Foto: da sinistra in senso orario Isabel Russinova, Myriam Spaziani Testa, Emilio Doria.  

Nel 2017 è nato a Roma un movimento internazionale per promuovere la nascita di un nuovo ed efficiente Stato Sociale nel mondo. L’iniziativa è partita da un gruppo di giornalisti e persone attive nel sociale vicine alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) al quale si sono collegate in tempi diversi altre associazioni giornalistiche e imprenditoriali. Sono nate così diverse inchieste, video (con oltre 56mila visualizzazioni alla fine del 2018), articoli, interviste e libri su argomenti riguardanti i diritti sociali. Di seguito riportiamo alcune Opinioni e Riflessioni inviate dai lettori che hanno visionato il video  ‘ONU e Nuove Tecnologie: Vera sfida per Guterres’ riportato a fondo pagina. Chi desidera essere aggiornato su altri video realizzati dalla REA è sufficiente che si iscriva alla pagina YouTube del coordinatore Rainero Schembri e poi cliccare su Iscriviti. Tutte le persone interessate possono inviare opinioni, critiche o proposte (possibilmente entro le 15 righe) a: nuovostatosociale@gmail.com. Si tratta di agevolare su scala globale la realizzazione di una pacifica rivoluzione sociale

Nota: le opinioni espresse riguardano esclusivamente il pensiero di chi le ha scritte che, quindi, si assume anche la piena responsabilità. 

 

ISABEL RUSSINOVA (attrice cinema e teatro)

Ai giovani occorre dare gli strumenti giusti 

Sono assolutamente d’accordo con il filmato. Bisogna assolutamente creare un nuovo Stato Sociale, attraverso politiche atte a offrire alle nuove generazioni gli strumenti necessari per poter fronteggiare questo grande ed inesorabile cambiamento che solo l’intelligenza, il talento, l’eccellenza, la creatività senza regole e logiche dell’intelletto umano potranno contrastare. Tutto ciò, infatti, nessuna macchina potrà mai eguagliare.

 

MYRIAM SPAZIANI TESTA (naturopata)

Quanta confusione introno ai Distretti Sanitari 

Parlando di Stato Sociale, mi è venuto in mente che il Distretto Sociosanitario avrebbe dovuto garantire, secondo la norma, i livelli essenziali di assistenza. Non solo, avrebbe avuto, sempre in base alla legge, autonomia tecnico amministrativa  e gestionale. I livelli essenziali di assistenza (LEA) avrebbero garantito l’erogazione di servizi sociosanitari integrati alla persona intesa come cittadino portatore di bisogni di salute e assistenza sociale. Si sarebbe dovuta garantire l’appropriatezza delle prestazioni e soprattutto una risposta integrata sociosanitaria alla domanda, sia nell’ambito della prevenzione che in quello della cura e riabilitazione. Ma, purtroppo, nel nostro Paese le contraddizioni originano proprio dalle leggi. Il fondo da cui si erogano finanziamenti in ambito sociale ( per assistenza domiciliare, assistenza alla disabilità, interventi di contrasto alle dipendenze e alla povertà, sostegno alle famiglie con problematiche legate alla salute mentale, alla disabilità etc.) è diverso dal fondo sanitario e questa diversa origine dei flussi finanziari ha fatto si che anche la gestione dei suddetti fondi a livello locale fosse separata e quindi anche i bisogni di salute e benessere fossero considerati separati.

Quindi  il distretto sociosanitario(?) interviene il più delle volte separatamente sulla persona che esprime un bisogno di salute, come se fosse possibile separare l’aspetto sociale da quello sanitario se non generando confusione, sovrapposizione se non addirittura inappropriatezza della prestazione. L’esempio più evidente è costituito dall’assistenza domiciliare agli anziani fragili e ai disabili, ambito in cui i Comuni, singoli o associati, in molte Regioni, compreso il Lazio, si muovono autonomamente, spesso assistendo persone che non sono prese in carico dall’ASL per la medesima assistenza e viceversa, nonostante i piani di zona formulati dai distretti che prevedono la partecipazione ai piani stessi dei rappresentanti oltreché dei Comuni, anche delle ASL di riferimento. Per programmare interventi sociosanitari bisogna partire da una lettura unificata del bisogno e solo dopo procedere alla formulazione della progettualità e quindi alle prestazioni vere e proprie. Non ci vuole tanto a capire questa logica lineare e tuttavia ancora si procede a tentoni rispondendo in modo inadeguato, insufficiente e inappropriato ai bisogni del cittadino.

 

EMILIO DORIA (studente)

Guardando a mio padre

Personalmente il filmato mi ha suggerito la seguente emozione. In un momento in cui  fretta, menefreghismo, ipocrisia, intolleranza, odio e quanto altro ancora attanagliano la nostra società, il mio pensiero per un attimo và a tutti coloro che soffrono! Per qualsiasi patologia, pensando a quanto sia facile sentirsi dei leoni quando si è in  piena salute! Pensiamo per un attimo agli stomizzati per esempio visto che ho mio papà affetto da questa particolare  patologia,  a come ci si può sentire con un corpo estraneo che comporta conseguenti disagi al corpo umano come un cancro che attanaglia la nostra società.di un nuovo Stato Sociale

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Hanno commentato in precedenza: Marco Griffoni (giornalista, ex caporedattore di Rai International), Chiara Ottanelli (attrice e presentatrice), Elena D’Astolfo (educatrice, impiegata, archivista).

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LIBRI promossi dalla REA e distribuiti su Amazon: Radio e Tv al Bivio; I 7 Diritti Capitali; Reddito Universale.

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VIDEO COMMENTATO

ONU e Nuove Tecnologie: Vera sfida per Guterres

UN and New Technologies: Real challenge for Guterres