Foto: Nei riquadri Roberto Tumbarello e la copertina del libro. 

 

Giornalista laureato in giurisprudenza, 3 figli, portavoce in Italia per tanti anni del Consiglio d’Europa, Roberto Tumbarello è un grande esperto in comunicazione e diritti umani.  Inviato speciale di quotidiani e settimanali  a vasta tiratura, Tumbarello ama cimentarsi con argomenti estremamente complessi ma descritti in maniera leggera e avvolgente. Questa volta il grande protagonista è il denaro, da molti considerato il vero motore del pianeta. Chiariamo subito: Tumbarello non fa il moralista né tanto meno disprezza il valore del denaro.  Semplicemente prende per mano il lettore e lo fa riflettere su alcune, diciamo, degenerazioni nell’utilizzo del denaro. Non caso nella sua introduzione, riportata di seguito, dedica il libro “a tutti coloro che pur non disprezzando il denaro gli antepongono le emozioni della vita”.

 

Inoltre, Tumbarello fa capire che si può essere felice, provare forti emozioni e concretizzare tante cose anche senza avere molto denaro. A questo proposito vale la pena di citare lo stupore vissuto dall’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama (e raccontato nel suo libro autobiografico ‘La terra promessa’) quando scoprì che l’uomo che aveva sconfitto l’impero britannico, Mahatma Gandhi, viveva in una stanza spogliata di tutto, salvo una prandina per dormire e un modestissimo tavolo per scrivere. In fondo, scoprire o riscoprire la vera importanza del denaro può essere anche un piccolo contributo a modificare radicalmente una situazione che vede oggi il 10% della popolazione mondiale detenere lo stesso volume di denaro del restante 90%. Anche da questo punto di vista il libro di Tumbarello può essere di grande aiuto. (Rainero Schembri, Coordinatore del Movimento Tutela Sociale). 

 

Il denaro è sempre stato un elemento fondamentale nella vita dell’uomo ed è continuamente oggetto di venerazione. Ne parlano i sapienti senza mai dare una spiegazione comprensibile. Solo chi ha fatto studi specifici può capirli. Adesso che il denaro sta attraversando un periodo delicato, soprattutto per la sua inadeguata distribuzione nella società, è giusto che tutti capiscano perché pur essendocene tanto in circolazione – mai come in questo periodo – certe famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese. Mentre c’è chi ne possiede molto più del necessario. Qualcuno vive da nababbo e usa una minima parte del suo capitale per vivere nel lusso. Sarebbe utile una riforma culturale del capitale perché il denaro, che in questo saggio, io tratto con molto rispetto, sia considerato – chiunque lo possegga – soprattutto strumento di benessere collettivo, come al tempo in cui industriali e imprenditori erano illuminati, e non solo di arricchimento personale. Chi non ne possiede a sufficienza si pone il problema di procurarselo. E vivono infelici inseguendo benessere e comodità che, magari, non raggiungeranno. I benestanti, invece, hanno il problema di come investirlo per accrescerne la quantità. La problematica del denaro è complessa. Ed è questa che analizzeremo negli aspetti pratici, morali, culturali e storici. Ecco perché non ho chiesto la prefazione a un economista né a un politico, ma a un uomo di cultura.

 

Piuttosto che tenerlo sotto il materasso, è meglio metterlo in circolazione e movimentare l’economia. C’è chi non vuole prendere decisioni rischiose. E chi, per ingordigia, si avventura in investimenti improbabili. Non voglio suggerire al lettore come usarlo. Cercherò di spiegare le storture che avvengono attorno a un concetto fondamentale nella vita e nella storia dell’umanità. Le svariate possibilità di impiego e sfruttamento ne fanno un elemento di enorme utilità sociale, in special modo se usato bene. In realtà, questo è un libro di filosofia, seppure alla buona. Per renderlo di piacevole lettura e accessibile a chiunque, ho sostituito la teoria con l’aneddotica. È, quindi, un cocktail di esperienze personali e riferimenti storici, utili alla conoscenza e alla riflessione. In realtà, è una sorta di romanzo del denaro, perché a ogni pagina ci sono novità e scoperte che ne raccontano la storia, spesso inedita, sin dalla nascita dell’uomo, quando il denaro aveva altre forme. Il libro è divertente e istruttivo, spesso ironico e paradossale, talvolta anche commovente. Però, sempre chiaro e comprensibile. Tratto argomenti che attengono alla ricchezza e al potere, ma anche al benessere e alla felicità, cui non sempre si attribuisce la dovuta importanza. Se n’è sempre data troppa al denaro, distogliendoci dalle emozioni che la vita offre e di cui tutti possono godere, anche chi soldi ne ha pochi o non ne ha affatto. Come talvolta è capitato a me. Certo, è utilissimo possederne. Ma, per apprezzarlo e goderne, è meglio che sia in misura ragionevole, come qualsiasi altro bene. Da un po’ di tempo, invece, essendo la nostra epoca tipica delle esagerazioni, non c’è un’equa valutazione della ricchezza.

 

Nella cultura in cui viviamo sono i più furbi a primeggiare, mentre i probi incontrano qualche difficoltà. Tutto questo non è giusto perché denaro ce ne sarebbe per tutti. Non si spiega, quindi, come mai molte banche oggi, siano in difficoltà. Alcune si trovano addirittura sull’orlo del crack. Nel paese più risparmiatore del mondo, chiedono l’intervento dello stato giganti del deposito, che vantano diversi secoli di attività e di esperienza. Colpa dello spread – si dice – un meccanismo micidiale sia per il risparmiatore che per chi gli custodisce o ne investe la ricchezza. Però, come mai nessuna banca fallì quando nel 2011 lo spread arrivò a 573 punti base e l’Italia era sull’orlo del fallimento? Sono in difficoltà adesso che è al di sotto dei 100 punti base. Negli altri paesi, con gli stessi problemi che la globalizzazione comporta, le banche sono ancora floride, come una volta da noi. Cercheremo assieme le falle per capire come mai la politica abbia consentito che si arrivasse alla crisi delle banche, nonostante la vigilanza di Bankitalia che oggi ha soprattutto il compito di controllare e che, però, nella percezione del cittadino, non del tutto sbagliata, è un organismo ormai superfluo perché non controlla neppure. L’indagine che svolgo è volutamente divulgativa, proprio da dilettante, non essendo io un esperto di finanza e nemmeno di economia. Ma proprio per questo il libro risulterà comprensibile e piacevole. È l’obiettivo che mi sono posto in modo che al lettore sia anche gradito. Ho voluto scriverlo in forma semplice, per niente scientifica, ma ugualmente preciso e utile.

 

Oltre a studiare lunghe relazioni e noiosi rapporti, leggere tanti libri, ho parlato con studiosi di economia e esperti di politica monetaria, funzionari dell’ormai inattivo poligrafico dello stato, banchieri, politici, risparmiatori e persino con semplici uscieri, che talvolta, soprattutto dal punto di vista pratico, ne sanno più degli scienziati. Comunque, pur raccontando qualche inesattezza, sono obiettivi, perché non coinvolti in interessi né legami politici. Ci ho messo un po’ di tempo a capire. E adesso vi racconto perché capiate anche voi. Alla fine della lettura saprete quasi tutto sul denaro e su gioie e problemi che gli girano attorno. In più capirete come proteggerlo da truffe e insidie e persino come farne a meno quando non se ne ha. Soprattutto scoprirete che, finché non si spende non vale nulla. La conoscenza vi difenderà dall’equivoco, che, prologo di truffa – complice la credulità del risparmiatore – è sempre dietro l’angolo. Non solo per quanto riguarda le banche, ma in qualsiasi rapporto umano, ovunque ci sia denaro di mezzo, quindi durante l’intero arco della sopravvivenza. La diffidenza, oltre alla cultura, è una saggia difesa. I truffatori sanno individuare gli ingenui e soprattutto gli ignoranti. Avendo una maggiore familiarità col problema, che si estende a tanti altri settori, potrete agire meglio di quanto tentiate di fare non conoscendo. Per di più saprete dare un giusto valore al denaro e al potere che dal possesso deriva. Così non perderete di vista le emozioni che la vita ci riserva e di cui non ci accorgiamo, proprio per inseguire valori effimeri, seppure importanti. È soprattutto la cultura a proteggere gli interessi, sia per chi è ingegnere o elettricista, medico o barbiere oppure casalinga. Studiare e leggere aiuta pure a votare con saggezza e nell’interesse della propria famiglia.

 

Perché il libro sia più chiaro e completo, ho corredato le spiegazioni con annotazioni storiche che completano la conoscenza. Spesso la teoria mi sfugge, perché troppo tecnica e talvolta anche noiosa. Anch’io mi annoio e, leggendola, capita spesso di distrarmi. L’aneddoto, invece, avvince ed è più esplicativo. È così che per mezzo secolo ho scritto articoli, inchieste e libri. Così scrivo anche questo saggio perché vi piaccia. Indipendentemente dalla filosofia e dalla morale che il libro contiene, tengo a trasmettervi il principio secondo cui è più essenziale godere del denaro che possederne. Papa Francesco – che grande uomo! – predica continuamente, come Aristotele 2400 anni fa, che la ricchezza deve venire soprattutto dal lavoro, non da speculazioni finanziarie e meno ancora dallo sfruttamento. E invita chi possiede il superfluo a dividerlo con chi è in difficoltà. Questo avviene molto raramente, ma è un bel messaggio. Mai affidare il denaro a sedicenti broker. È come regalarglielo. Li riconoscerete facilmente perché propongono guadagni iperbolici e vi dissuaderanno dal fare investimenti immobiliari o di altro genere – invece, è giusto diversificare i rischi – essendo soldi che sottraeste al loro raggiro. Magari, continueranno a darvi la rendita promessa. Ma il giorno in cui gli chiederete conto del capitale troveranno mille scuse per ritardare il rendiconto. E, infine, ve lo negheranno, scomparendo.

 

Non c’è fiducia né amicizia e neppure parentela che tenga al giorno d’oggi. Ormai di fronte al denaro non ci sono affetti, rispetto né dignità. Non rivedrete più i vostri soldi. È soprattutto l’avidità – complice dei truffatori, che, se no, sarebbero disarmati – a far cadere gli ingenui nel trabocchetto di interessi esagerati e, quindi, impossibili. Durante la ricerca ho capito che i quattrini non sono un bene reale. Sono, però, un mezzo per procurarsi tanti servizi che ci fanno vivere comodamente e ci rendono la vita più facile e piacevole. Mi sono pure reso conto che le banche sulla soglia del fallimento sono quelle amministrate male o non molto onestamente. Eppure, è l’attività che, grazie all’informatizzazione, ha velocizzato maggiormente il lavoro e ridotto le spese del personale e delle sedi. Per di più il deposito del denaro, che poi la banca mette in circolazione, oggi le costa pochissimo. Quella del banchiere è l’unica attività in cui la materia prima non costa niente. Un tempo si riceveva un interesse elevato e c’era chi viveva di rendita. Oggi gli interessi sono ridotti quasi a zero. Quindi, se per secoli le banche hanno reso ricchi azionisti e risparmiatori, a maggior ragione al giorno d’oggi dovrebbero essere redditizie. Invece, qualcuna fallisce. Chi leggerà questo libro con attenzione capirà che l’onestà – come dice il proverbio, che è la statistica della Storia e ne esprime la saggezza – a lungo andare è una furbizia. Questo è un principio che dovrebbero seguire tutti perché si vive meglio e più tranquilli. Lo stress, che il timore di essere smascherati provoca anche negli imbroglioni, è il precursore dell’ulcera, dell’infarto, dell’ictus e di tante altre patologie che abbreviano l’esistenza e, comunque, la complicano rendendola infelice. Capirete soprattutto che la vita è molto più importante di qualsiasi altro bene. È un dono irripetibile del Signore o di chi per Lui. Pensate che cosa avremmo perso se non fossimo nati. Bisogna amarla e approfittarne mentre c’è. Perché, assieme a figli e nipoti, a libertà e dignità, e alla salute, è il bene assoluto. Tutto il resto non conta. Anche questo concetto cercherò di inculcarvi, dandovi, così, la possibilità di vivere meglio e anche più a lungo. E vi garantisco che la vita ricambierà il vostro amore.