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Foto: l’Ambasciatore Emerito del Cile Fernando Ayala / a sinistra) insieme al giornalista peruviano e moderatore Roberto Montoya 

 

Il Consigliere speciale del Partenariato sud-sud della FAO, Fernando Ayala (Ambasciatore emerito del Cile), in un incontro organizzato a Roma da Mediatrends América presso l’hotel NH Giustiniani, si è soffermato sul tema Il cambiamento climatico ed energetico in America Latina. Moderato dal giornalista peruviano Roberto Montoya, l’incontro ha consentito all’Ambasciatore di presentare i dati di agenzie come CEPAL e la FAO sul cambiamento climatico e sullo scarso impegno di alcuni Paesi a risolvere questo problema, compromettendo la sicurezza alimentare. In particolare sono state messe in evidenza le difficoltà dell’America centrale.

L’Ambasciatore Ayala  si è poi soffermato sull’obiettivo della FAO  di eliminare la fame entro il 2030 (attualmente ci sono 815 milioni di persone che hanno fame nel mondo). “Ritengo sempre più difficile che si possa raggiungere questo obiettivo: 4 anni fa le persone che andavano a dormire affamate erano 770 milioni, oggi sono molte di più”. Su questa situazione incidono “il cambiamento climatico, le guerre civili e le crisi politiche come nel caso del Venezuela. Appare, quindi, fondamentale raggiungere un modello agricolo sostenibile in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici”. L’Ambasciatore ha poi messo il dito sulla piaga dell’obesità che, insieme all’alta produzione del cibo spazzatura, rappresenta il rovescio della piaga della fame nel mondo. Le persone, soprattutto delle classi medie, non hanno neanche più tempo per cucinare alimenti sani.

A proposito di obesità, che colpisce molti bambini, il primo Paese sulla lista nera sono gli Stati Uniti, seguito dal Messico, mentre il Cile si trova al quarto posto. “Non è un caso che glia Stati Uniti siano anche il Paese che spende di più per affrontare le patologie legate al sovrappeso e all’obesità”. Un altro problema affrontato dall’Ambasciatore riguarda la Bioenergia che, se non viene fatta scientificamente, comporta che le le colture bioenergetiche su larga scala finiscano per danneggiare i piccoli agricoltori. Ayala ha anche annunciato che la FAO è uno degli organizzatori del primo Summit parlamentare mondiale contro la fame e la malnutrizione che si terrà il 29 e il 30 ottobre a Madrid. “Sono gli organi legislativi”, dice, “che possono contribuire a risolvere il problema”.  L’Ambasciatore ha poi riferito che la FAO sta eseguendo una serie di pubblicazioni sul quotidiano spagnolo El Pais intitolate “Le grandi sfide – Siamo in tempo per salvare il nostro pianeta.”

“Cent’anni fa, ma anche cinquant’anni fa”, ha concluso l’Ambasciatore, “nel mondo la fame continuava a scendere. Ora questo processo si è arenato. Tuttavia alcuni risultati molto positivi sono stati raggiunti in America Latina, ad esempio in Brasile e Boliva. Detto ciò bisogna anche riconoscere che in questi anni in America centrale e nei Caraibi le situazioni naturali sono diventate particolarmente più sfavorevoli. In ogni caso sono le nuove generazioni che debbono spingere le autorità governative verso soluzi0ni efficaci. Gli organismi multilaterali dell’America Latino sono utili per alimentare il dibattito ma occorre che siano i singoli Paesi a prendere le misure necessarie per combattere la fame. Si tratta essenzialmente di scelte politiche”.

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2015: INTERVISTA CON FERNADO AYALA SUL SISTEMA EDUCATIVO IN IN CILE

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