Foto: Antonio Diomede (Presidente REA) risponde ai giornalisti nel corso di una manifestazione)

 

Riportiamo di seguito l’appello lanciato dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) alle massime cariche dello Stato: al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali). Titolo dell’appello: NON DISTRUGGETE RADIO CODOGNO GARANZIA DI PLURALISMO, LIBERTA’ E DEMOCRAZIA ITALIANA INVIDIATA DA TUTTO IL MONDO.  Naturalmente Codogno viene indicato come simbolo della lotta per un’informazione pluralistica: per un lungo periodo, infatti, da questa località (che ha visto il ‘paziente zero’ affetto dal Covid19), ogni informazione utilizzata anche dalle reti nazionali proveniva da un’emittente locale, a dimostrazione dell’importante ruolo svolto dalle radio e televisioni regionali come servizio pubblico. Eppure, in questo difficile momento, una serie di provvedimenti legislativi sta massacrando le radio e tv locali. Per impedire che venga completamente distrutto un patrimonio di pluralismo informativo invidiato in tutto il mondo, si sta mobilitando da mesi la REA (guidata dal dinamico Presidente Antonio Diomede), che raggruppa un consistente numero di radio e televisioni locali. Il Movimento Tutela Sociale solo può condividere e sostenere questa battaglia nella piena convinzione che l’informazione è alla base di tutto: parafrasando Cavour, è assolutamente auspicabile una Libera Informazione in Libero Stato (Rainero Schembri, Coordinatore di MTS). 

 

 

Il corona virus si è mostrato molto più pericoloso delle tante epidemie degli ultimi due secoli per i danni che ha prodotto alla salute dell’uomo, lavoro, alla organizzazione delle famiglie e dello Stato le cui ricadute sulla convivenza civile e democratica e del vivere quotidiano, in assenza di provvidenze economiche generalizzate dello Stato, eque e trasparenti in favore dei più deboli, possono degenerare in una irreversibile disperazione di massa tipico delle popolazioni in guerra dove vige la regola del più forte per la difesa della propria sopravvivenza.

NESSUNO DOVEVA RIMANERE INDIETRO

Invece è accaduto il solito assalto alla diligenza da parte dei noti lobbisti che presidiano i Tavoli istituzionali lanciando parole d’ordine cifrate al Governo del tipo “No all’assistenzialismo” “No contributi a pioggia” intendendo dire “date tutto e solo a noi. Gli altri si arrangino”

VERGOGNOSO CORPORATIVISMO

Tutto ciò è accaduto e accade in molti settori produttivi, commerciali e culturali (artisti, teatri, cinema, artigiani, ristoratori, partite iva, attività professionali di ogni ordine) e, per quanto ci riguarda, nel settore radiotelevisivo locale. Infatti,

400 MILIONI DI EURO IN 5 ANNI SONO STATI APPANNAGGIO DELLA LOBBY DELLA COMUNICAZIONE MENTRE SI LASCIANO FALLIRE 900 PICCOLE E MEDIE RADIOTV LOCALI

Responsabile di tale vergognosa operazione CORPORATIVA è il DPR 146/17 infangando l’immagine del Capo dello Stato che lo ha firmato, privilegiando 100 imprese su 1500, con assegnazione di ingenti somme di danaro pubblico che poi tutti dovremo pagare per debiti contratti con la BCE forse in barba alla normativa della Unione Europea sulla regola “de minimis” per la quale gli aiuti dello Stato alle imprese non potrebbero superare 200 mila euro in tre anni proprio per evitare facile accaparramento di danaro da parte dei più furbi che inducono una notevole distorsione nel mercato della concorrenza.

MA NON E’ FINITA QUI

L’art. 195, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, «Fondo emergenze emittenti locali», che prevede: “ Al fine di consentire alle emittenti radiotelevisive locali di continuare a svolgere il servizio di interesse generale informativo sui territori attraverso la quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale a beneficio dei cittadini, e’ stanziato nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico l’importo di 50 milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce tetto di spesa, per l’erogazione di un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19…… …..Il contributo………….. e’ erogato in base alle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146”

Iscrizione nel Registro dei Rappresentanti di interessi della Commissione Europea n. 31662245786-54

IL COVID 19 HA COLPITO TUTTI

Ma si da il caso che il 95% di quel contributo è finito nelle casse esclusive di pochissime emittenti tra cui spicca un Gruppo Televisivo pugliese con 4.192.000 mentre le rimanenti emittenti si lasciano al loro destino

E’ UNA SPREGEVOLE OPERAZIONE CHE LO STATO DEMOCRATICO NON PUO’ TOLLERARE CON IL DANARO DI TUTTI I CITTADINI

Per cui la sottoscritta associazione REA – Radiotelevisioni Europee Associate ha chiesto giustizia con esposti al Capo dello Stato, al TAR del Lazio, al Consiglio di Stato e alla Autorità di Garanzia del Mercato e della Concorrenza la quale nel merito ha emesso un parere favorevole alla nostra tesi che si allega al presente Appello.

PERTANTO

nessuna emittente deve essere lasciata indietro com’è accaduto con l’applicazione di quell’infausto DPR146/17;

Nessun dipendente deve essere licenziato per mancanza di proventi da un mercato della pubblicità in caduta libera per il fermo dell’attività commerciale e produttiva;

Nessuna bolletta di energia elettrica e dei servizi telematici, affitti e fatture delle spese correnti devono rimanere insoluti per non subire distacchi e atti ingiuntivi che portano al fallimento.

SI INVITA IL GOVERNO

A disporre, con carattere di urgenza la riforma del DPR 146/17 e lo stanziamento di almeno 50 milioni di euro necessario per il prosieguo dell’attività radiotelevisiva locale, come non mai di pubblica utilità per affrontare la lotta contro il Covid 19, da ripartire esclusivamente tra quelle emittenti che non hanno beneficiato di alcun contributo o che hanno ricevuto cifre irrisorie.

 

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Videoclip del Movimento Tutela Sociale (con traduzione in inglese)