(Foto: nel riquadro Antonio Diomede, Presidente della REA, Radiotelevisioni Europee Associate) –

Con questo numero Punto Continenti, in collaborazione con il Movimento Tutela Sociale, inizia una serie di interviste con Antonio Diomede, Presidente della REA (Radiotelevisioni Europee Associate), l’Associazione che rappresenta in Italia molte delle piccole e medie radio e televisioni: un comparto che in questo momento si trova in una profonda crisi non solo in Italia a ma a livello internazionale. Essendo un combattente nato, l’ingegnere Diomede ha rappresentato per decenni un preciso punto di riferimento non solo per le emittenti locali ma per tutti coloro che operano nel campo della comunicazione. In questa serie di interviste Diomede si soffermerà sia sui grandi cambiamenti tecnologici che stanno trasformando giornali,  radio e televisioni, sui pericoli di un’informazione sempre più controllata dai grandi potentati economici. Un argomento che sta profondamente a cuore anche il Movimento Tutela Sociale, un movimento d’opinione che si propone di rafforzare lo Stato Sociale in tutti i Paesi.

Lei più volte Lei ha sostenuto nei suoi interventi che in tutto il mondo la gestione delle telecomunicazioni rappresenta uno dei maggiori rischi per la democrazia. Cosa intendi dire esattamente?

Ormai anche la gente comune, che molte volte non si interessa di politica, comincia ad avvertire che al di sopra delle nostre teste si sta creando un super potere mondiale capace di controllare tutto e di imporre le sue leggi senza alcuna possibilità di appello. Gli Stati contano sempre di meno e sempre di più sono subordinati ai voleri di questo impalpabile ma reale super potere. Quasi sempre la gente tende a identificare questo super potere nella grande finanza e nei banchieri che non hanno né bandiera né nazionalità al di fuori del dio denaro. Ma non è così.

Cioè, esiste un potere al di sopra della finanza?

Ogni sviluppo della storia moderna ha fatto leva su tre elementi: la comunicazione, l’energia e i trasporti.  Chi controlla questi tre fattori ha in mano il controllo del mondo. Dopo la scoperta dei caratteri mobili da parte di Johannes Gutenberg nel XV secolo, i detentori del potere economico hanno sempre cercato di sfruttare al massimo il potenziale della comunicazione che, nel XIX secolo s’identificava nella stampa, nel XX secolo nel telefono, radio e Tv e nel XXI in internet.

Il controllo della comunicazione serve non solo alla produzione ma anche a preparare il terreno per agire in regime di monopolio che rimane, inutile nasconderlo, la massima e unica aspirazione di ogni impresa capitalistica di stampo neo liberale. Questo tipo di impresa, questo potere economico, aspira a controllare ogni forma di comunicazione. Può sembrare strano ma questo problema viene avvertito molto di più nei Paesi più poveri: in quelli più ricchi la gente è troppo distratta dal benessere.

Però i mezzi di comunicazione nel mondo sono tantissimi e quindi appare difficile ipotizzare un dominio totale.

Solo in apparenza è così. Nella realtà il nascente super potere cerca di monopolizzare l’informazione. In che modo? Invece di acquistare radio, televisioni o siti web, cerca di impossessarsi della linfa vitale di questi mezzi: cioè, le frequenze. Molto più semplice.

Facciamo un esempio diverso: in campo automobilistico più che produrre automobili è importante controllare le fonti energetiche che consentono alle automobili di muoversi, penso ovviamente al petrolio, al gas e presto alle batterie. Nel caso dell’informazione, veramente potente è chi gestisce le frequenze. Senza frequenze non è possibile trasmettere programmi radiofonici o televisivi.

Ecco perché la concentrazione delle telecomunicazioni rappresenta un vero pericolo per la stessa democrazia.

Possiamo dare un volto a questi personaggi che aspirano a diventare i padroni del mondo?

Beh, sicuramente si trovano all’interno di quell’uno percento della popolazione che è già più ricca della metà della popolazione mondiale. Sono i signori che hanno fondato alcuni Club ultra esclusivi come, ad esempio, il Gruppo Bilderberg. 

Penso, ad esempio, alle grandi società di telecomunicazione che sono circa una trentina. E a proposito di telefonia vorrei ricordare che con il 5G, cioè, con i sistemi di quinta generazione, s’avvierà in tutto il mondo la terza rivoluzione industriale. Come è noto Attraverso il 5G si potrà con il telefono colloquiare non solo con le persone ma anche con le cose. Ad esempio, accendere il forno di casa stando lontani. Il ruolo della telefonia crescerà notevolmente. 

Io temo che entro il 2030 arriveremo a 6 – 7 società in grado di controllare direttamente o indirettamente tutta l’informazione radiofonica, televisiva, internet e telefonia. In questo club ci saranno sicuramente gli americani, i cinesi, i russi e forse qualche società europea.

Non Le sembra un po’ fantapolitica?

Direi proprio di no. Prendiamo il caso di Carlos Slim, considerato uno degli uomini più ricchi del mondo. Questo imprenditore messicano di origine libanese opera ormai in molteplici settori, dalle telecomunicazioni alle attività bancarie, assicurative, al monopolio del tabacco e del petrolio messicano.

Già oggi Slim è l’uomo più potente dell’America Latina nel campo delle telecomunicazioni: detiene le tre più importanti società del continente (Telmex, Tecel e America Movil) che controllano il 73% del traffico di telefonia mobile del sub continente americano, con un bacino di utenti che supera largamente i 100 milioni di fruitori. Ecco, Slim rappresenta un classico esempio di concentrazione neo liberale operante in diversi settori strategici.

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Videoclip del Movimento Tutela Sociale