Dottoressa in lingue e culture comparate e laureanda in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa,  Zoryana Fedyk in questi giorni è diventata un punto di riferimento per la martoriata comunità ucraina in Italia. Conoscendo molto bene la lingua italiana la Fedyk presta quotidianamente la sua voce per un notiziario realizzato dall’autorevole radio Promin di Kiev  e trasmesso in Italia grazie a un accordo di collaborazione avviato dal circuito delle 100 radio REA (Radiotelevisioni Europee Associate), con l’assistenza tecnica di Radio Incontro di Terni.   

In questo opera di divulgazione la Fedyk si avvale anche dell’esperienza maturata con la Comunità di Sant’Egidio, nonché mediante i rapporti accademici con l’Università di Napoli e con l’Associazione Studenti Diaspora Africana (ASDA). Ma sentiamo cosa la Fedyk ha dichiarato a Punto Continenti.

Quali sviluppi immagina per l’Ucraina?

Essendo nata e cresciuta in Ucraina,  l’invasione delle milizie russe nella terra che amo  e dove si trovano ancora molti dei miei parenti mi ha sconvolta fin da subito. Mi addormento e mi sveglio ascoltando la radio, come del resto tutti i miei connazionali che si trovano in Ukraina o all’estero. Nel seguire attentamente le notizie ho notato che le intenzioni del Presidente Putin sono pericolose e non si fermeranno a breve. Tuttavia ripongo grande fiducia in coloro che con grande coraggio difendono l’Ucraina.

Attualmente lei è impegnata nel progetto di collaborazione tra la REA International e la radio Promin di Kiev: un progetto che consente la messa in onda di un notiziario sulla guerra sia in ucraino che in italiano.  Come giudica questa esperienza?

Ho iniziato a tradurre le notizie non filtrate dalla radio di Kiev già all’indomani dello scoppio della guerra. Abbiamo avuto un  autorizzazione e appoggio immediato nel raccontare cosa succede in Ucraina. La mia esperienza, anche se è ancora alle prime armi, è molto costruttiva. Ci sono sempre idee nuove, tanta voglia di fare qualcosa per aiutare gli ucraini e tanto lavoro tecnico di persone che non si fermano mai.

Come è nata la sua passione per il giornalismo?

Studiando relazioni internazionali ho fatto uno stage sul giornalismo internazionale. È un campo che mi piace, perché sono consapevole di come è importante non smettere mai di mantenere viva l’informazione.

Come s’immagina il suo futuro?

Nel mio futuro spero di poter continuare a parlare di tutto quello succede nel mondo, sfruttando anche le mie conoscenze linguistiche di russo, ucraino, portoghese e della lingua hausa (una lingua ciadica appartenente al gruppo delle lingue afro-asiatiche), ma soprattutto di poter lavorare nel campo umanitario ed aiutare concretamente le persone che fuggono dalla guerra o si trovano in contesti di povertà.

Videolink del Movimento Tutela Sociale

https://youtu.be/Q3GUChqDO2c