e diffusa riduzione del potere d’acquisto dei cittadini? Il rischio è che a breve e medio termine lo stock di invenduto raggiunga livelli colossali.

 

Detto ciò, sappiamo anche che non è cosa semplice produrre con un occhio attento al sociale, al rispetto dell’ambiente, alla salute, al benessere fisico e spirituale. Da un ‘buon imprenditore’ la maggior parte degli azionisti, dei collaboratori e delle persone collegate alle singole società s’aspettano una cosa sola: la massimizzazione del profitto. ‘Non siamo un ente di beneficenza’, amano ripetere pedissequamente.  “Al sociale ci debbono pensare gli altri, il governo, gli enti caritatevoli, gli organismi preposti”.

 

Ecco perché diventa importante valorizzare le scelte imprenditoriali che oltre ad essere profittevoli presentano anche dei risvolti realmente utili alla società. In che modo? Attraverso incontri, interviste, articoli, filmati e libri dedicati a rendere noto al grande pubblico la vita sia degli imprenditori che delle aziende. E sarà proprio questa una delle attività che la REA intende mettere in campo per agevolare la nascita di un nuovo ed efficiente Stato Sociale.

 

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