(Foto: Città del Messico, Capitale del Messico)

Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL e del Circuito delle 100 Radio, sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di cinque Paesi che hanno condannato la Russia (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si può trovare a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna. 

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MESSICO

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta del Messico, che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha condannato l’aggressione russa. 

Per cominciare ricordiamo che il Paese che vanta un passato storico e culturale tra i più ricchi dell’umanità. Anche se le popolazioni maya e azteca sono probabilmente quelle più famose, in tutto il Paese si sono sviluppate civiltà di grande rilievo. Conquistato dagli spagnoli nel 1517, il Messico è diventato indipendente nel 1810. Da quel momento il Paese ha dovuto affrontare una serie infinite di rivolte, guerre interne e invasioni straniere. A partire dal XX secolo è iniziato, comunque, un consistente sviluppo economico che ha portato il Messico ad essere la quattordicesima economia mondiale.

Invece, sul piano politico ha dominato in via esclusiva il Partito Rivoluzionario Istituzionale, dal 1929 (anno di fondazione) al 2000.

A rompere questo monopolio è stato  Andrés Manuel Lopez Obrador, alla guida del Partito di centro-sinistra MORENA (Movimento di Rigenerazione  Nazionale) alleato con il Partito Verde  e il Partito del Lavoro. In campagna elettorale Obrador s’è impegnato a contrastare soprattutto le disuguaglianze, la violenza, la corruzione, il narcotraffico e  le impunità dei criminali. Secondo le sue intenzioni si tratta della Quarta trasformazione del Messico, dopo l’Indipendenza, la Riforma e la Rivoluzione.

Inoltre, il Presidente si è impegnato ad avviare importanti investimenti in infrastrutture, tra cui la costruzione (ora in corso d’opera) di una rete ferroviaria di oltre 1500 chilometri nella suggestiva penisola dello Yucatan che dovrebbe attirare 3 milioni di turisti all’anno.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, siamo ai primi posti come investitori ed esportatori. Il Messico rappresenta agli occhi degli imprenditori italiani un mercato molto attrattivo che offre numerose opportunità per rafforzare la penetrazione commerciale e gli investimenti produttivi. A oggi sono 1.600 le aziende italiane nel Paese, 150 delle quali hanno anche stabilimenti produttivi e sono attive in quasi tutti i settori: dal manifatturiero, all’alimentare, passando per l’automotive e l’energetico. Da registrare anche la presenza dell’ENI molto attiva nell’estrazione del petrolio dal Golfo del Messico.

ECUADOR

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta dell’Ecuador, piccolo e affascinante Stato Sudamericano che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha decisamente  condannato l’aggressione russa.

Per cominciare ricordiamo che l’Equador vanta un grande storia, antecedente addirittura alla presenza della civiltà Inca. I colonizzatori spagnoli arrivarono nel 1526. Fu una dominazione durissima e non priva di atti particolarmente violenti. I primi tentativi per ottenere l’indipendenza iniziarono nel 1809. Grazie, comunque,  alle grandi capacità strategiche di generali come Sucre e Bolivar, l’Ecuador è riuscito ad ottenere l’indipendenza nel maggio del 1822.

In politica estera l’Ecuador ha mantenuto generalmente buoni rapporti con gli Stati Uniti. Come produttore di petrolio e con l’adesione all’Opec negli anni settanta, l’Ecuador ha potuto allargare sensibilmente i suoi rapporti internazionali. Purtroppo nel 2000, il Paese ha dovuto affronte a una gravissima crisi economica. Tuttavia, ciò non ha impedito che l’Ecuador si trasformasse da Paese essenzialmente agricolo in un Paese industrializzato dotato di un avanzato settore terziario. Questa trasformazione ha comportato una sensibile diminuzione della povertà e delle disuguaglianze.

Dal maggio del 2021 è Presidente l’imprenditore e banchiere Guillermo Lasso, uomo di centro destra che è subentrato a Raffael Correa che aveva impresso una decisa svolta a sinistra dell’Ecuador. Da registrare che contemporaneamente sta crescendo nel Paese anche la rappresentanza del partito degli indios, ormai la seconda forza in Parlamento.

Molto religioso e anti abortista, il nuovo Presidente Lasso ha dovuto affrontare subito una grave rivolta nelle carceri tanto da dover proclamare il 18 ottobre del 2021 lo stato d’eccezione per 60 giorni.

Per quanto riguarda, infine, i rapporti con l’Italia, l’Ecuador ha siglato un importante accordo di conversione del debito di 35 milioni di dollari in progetti di sviluppo gestiti da un fondo italo-ecuadoriano.  Sono 4 i settori di grande interesse per anche per le imprese italiane: 1) sviluppo sostenibile dell’economia; 2) servizi sociali e miglioramento delle infrastrutture di base; 3) conservazione del patrimonio culturale e naturale; 4) rafforzamento delle capacità istituzionali.

COSTA RICA

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta di un Paese centro americano, il Costa Rica che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha condannato senza esitazioni l’aggressione russa. 

E non poteva essere diversamente. Il Costa Rica per eccellenza è un Paese simbolo della pace, dato che è stata la prima Nazione al mondo a rinunciare nel 1949 ad un esercito.

Questo Status ha avuto nel corso degli anni moltissimi riconoscimenti internazionali, tra cui anche quello delle Nazioni Unite che nel 1980 hanno creato l’ Università Internazionale per la Pace con sede principale nella Capitale San José. Per inciso, una sede dislocata si trova anche a Roma. Ma oltre all’Università dell’ONU nella Costa Rica si trova anche la Corte interamericana dei diritti umani.

Scoperta da Cristoforo Colombo la Costa Rica è stata colonia spagnola per diversi secoli. L’indipendenza fu raggiunta nel 1821. Da sempre la Costa Rica viene considerata uno dei Paesi più stabili di tutta l’America Latina.  Inoltre, nel 2015 è stata eletta il Paese più verde del mondo e per molti anni si è trovata in cima alla graduatoria internazionale delle Nazioni più felici che tiene conto della felicità media percepita dalla popolazione.

Recentemente è stato eletto nuovo Presidente il conservatore Rodrigo Chaves, ex ministro dell’economia ed ex funzionario della Banca Mondiale. Da subito il nuovo Presidente si è dovuto confrontare con una pesante recessione economica e con l’aumento della disoccupazione causata in buona parte dalla pandemia Covid-19.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, una buona base è rappresentata dall’Accordo di Associazione Unione Europea – America Centrale, in grado di offrire diverse opportunità di collaborazione economica. Attualmente in Costa Rica ci sono 100mila cittadini di origine italiana. In passato gli italiani hanno realizzato diverse opere importanti tra cui il Teatro Nazionale di San José (molto somigliante architettonicamente a La Scala di Milano) e parte della ferrovia tra l’Atlantico e la capitale.

REPUBBLICA DOMENICANA

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta della Repubblica Domenicana che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha condannato senza esitazioni l’aggressione russa. 

Insieme ad Haiti, la Repubblica Domenicana fa parte dell’isola caraibica Hispaniola, scoperta da Colombo nel 1492. Dopo una lunga dominazione ispanica, in certi periodi contrastata dalla  Francia,  nel 1791 avvenne la prima grande rivolta per l’indipendenza guidata dallo schiavo  Toussaint Louverture. 

Purtroppo, l’obiettivo dell’indipendenza fu raggiunto solo nel 1863 anche se in seguito gli Stati Uniti hanno esercitato un serrato controllo economico, arrivando ad occupare militarmente il Paese. Nel 1930 salì, invece, al potere il sanguinario dittatore Raffael Trujillo che rimase in carico fino alla sua uccisione nel 1961. Per la cronaca, un anno prima vennero assassinate le tre sorelle Mirabal particolarmente attiva nella lotta al dittatore. Ebbene, il 25 novembre, giorno della loro uccisione,  l’ONU commemora la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Dopo Trujillo il Paese ha vissuto per brevi ma intensi periodi una certa crescita economica sotto la Presidenza di Juan Bosh. Periodi che vennero interrotti nel 1965 a seguito di una nuova invasione americana.  

L’attuale Presidente è l’economista e imprenditore Luis Abinader del Partito Rivoluzionario Moderno.  Nel febbraio del 2022 il Presidente ha dato il via alla costruzione di un muro per dividere il Paese dal confinante Haiti, con l’obiettivo di ridurre drasticamente l’immigrazione irregolare e il contrabbando di armi e sostanze stupefacenti.

L’ economia della Repubblica Domenicana si basa essenzialmente sull’agricoltura anche se esiste una considerevole estrazione del ferronichel. Ottime prospettive presenta invece il settore del turismo grazie alle notevoli e variegate bellezze naturali.

Rapporti con l’Italia. Nella Repubblica Domenicana operano molti imprenditori italiani mentre la  Cooperazione italiana partecipa a varie iniziative di sviluppo, tra cui un progetto mirato ad aumentare la produttività dei coltivatori di caffè. Altri importanti progetti riguardano l’ambiente e la tutela del territorio.

GUATEMALA

Diciamo subito che si tratta di un Paese dotato di una civiltà antichissima:  basta ricordare che mentre l’antica Roma si espandeva nel Mediterraneo, in Guatemala fiorivano realtà come El Mirador, la splendida città maya con oltre 100mila abitanti e ricca di piramidi.

, nel XVI secolo arrivò la colonizzazione spagnola con tutte le sue devastazioni e distruzioni. La popolazione locale dovette, quindi, aspettare tre secoli prima di ottenere l’indipendenza il 15 settembre del 1821. Seguirono anni molto difficili dal punto di vista sociale ed economico. L’intensa coltivazione del caffè è iniziata verso la metà del XIX secolo.  Fu allora che cominciarono anche ad arrivare imponenti investimenti stranieri e l’affermazione di grandi latifondisti.

Dopo la seconda guerra mondiale il Guatemala ha tentato di attivare una politica di sviluppo e graduale indipendenza economica. Venne, ad esempio, espropriata dalle terre non coltivate (e dietro indennizzo) la potente società americana United Fruit: una scelta che spinse gli Stati Uniti a invadere il Paese, a rovesciare il Governo e a far abrogare la riforma agraria.

Più recentemente, negli anni sessanta, è scoppiata una tragica guerra civile durata ben trent’anni. Risale a quel periodo l’assegnazione del premio Nobel per la pace a Rigoberta Manchù, un’attivista indigena impegnata nella lotta per i diritti umani. 

L’attuale Presidente è il conservatore Alejandro Giammattei di origine italiana, in carica dal gennaio del 2000 con il partito Vamos. Ancora oggi, bisogna dirlo, l’economia guatemalteca è strettamente connessa a quella statunitense registrando una consistente presenza di imprese americane sul territorio. Purtroppo, in Guatemala rimangono sempre profonde differenze e sperequazioni sociali e culturali. Non è quindi un caso che

l’attività della cooperazione italiana in Guatemala, alla pari di quello che avviene in altri Paesi centroamericani, è fortemente  concentrata sulla componente sociale. Che poi, diciamolo, il Presidente abbia anche un passaporto Poi italiano può solo rappresentare una nota positiva per le relazioni bilaterali.

PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10http://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea Equatoriale Marocco

Puntata n.11 (Eswatini, Togo, Turkmenistan, Venezuela)

REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del Movimento Tutela Sociale La Nuova Era Sociale