Notoriamente uno dei sistemi per obbligarci a comprare un nuovo prodotto (anche se quello che abbiamo è ancora in perfette condizioni) è quello di cambiare alcuni parametri tecnici per introdurre una rottamazione obbligatoria. E’ quello che sta avvenendo ora con la televisione: dieci anni dopo il primo cambio nel 2012, gli italiani dovranno sostituire nuovamente tv o decoder nel 2022 per passare alla seconda generazione del digitale terrestre. Il filosofo tedesco Herbert Marcuse avrebbe detto che è il trionfo completo del consumismo imposto dallo Stato. Par molti è invece la prepotenza del mercato e della tecnologia a servizio esclusivo del profitto. Occorre ribellarsi a questa logica che, tra l’altro dà una mano sostanziosa all’inquinamento del Pianeta. Per fortuna c’è chi cerca di contrastare questo andamento. Di seguito riportiamo la diffida inoltrata dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) al Ministro Sviluppo Economico, al Presidente in carica del Consiglio dei Ministri, al Presidente AGCOM, al Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti e a LibersindConfsal FederLavoro. Questo sarà, tra l’altro, un buon banco di prova per valutare la disponibilità del prossimo Governo a non appesantire ulteriormente le condizioni economiche e ambientali con provvedimenti che servono solo ad arricchire i produttori di TV e di decoder. (Rainero Schembri).

 

Difffida per modalità passaggio tecnologia DVB-T2 in relazione al numero dei televisori abilitati alla ricezione del nuovo standard televisivo alla data del 1 settembre 2021.

Com’è noto, il 1 settembre 2021 è in partenza il passaggio dalla tecnologia DVD-T al DVB- T2 secondo il seguente calendario:

1 Settembre – 31 Dicembre 2021: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le province di Trento e di Bolzano;

1 Gennaio – 31 Marzo 2022: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna;

1 Aprile – 30 Giugno 2022: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche

Pertanto i televisori non compatibili con il nuovo standard DVB-T2 non potranno più ricevere i programmi televisivi delle Reti nazionali e locali. Apprendiamo con molta preoccupazione da vari studi che, per la data del 1 settembre 2021 e seguenti, il parco nazionale dei televisori abilitati non supererà il 30 – 35%.

Di fronte a tale ipotesi sarebbe indispensabile fin d’ora assicurare il servizio radiotelevisivo nazionale e locale al 100% della popolazione mettendo a disposizione doppie frequenze in modo da continuare il servizio in DVB-T e, contemporaneamente, con il nuovo standard DVB-T2 senza penalizzare l’utenza, operatori di reti e fornitori di contenuti FSMA.

Si avverte che non saranno accettate soluzioni parziali, discriminatorie e ulteriormente distorsive della concorrenza del mercato per la stessa sopravvivenza dell’emittenza locale già fortemente penalizzata dall’anticostituzionale DPR 146/17 messo artatamente a cappello del processo tecnologico in atto.

Riteniamo che almeno 42 milioni di televisori rimarranno oscurati, mentre l’utenza locale potrebbe perdere tra il 60% e il 70% dell’ascolto tradizionale con una prevedibile irreversibile crisi di tutto il comparto che conta oltre 7.000 posti di lavoro indotto compreso.

Tanto per una dovuta preventiva diffida per la quale chiamiamo l’Autorità della Concorrenza e del Mercato, il Consiglio Nazionale dei Consumatori Utenti e le Organizzazioni sindacali ad una stretta vigilanza.

Si rimane a disposizione per eventuali richieste di audizioni. San Cesareo, 04 febbraio 2021

Antonio Diomede

Presidente della REA