( Foto: Rabat, Capitale del Marocco) – Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL e del Circuito delle 100 Radio, sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di quattro  Paesi che non hanno votato (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si trova a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna.

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GUINEA

Ex colonia francese dal 1898, in passato la Guinea si è trovata al centro della gigantesca tratta degli schiavi. Si calcola che nel corso di 4 secoli siano stati deportati oltre 600mila schiavi. Diventata indipendente nel 1958, la Guinea, con capitale Conakry, è stata guidata per 26 anni dal dittatore Ahmed Sékou Touré.  Istituzionalmente il Paese è una Repubblica presidenziale sottoposta, però, a una giunta militare. Nel 2021, infatti, un colpo di stato militare ha portato al potere Mamady Doumbouya,  capo del Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo sviluppo.  

Sul piano economico la Guinea può fare affidamento su enormi risorse minerarie nonché su un’intensa attività agricola. Per un certo periodo il Paese aveva perseguito una politica di ispirazione socialista e questo aveva avvicinato la Guinea all’Unione Sovietica e alla Cina. Anche se ha avuto tensioni con diversi Stati limitrofi, la Guinea si è distinta partire dagli anni novanta per aver offerto asilo a circa 700.000 rifugiati in fuga dalle guerre civili di diversi Paesi della Regione. Nel frattempo i rapporti con il mondo occidentale si sono abbastanza intensificati è questa è stata una delle cause per cui la Guinea ha deciso di non votare all’ONU sulla guerra russo-ucraina.

Per quanto riguarda, infine, i rapporti con l’Italia, va registrato che la Cooperazione Italiana è presente in Guinea da diversi decenni, soprattutto nei settori della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, nonché nel sostegno delle donne lavoratrici. 

GUINEA BISSAO

Diventata indipendente dal Portogallo 1973, la Guinea Bissao  sino al 1984 è stata governata da un consiglio rivoluzionario. Nel 1988 è scoppiata, invece, una feroce guerra civile alla quale hanno fatto seguito molti anni di grande instabilità politica con un susseguirsi di colpiti di Stato intervallati da brevi periodi di pace e di parziale democrazia.

Dal 2020, comunque, il capo dello Stato è Ummaro Sissoko Embalò eletto nel corso di un ballottaggio. E anche contro di lui, nel 2022, c’è stato un tentativo di golpe.

Sul piano economico, la Guinea Bissao rimane uno dei Paesi più poveri del mondo, con un’economia basata essenzialmente sull’agricoltura e la pesca.

Grande esportatore di anacardo, il Paese detiene, comunque, diverse ricchezze naturali, tra cui petrolio, bauxite e fosfati.  Ricchezze che, però, fino ad ora sono state poco sfruttate per mancanza di infrastrutture e finanziamenti.  Ma ecco che la guerra russa-ucraina potrebbe inaspettatamente favorire, grazie alla crescente richiesta di fonti alternative di energia, una svolta per l’economia del Paese. Una prospettiva che probabilmente ha spinto le autorità della capitale Bissau a non esprimersi nel corso della votazione all’Onu sulla guerra russo ucraina.

Per quanto riguarda la Cooperazione italiana, negli anni scorsi sono stati approvati diversi progetti che mirano allo sviluppo del settore agricolo, educativo, sanitario e di promozione delle donne. In ogni caso la Cooperazione Italiana opera prevalentemente attraverso progetti promossi dalle ONG, cioè, dalle Organizzazioni Non Governative italiane, nonché attraverso i progetti multilaterali dell’ONU.

GUINEA EQUARTRORIALE

I primi europei a sbarcare nella Guinea Equatoriale sono stati i portoghesi nel 1741. In seguito, sono approdati spagnoli e inglesi e poi spagnoli ancora una volta.

L’indipendenza è stata ottenuta nel 1968. Purtroppo, per 7 anni (dal 1972 al 1979) la Guinea Equatoriale è stata sottoposta a una feroce dittatura da parte di Francisco Nguema che, dopo un’elezione vinta democraticamente si è autoproclamato Presidente a vita.  Nguema è stato accusato di tutto il peggio possibile, perfino di cannibalismo. Sotto il suo governo sono scappati oltre 100mila profughi (un terzo della popolazione di allora), uccisi 50mila, inviati ai lavori forzati 40mila e sparite altre di 10mila persone.

Nel 1979 lo ha destituito con un colpo di Stato il nipote Obiang Nguema, ancora oggi incarica. Effettivamente, qualcosa è cambiato: ad esempio, al posto dei rapporti privilegiati con l’Unione Sovietica e Cuba il Paese ha cominciato ad aprirsi al mondo occidentale. Pure la situazione economica è migliorata. Ma quello che non è cambiato è il rispetto per i diritti umani. La ferocia del nipote non ha proprio niente da invidiare a quella praticata dello zio.

Il vero cambiamento dal punto di vista economico è avvenuto invece nel 1995, a seguito della scoperta di consistenti giacimenti di petrolio. Una realtà che ora dovrebbe registrare nuovi sostanziosi incrementi a causa della guerra russo-ucraina che ha determinato per molti Paesi la necessità di trovare fonti energetiche alternative. C’è da immaginare che proprio questa nuova realtà ha contribuito alla decisione del Governo di non votare sul conflitto russo ucraino.

Purtroppo, il petrolio per ora ha arricchito solo una ristretta élite della Nazione. Ma oltre al petrolio, la Guinea Equatoriale dispone anche di molto legname, cacao (considerato il migliore del mondo), banane, palme da olio, cocco, manioca e patate dolci.

La Cooperazione Italiana è presente in Guinea da moltissimi anni, con l’obiettivo di ridurre la povertà̀ e di promuovere lo sviluppo del Paese. Da segnalare che negli anni scorsi l’Università di Udine in collaborazione con l’Università Nazionale della Guinea ha avviato diverse e interessanti iniziative nella sanità, nell’allevamento, acquacoltura e nella gestione delle foreste.

MAROCCO

Abitato fin dalla preistoria da popolazioni berbere e colonizzato nel corso dei secoli da Fenici, Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi, Spagnoli e Francesi, il Marocco è diventato

un protettorato francese nel 1912. L’Indipendenza è stata invece raggiunta nel 1956.

Sul piano istituzionale il Marocco è una monarchia costituzionale con a capo il Re Mohamed VI. Durante le cosiddette primavere arabe iniziate nel 2010, anche in Marocco, come in altri Paesi arabi, sono state avanzate una serie di aspettative da parte della popolazione ma che solo in parte sono state esaudite. In ogni caso, ha destato un forte clamore mediatico la ricerca della legalizzazione della cannabis ai fini terapeutici e la normalizzazione dei rapporti con Israele.

Sul piano economico il Marocco ha migliorato sensibilmente le condizioni per una crescita sostenuta. Povero di petrolio e gas, in

compenso il Marocco detiene importanti miniere di cobaltopiombo, zinco, argento, manganese, ferro, rame e carbone. Abbastanza sviluppata è anche l’industria chimica e petrolchimica, elettronica e automobilistica.

Da registrare che il Marocco ha siglato con l’unione Europea e con gli Stati Uniti due  importanti accordi di collaborazione.

Sul piano internazionale, il maggiore problema riguarda il contrasto con l’Algeria dovuto alla lotta del Fronte Polisario per l’autodeterminazione della regione del Sahrawi: una lotta sostenuta, appunto, dagli algerini.

Sulla mancata partecipazione del Marocco al voto all’ONU riguardante la questione russo-ucraina, un comunicatostampa del Ministero degli Affari Esteri di Rabat ha chiarito che “esso non può essere oggetto di alcuna interpretazione in relazione alla posizione di principio”.  Nella sostanza il  Regno del Marocco ribadisce il suo forte attaccamento al rispetto dell’integrità territoriale.

Per quanto riguarda la Cooperazione Italiana, l’Italia ha sempre puntato sull’inclusione sociale e sulla lotta contro la povertà, in coerenza con l’Agenda 2030 dell’ONU. Tra le Organizzazioni non governative che operano in Marocco figurano Ai.Bi (Amici dei Bambini), Soleterre, Cefa, Iscos (l’Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo), Mlal Progetto Mondo e Ovci.

Puntate precedenti

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia)

REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Video del Movimento Tutela Sociale La Nuova Era Sociale