Foto: Gualtiero Crozzoli, titolare della Revisteel

 

nato come fabbro ma oggi titolare della nota azienda Revisteel, localizzata a Lariano (in provincia di Roma) e specializzata nella creazione di persiane blindate e altri dispositivi metallici.

Di origine friulana, Crozzoli oltre ad essere un innovatore (ben 28 brevetti portano la sua firma)

 

 

Mi chiamo Silvano e sono il titolare di una società, una srl, faccio parte del settore piccola industria come tante presenti sul nostro territorio nazionale e che come tante oggi arrancano per restare in piedi in questo marasma di incertezze, inefficienze e assenteismi da parte di istituti ormai fantasmi.

La mia è una lettera non di sfogo ma di denuncia nei confronti delle istituzioni che non compiono il loro dovere di ordine e vigilanza ma è soprattutto una denuncia nei confronti dell’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale), delle sue falle dovute a continue gestioni inette e che oggi si ripercuotono sulle aziende e sui cittadini.

Ricordo ancora una frase di Boeri ex presidente dell’Inps che platealmente in Tv asseriva:<< Il contribuente ha il dovere verso l’Inps però ha altresì il diritto di poter chiedere ed essere esaudito>>. La mia azienda non ha né doveri né diritti perché le vengono negati tutti i giorni, ho 10 dipendenti che da 8 mesi aspettano di essere messi in regola dall’Inps, ad ogni richiesta fatta tramite PEC seguono sordi silenzi e ad ogni tentativo di risolvere il problema tramite call center (ormai l’unico modo per comunicare con l’istituto) operatori assolutamente non all’altezza del loro compito buttavano risposte a caso.

Il problema che a tutt’oggi non riesco a risolvere né io come azienda né tramite la mia consulente, è il rilascio da parte dell’Inps di un codice, il cosiddetto numero di matricolaindispensabile per inviare le buste paga on line e senza il quale l’azienda non esiste, le assunzioni risultano presso l’ufficio di collocamento e l’INAIL ma non all’Inps perché la pratica è bloccata chissà su quale computer o scrivania e a noi non è dato sapere.

Mi rivolgo a lei Dott. Pasquale Tridico, so che è difficile, con la sua posizione e il suo reddito altissimo, ma ci provi a mettersi nei panni di un operaio che a stenti riesce ad arrivare a fine mese, provi a capire cosa vuole dire sentirsi defraudato di tutti i sacrosanti diritti che spettano al lavoratore: una busta paga, il versamento dei contributi, accessi a forme di finanziamento domestico ( si perché un operaio a volte è costretto a chiedere le rate anche per acquistare un tavolo da cucina su cui mangiare).

Come titolare della mia azienda ho il dovere di tutelare i miei dipendenti, spero davvero con tutto il cuore che non si verifichi un altro lockdown perché non sarei in grado di garantire una cassa integrazione, come già successo, dato che la mia azienda non risulta  presso il suo istituto e soprattutto non sarei in grado di garantire loro la possibilità di sopravvivere dignitosamente.

Spero inoltre che questa lettera arrivi a tutte quelle aziende che come me lottano per restare in piedi, che come me si ritrovano ad affrontare problemi che non dovrebbero esistere perché derivati da errori di un sistema che non funziona, per i quali chi ha sbagliato no