Foto: nei riquadri il Ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli e il Presidente della REA Antonio Diomede

 

Il Ministro Patuanelli, il Governo, le Commissioni parlamentari devono rendersi conto che, senza la rete di comunicazione radiotelevisiva locale, il Paese è allo sbando informativo. Devono rendersi conto che il sistema informativo italiano, grazie alla dislocazione in ogni luogo di radio e tv locali, è un modello unico al mondo proprio per il fatto che assicura, fino all’ultimo cittadino della vallata, della montagna o del luogo sperduto del Paese, il necessario mezzo di comunicazione per non sentirsi abbandonato nei casi di calamità naturali. Di sentirsi confortato, assistito dalle autorità locali e dagli uomini del soccorso tramite la propria Radio Tv locale. La pubblica utilità svolta dalle emittenti locali è maggiormente venuta alla luce in questi giorni in seguito ai costanti servizi informativi effettuati “nella proibita fascia rossa corona virus” offerti anche a RAI 3 da Radio Codogno.

 

Ma ieri tale funzione fu svolta da Radio Aquila 1 durante il terremoto del 2009. L’altro ieri fu da Tele Pagani con l’alluvione della Valle del Sarno. Come non ricordare i soccorsi dei radioamatori (gli antenati delle locali) per l’opera svolta durante l’alluvione di Firenze del 1966, del terremoto del Belice del 1968, del terribile terremoto dell’Irpinia del 1980. Non voglia la natura riproporci la tragedia dell’Irpinia senza la presenza delle emittenti locali sul territorio. Non c’è Rete nazionale che possa essere più essenziale della più piccola emittente locale presente sul territorio! E’ paradossale, ma in tali drammatiche circostanze, è l’emittente più piccola ad essere più funzionale per la semplice ragione che riesce ad intervenire con maggiore rapidità con mezzi di trasmissione già presenti sul posto. Lo sanno i sindaci, la Protezione Civile, la Croce Rossa e le forze dell’ordine quando si tratta di mantenere la comunicazione con le popolazioni colpite da alluvioni e terremoti.

 

Non distruggete le 800 silenziose, ma operose Radio TV locali come Radio Codogno per l’importante servizio di pubblica utilità che svolgono. Per il bene del Paese aiutiamole a resistere al fallimento per l’azzeramento della pubblicità. L’ITALIA HA UNA RETE DI COMUNICAZIONE LOCALE UNICA AL MONDO, non distruggiamola come si è fatto con le piccole imprese artigiane! Nelle prossime settimane, dopo il Decreto Credito, ci auguriamo venga emanato un altro decreto mirato al sostegno economico a fondo perduto riservato alle famiglie e a quelle imprese che, prestito a parte, non riusciranno a ripartire per il lavoro perduto. Infatti il prestito dei 25 mila euro potrà bastare per le paghe di qualche mese, pagare le bollette, pagare le fatture dei fornitori, onorare le rate dei debiti pregressi. Ma le spese fisse di esercizio per tirare avanti fino alla fine dell’anno in assenza di fatturato (di questo si tratta) come vanno affrontate? La situazione in cui versa l’emittenza locale è drammatica. Il Governo provveda a erogare alle piccole e medie emittenti locali un bonus pari al 90% delle spese di esercizio iscritte a bilancio nel 2019. Si riveda con urgenza il DPR 146/17 che assegna il 95% dell’85% del fondo del Pluralismo alle prime 100 emittenti televisive in graduatoria SICEM lasciando fallire le altre 800 radiotv locali. Anche quel 15% assegnato alle radio è assolutamente insufficiente ed andrebbe innalzato al 30% del fondo per affrontare il cambiamento tecnologico del DAB+.

 

Pensiamoci oggi per conservare tale prezioso patrimonio nazionale per non piangere domani quando le vedremo distrutte. Lei Presidente Conte, Lei Ministro Patuanelli, Voi parlamentari tutti avete questa pesante responsabilità morale di fronte alla Nazione. Quel DPR 146/17 sta UCCIDENDO la piccola e media emittenza locale. Subito la sua revisione. Non c’è tempo da perdere o, senza pubblicità e senza contributo a fondo perduto, falliranno 800 radio tv locali. . Se verranno aiutate, ce la faranno. Dobbiamo farcela. Forza Tutti, Forza Italia. Nonostante tutto confidiamo ancora nella funzione dello Stato per la corretta applicazione delle libertà democratiche sancite dalla Costituzione. Saremo grati a quelle forze politiche che accoglieranno il nostro appello. Ci ricorderemo degli agnostici e dei sordi. Ringraziamenti per tutto ciò che farete. Antonio Diomede

Antonio Diomede

Presidente REA – Radiotelevisioni Europee Associate

antonio.diomede@tiscali.it – tel 333.71.69.450

 

Riportiamo di seguito il Comunicato stampa della Federazione Nazionale della Stampa Italiana

COMUNICATO STAMPA

Fnsi in videoconferenza con Martella: «Ora più che mai sostenere l’informazione»

«L’impegno straordinario dei professionisti dell’informazione, nonostante il calo conclamato dei fatturati pubblicitari stia creando problemi di liquidità e di tenuta per le aziende, richiede un intervento del governo che, attraverso misure mirate, possa sostenere lo sforzo di tutto il mondo dei media per assicurare ai cittadini un’informazione corretta e veritiera». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso di un incontro in videoconferenza, questa mattina, con il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella.

«La fase di emergenza che vivono l’Italia e un numero sempre più alto di Paesi nel mondo – ha osservato Lorusso – rende sempre più chiaro il ruolo fondamentale e insostituibile dell’informazione nell’aiutare i cittadini a conoscere, comprendere e formarsi delle opinioni. La quasi totalità dei mezzi di informazione ha moltiplicato gli spazi dedicati alle notizie, ai reportage e agli approfondimenti». Uno sforzo più volte riconosciuto dallo stesso sottosegretario Martella e da numerosi esponenti del governo e del Parlamento.

Per questo il segretario generale della Fnsi ha espresso al sottosegretario l’auspicio che nei prossimi decreti che saranno adottati dal governo vengano previste ulteriori misure di sostegno per tutta la filiera dell’informazione. «Giornali, televisioni e siti web – ha detto Lorusso – stanno soffrendo per il calo della raccolta pubblicitaria dovuta alla chiusura di numerose attività produttive e commerciali. L’informazione è stata inserita fra i servizi pubblici essenziali, e di questo va dato atto al governo, ma adesso è necessario che quel flusso quotidiano di notizie e approfondimenti continui ad essere garantito. Per questo sono auspicabili nuove misure di sostegno che, partendo dallo sblocco degli 80 milioni dovuti alla Rai, possano garantire la sopravvivenza delle aziende e la salvaguardia dell’occupazione nella carta stampata e nell’emittenza radiotelevisiva locale. Nessuno pensa a interventi a pioggia. Sono però necessarie risorse legate al rispetto da parte delle singole testate del ruolo di servizio pubblico essenziale e del pluralismo delle voci, oltre che degli obblighi contrattuali nei confronti di giornalisti e dipendenti».

Il segretario generale della Fnsi ha ribadito la necessità di mettere a punto procedure che riconoscano come soggetti a rischio anche i giornalisti e gli operatori in prima linea nell’emergenza Covid-19. «Per questi colleghi – ha sottolineato – è auspicabile che le autorità sanitarie valutino le situazioni di maggiore esposizione e dispongano, per mutua protezione, l’effettuazione dei tamponi». Si è parlato anche dei giornalisti freelance e precari. «Nel prendere atto della volontà del governo di sbloccare entro pochi giorni i contributi anche per i liberi professionisti iscritti agli istituti di previdenza privati previa presentazione di una domanda – ha rilevato Lorusso – è necessario che i prossimi decreti coinvolgano nel percorso di individuazione delle misure anche le singole casse professionali, alcune delle quali, Inpgi compreso, si stanno già attivando per investire risorse proprie in favore degli iscritti alle gestioni separate».