Foto (di Milanoevents): la Milano Sanremo del 2017. Nel riquadro Renato Di Rocco.

 

E’ il classico esempio di una vita dedicata allo sporto. Parliamo di Renato Di Rocco: dal 2005 Presidente della Federazione Ciclistica Italiana (è anche Vicepresidente della Unione Ciclistica Internazionale -UCI). Nato da una famiglia di produttori di biciclette “Romeo” ha vissuto la sua infanzia nel mondo delle corse di ciclismo a livello giovanile e dilettantistico, partecipando ai Centri di avviamento del Coni. In concreto ha iniziato l’attività nel ciclismo con esperienze organizzative all’interno del Velo Club Forze Sportive Romane di Franco Mealli. A Di Rocco viene generalmente riconosciuto il merito di aver ristrutturato, dal punto di vista amministrativo e organizzativo, la Federazione ciclistica che stava sull’orlo del commissariamento. Ora il Presidente ha in mente diverse novità dichiarandosi, tra l’altro, interessato a studiare un possibile abbinamento tra la storica corsa ‘Milano-Sanremo’ e la ‘Milano Sanremo della canzone italiana’, che da diversi anni viene promossa dai Circuiti 100 Radio e 100 TV della REA (Radiotelevisioni Europee Associate). Ecco l’intervista rilasciata a Punto Continenti. 

 

In che misura la presa di coscienza dei problemi ambientali ha favorito la crescita dell’interesse, soprattutto tra i giovani, per il mondo della bicicletta?

 

La bicicletta è considerata l’icona dell’ecologia, della mobilità pulita, dell’uso attivo del verde. Tutti i dati dimostrano che c’è una relazione diretta tra la crescita della sensibilità pubblica verso i problemi dell’inquinamento e della difesa ambientale e l’aumento degli utenti della bicicletta registrati negli ultimi anni.

 

Quali sono oggi i maggiori problemi che la Federazione Ciclistica è costretta ad affrontare?

 

Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni anche in diverse regioni italiane in tema di itinerari ciclabili, ciclodromi e spazi riservati alle biciclette, siamo ancora arretrati rispetto alle nazioni europee più avanzate. Si moltiplicano però le iniziative per favorire la trasformazione delle città in luoghi a misura delle bici. D’altra parte la sicurezza è condizione determinante. Per questo la Federazione ha concentrato gli sforzi sull’educazione stradale nelle scuole in accordo con il Ministero competente e ha sollecitato con convegni e progetti la creazione di ciclodromi, piste scuola e spazi protetti dove veicolare l’attività giovanile.

 

Una delle corse più famose in passato era la Milano-Sanremo. Che evoluzione ha avuto questa competizione, vinta nel 2018 da Vincenzo Nibali?

 

La Milano-Sanremo resta una delle corse più famose e ambite del calendario mondiale. Non a caso fa parte delle cinque “Corse Monumento” fuori categoria protette dall’UCI. Anche la collocazione all’inizio della stagione contribuisce a renderla tra gli obiettivi più difficili ed ambiti dai team e dai campioni.

 

Da diversi anni esiste anche una competizione canora chiamata ‘La Milano Sanremo della canzone italiana’ seguita in diretta dal Circuito Radiofonico del Gruppo REA 100 Radio (in fm e in streaming) e le Tv. Lei crede che si possa stabilire una sinergia tra le due manifestazioni?

La musica e la canzone hanno accompagnato spesso il Giro d’Italia. Ricordo trasmissioni come Cantagiro e anche trasmissioni televisive come il Musichiere, dove si esibirono Bartali e Coppi. Perciò ritengo possibile trovare un format adeguato all’attualità tra competizione canora da Lei evocata e la Milano – Sanremo. Non fa parte delle mie competenze, ma penso che un progetto del genere troverebbe attenzione da parte di RCS (azienda specializzata nella organizzazione di eventi sportivi) tanto più se rivolto ai giovani.

 

Come vedere il futuro, sia in Italia che all’estero, del ciclismo e delle competizioni ciclistiche?  

 

Le corse ciclistiche sono aumentate progressivamente con la mondializzazione. La stagione agonistica non conosce praticamente soluzione di continuità. Dalla Cina al Medioriente sono nati nuovi eventi sostenuti da importanti risorse finanziarie che richiamano la partecipazione dei team e dei corridori più importanti. Nel contesto resistono e mantengono un primato di prestigio incomparabile le classiche e i grandi giri europei, nè vedo prossima e probabile la minaccia di soppiantarli. In questo processo si registrano anche perdite di manifestazioni che hanno fatto la storia del pedale, ma nel complesso sono contenute e non di rado compensate dalla nascita di nuove manifestazioni.