Foto: sullo sfondo del fiume, in alto Confucio, il Presidente Xi Jinping, mappa della nuova via della seta, il simbolo del drago e Miro Brusolin  

 

In Italia è conosciuto come uno dei più accreditati traduttori della lingua cinese, spesso impegnato con enti pubblici e grandi aziende private italiane che operano sul mercato cinese. Ma Miro Busolin è anche un attento osservatore di tutto ciò che sta accadendo in questo immenso Paese che ormai da molto tempo è in piena competizione con gli Stati Uniti per la  leadership economica mondiale. Ebbene, sotto la direzione di Xi Jinping, in Cina stanno avvenendo profondi cambiamenti anche dal punto di vista culturale. Uno tra i più importanti, spiega Busolin, è rappresentato dalla rivalutazione di Confucio, il grande filosofo vissuto nel VI-V secolo a.C. Ebbene, Punto Continenti e il Movimento Tutela Sociale, che seguono le evoluzioni culturali e sociali in tutto il mondo, riportano con piacere la riflessione fatta da Busolin, un giovane professionista che anche per il mondo delle radio e televisioni locali associate alla REA, ormai rappresenta un vero punto di contatto e riferimento. A questo proposito vedere il video in fondo alla pagina realizzato in cinese con traduzione in italiano. (Rainero Schembri, Coordinatore del MTS). 

 

La grande novità introdotta dal Presidente cinese Xi Jinping in carica è senza dubbio il ripristino e la riabilitazione a pieno titolo del confucianesimo, condannato da Mao durante la Rivoluzione Culturale e ora invece ritenuto fondamenta dei valori storico-culturali della società cinese, mettendo in primo piano il legame con il passato e la cultura millenaria del Paese.L’aspetto rilevante riguarda l’utilizzo del confucianesimo come riferimento per un nuovo approccio al sistema economico.  Bisogna infatti considerare come nel corso degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, il piccolo timoniere Deng Xiaoping riuscì a condurre il Paese fuori dall’arretratezza economica nella quale versava il Paese e avviarne il processo di modernizzazione, grazie all’apertura e alle riforme: in quel periodo di fervore industriale caotico “arricchirsi era glorioso”.

 

Quel periodo sembra essere in diretta contraddizione con l’idea di Confucio secondo la quale l’accumulazione di ricchezza deve sempre essere volta al perseguimento di un fine morale e non si può essere mossi dal profitto fine a sé stesso. Ed è questa concezione che si lega alla percezione sempre più diffusa che ci sia una mancanza di valori soprattutto tra le generazioni cinesi più recenti, affascinate dal mito Occidentale del benessere materiale e del denaro e questo potrebbe a lungo andare creare squilibri interni.Inoltre, sempre la figura di Confucio viene utilizzata come baluardo nella lotta alla corruzione dilagante nel Paese, che mina alle fondamenta e alla legittimità del potere politico. Il Partito utilizza inoltre la figura di Confucio come modello per un impianto delle relazioni internazionali che precluderebbe le derive egemonico-conflittuali occidentali. Il filosofo infatti condannava l’uso della forza per la risoluzione dei conflitti e promuoveva invece l’armonia come arma per risolvere le differenze.

 

Questo impianto concettuale ben si adatta ad esempio al progetto della “Nuova Via della Seta”, che vede negli intenti del Partito, uno sviluppo armonioso tra i vari Paesi del mondo, nel rispetto delle differenze e delle realtà nazionali. Una forma di legittimazione in sostanza ad una espansione cinese sul piano internazionale.

 

Video in cinese (con traduzione in italiano) di Miro Busolin su come i cinesi seguono la realtà delle piccole medie radio e televisioni cinesi.