Foto: Sullo sfondo del Teatro Vascello Moni Ovadia

 

Al teatro Vascello di Roma è andata in scena il recital di canzoni, musiche e parole Romeosini/Grecità. A celebrare la “vecchia” e la “nuova” Grecia è stato un ispirato Moni Ovadia, in compagnia di Roberta Carrieri (voce splendida con chitarra e Dimitris Kotsiouros, (bouzouki e oud). Più che spettacoli le esibizioni Ovadia sono sempre un saggio di cultura, storia e anche politica: una politica dura ma onesta.

 

Non a caso in una serata decisamente poetica Ovidia ha sollevato con passione la grande tragedia greca moderna (raccontata anche con barzellette), che ha avuto per protagonisti un’Unione Europea tanto miope quanto feroce verso la culla della sua civiltà, e un Fondo Monetario Internazionale nella veste di aguzzino spietato. Ma torniamo allo spettacolo del Vascello, ormai un vero tempio per la riflessione culturale.

 

Per l’occasione, Ovadia ha riletto i grandi poeti greci contemporanei (in particolareYiannis Ritsos)capaci di trovare una voce autentica, moderna e umanissima proveniente dagli dei ed eroi dell’antica Grecia. “Noi pensiamo greco”, ha sostenuto Ovadia, “perché tutto il nostro apparato concettuale è di derivazione greca. Dobbiamo piuttosto chiederci come parlavano i greci, che voci avevano e da questo cercare di capire che queste lingue portano anche i travagli di duemila anni di storia. E’ una lingua semplicemente sublime perché porta dentro di sé i segni della dominazione turca, tutti i barbarismi, tutto il cosmopolitismo levantino. E’ una lingua grandiosa, multanime, dove trovi parole veneziane, slave, turche, una lingua che porta tutto il Mediterraneo in sé”.