( Foto: Caracas, Capitale del Venezuela) – Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL e del Circuito delle 100 Radio, sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di quattro  Paesi che non hanno votato (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si trova a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna.

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ESWATINI

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta di Eswatini, ex Swaziland, che ha scelto di non votare all’ONU sulla condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Confinante con il Sud Africa e il Mozambico la monarchia assoluta di Eswatini costituisce uno degli Stati più piccoli dell’Africa. Storicamente, tra i primi ad occupare quel territorio sono stati i Bantu. Nel 1881 il Paese è diventato un protettorato britannico, mentre l’indipendenza è stata raggiunta nel 1968.

Attualmente Eswatini vive una fase di grande turbolenza e di proteste contro il re Maswati III, alle quali partecipano soprattutto studenti e funzionari pubblici.  Secondo gli attivisti per la democrazia, nel corso delle varie manifestazioni alla polizia viene dato l’ordine di sparare sui civili, provocando morti e feriti. Anche i giornalisti vengono spesso arrestati e torturati. Di questa situazione si è occupata in passato anche la Comunità di sviluppo dell’Africa del sud (Sadc) mandando una delegazione nella capitale Mbabane.

Sul piano della  politica estera Eswatini si è sempre allineato sulle posizioni britanniche e del Sud Africa anche se dopo la caduta dell’apartheid iniziarono alcuni contrasti con i sudafricani per motivi territoriali. Una curiosità: nel 2001, per combattere l’AIDS, è stata imposta la castità femminile fino al ventiquattresimo anno di età,  con deroghe per le giovani spose.

Nel 2018, contemporaneamente all’introduzione della monarchia assoluta il Paese cambia nome passando da Zwaziland a Eswatini.

Sul piano economico, dopo i primi importanti investimenti esteri avviati nel 1921, attualmente lo sviluppo del Paese è basato essenzialmente sull’agricoltura e sulle piantagioni di canna da zucchero e mais,  nonché sull’estrazione di amianto, diamanti e carbone. In sensibile crescita c’è anche il turismo.

Rispetto al conflitto russo-ucraino, possiamo interpretare l’assenza degli Eswatini come un modo per non scontentare i suoi grandi alleati: il Sud Africa (che si è astenuto all’ONU) e la Gran Bretagna, notoriamente vicina agli americani.

Infine, per quanto riguarda la presenza italiana va segnalata l’intensa attività di Medici senza frontiere nell’aiutare concretamente il Paese a debellare due epidemie devastanti: l’Hiv e la tubercolosi che a Eswatini hanno raggiunto i massimi livelli.

TOGO

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta del Togo, che ha scelto di non votare all’ONU sulla condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Storicamente i primi ad arrivare in Togo sono stati i portoghesi nel XV secolo, ai quali si sono succeduti prima i danesi e poi i francesi e gli inglesi. Nel XIX secolo il Togo è diventato un protettorato della Germania. Tuttavia, durante la prima guerra mondiale, inglesi e francesi sono subentrati ai tedeschi.

L’indipendenza è arrivata nel 1960 ma dopo appena tre anni c’è stato un colpo di Stato, il primo in assoluto in Africa. Un altro colpo di Stato è avvenuto nel 2005, portando al potere l’attuale Presidente Faure Gnassingbè con il supporto della potente famiglia Eiadéma. 

Va detto, comunque, che a causa del mancato rispetto dei diritti umani, nel 2005 il Presidente è stato costretto a dimettersi, anche su pressioni internazionali. Vennero, quindi, indette libere elezioni dalle quali il Presidente uscì vincitore anche se ci sono molte ombre sulla correttezza delle votazioni.

Sul piano economico, se in passato il Paese è stato un grande centro di commercio degli schiavi, attualmente il Togo è uno Stato  essenzialmente agricolo con una consistente produzione di cacao, caffè e cotone, insieme alla pesca. Una buona parte delle esportazioni riguarda i fosfati mentre è in crescita il turismo grazie ad alcune splendide mete naturalistiche.

Un evento importante è avvenuto nel 1975 quando vennero firmate nella capitale Lomé, quattro partenariati tra l’Unione Europea e i Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Questi partenariati vennero sostituiti nel 2000 dalla Convenzione di Cotonou nel Benin.

Sul piano delle relazioni internazionali il Togo ha sempre mantenuto una posizione estremamente neutrale e questa spiega la sua non partecipazione al voto all’Onu sul conflitto russo-ucraino.  Per quanto riguarda, infine, la Cooperazione italiana, va segnalato che nel 2021 è stata aperta a Lomé una rappresentanza della Cooperativa italiana per il Togo, composta da Coopermondo delle Confcoperative), Federcasse delle Banche di Credito Cooperativo e dalla Fondazione Aurora (un’ organizzazione che promuove le imprese africane).

TURKMENISTAN

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta del Turkmenistan, che ha scelto di non votare all’ONU sulla condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Nel marzo del 2022 è diventato Presidente del Turkmenistan Sedar Berdimuhamedov che nell’incarico ha sostituito il padre Gurbanguly rimasto al potere per 15 anni usando il pugno di ferro, cosa che non ha mancato di suscitare delle critiche anche sul piano internazionale.  

Ex Stato membro dell’Unione Sovietica, il Turkmenistan a seguito del crollo del comunismo nel 1991 è diventato una Repubblica Presidenziale, caratterizzata da uno spiccato culto della personalità e da un rigido rispetto delle antiche tradizioni, usi e costumi.

Sul piano economico, oltre ad essere uno dei maggiori produttori di cotone al mondo, il Turkmenistan è dotato di importanti riserve di gas e petrolio: da questo punto divista la guerra russo-ucraina rappresenta una notevole opportunità di sviluppo dovuta alla grande richiesta di diversificazione delle fonti energetiche. Una realtà che ha inciso sicuramente sulla scelta del Turkmenistan di non votare all’ONU in merito all’invasione russa in Ucraina. 

Per quanto riguarda l’interscambio con l’Italia, esso è in costante aumento. Un forte impulso è avvenuto, comunque, a seguito della visita in Italia del precedente Presidente nel 2019. In quella circostanza, oltre che nell’ambito dell’energia, sono stati siglati importanti accordi anche nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell’industria leggera, del turismo, del tessile, delle banche, della sanità e dell’istruzione.

Da registrare che l’ENI è presente nel Paese con un’intensa attività sin dal 2008. Infine, molte aziende italiane hanno saputo sfruttare l’accordo bilaterale del 2020 riguardante la Promozione e Protezione degli investimenti. Infine, nel corso degli ultimi anni si sono sviluppati anche intensi scambi culturali.

Venezuela

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta del Venezuela, l’unico Paese Latino-americano che ha deciso di non votare all’ONU sulla condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina: una scelta in linea con i cambiamenti che stanno avvenendo nei rapporti tra il Venezuela e gli Stati Uniti. Ma facciamo un passo indietro.

Scoperto da Colombo nel 1498, il Venezuela è stato a lungo colonizzato dagli spagnoli. L’indipendenza, arrivata nel 1811 ma si è consolidata solo 10 anni dopo grazie alle battaglie condotte dal grande eroe sudamericano Simon Bolivar.

Purtroppo, da quel momento la vita politica del Venezuela è stata caratterizzata da una serie di colpi di Stato e regimi dittatoriali.

Questo non ha impedito, comunque, che nel XX secolo arrivasse in Venezuela una grande immigrazione europea, tra cui 300mila italiani.

L’attuale Presidente è Nicolas Maduro, eletto nel 2013 e riconfermato nel 2018. Maduro ha sostituito alla presidenza Ugo Chavez, uno dei personaggi cruciali nella drastica svolta a sinistra della politica venezuelana. Una svolta che ha fatto del Venezuela, sulla scia di quanto era accaduto alla fine degli anni cinquanta con Cuba, ad essere considerato uno dei grandi nemici degli Stati Uniti. Non a caso, gli americani hanno inflitto pesanti sanzioni economiche al Paese oltre a tentare di rovesciare il Governo mediante una spedizione di esuli (come a suo tempo era stato tentato sulla baia dei porci a Cuba).

Ma ora, a seguito della guerra in Ucraina, ci sono stati diversi segnali che fanno intravedere un avvicinamento tra i venezuelani e gli americani che, tra l’altro potrebbero comprare una grande quantità di petrolio proprio dal Venezuela. E lo farebbero anche per staccare il paese dalla Russia: un obiettivo che già è stato parzialmente  raggiunto con la decisione del Venezuela di non partecipare al voto all’ONU sulla questione Ucraina.

Per quanto riguarda, infine,  la cooperazione italiana, va segnalata la recente inaugurazione nella Capitale Caracas dell’Ospedale italiano: un progetto fortemente sostenuto dalla Comunità italiana composta da oltre 2milioni di italiani e discendenti di italiani. In ogni caso, nell’ambito della profonda crisi economica vissuta negli ultimi anni dal Venezuela gli aiuti italiani non sono mancati. 

PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10 ( http://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea EquatorialeMarocco

REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del Movimento Tutela Sociale La Nuova Era Sociale