(Foto: Helsinky, Capitale della Finlandia)  

Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL* REA International e del Circuito delle 100 Radio sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di cinque Paesi che hanno condannato la Russia (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si può trovare a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna.

FINLANDIA

Parliamo della Finlandia, Paese considerato da molti indicatori internazionali come uno degli Stati più felici del mondo. In effetti, la qualità della vita è decisamente alta. Inoltre, il Paese si caratterizza per una elevatissima rappresentanza politica al femminile: il Presidente è Sauli Niisto; il primo Ministro Sanna Marin. In parlamento, poi, siedono ben 93 donne, il 47% dei parlamentari.

A rompere la storica neutralità della Finlandia e ad agitare i sonni dei suoi cittadini ci ha pensato la guerra russa-ucraina. Oggi i finlandesi vivono la paura di una nuova possibile aggressione (in un recente passato ci sono state ben tre guerre con la Russia: nel 1918, nel 1939 e nel 1944) . Questo timore ha spinto il Governo a chiedere di entrare nelle NATO, l’Alleanza transatlantica creata per la difesa dell’Europa. Per la cronaca, la Finlandia confina per 1340  chilometri con la Russia.

Ma non c’è solo il pericolo Russo a turbare i sonni dei finlandesi. Molti sono preoccupati anche per la graduale attenuazione dello stato sociale, per la privatizzazione e mercificazione dell’istruzione, per l’aumento della disuguaglianza e per l’indebolimento del sistema sanitario universale. 

L’ingresso nella Nato non è comunque scontato: c’è da superare, ad esempio, l’opposizione del Presidente turco Erdogan che accusa Finlandia e Svezia di ospitare terroristi curdi.

Ma parliamo un po’ di storia. La Finlandia ha fatto parte del Regno di Svezia dal XII secolo al 1809. Da quel momento è diventato un gran ducato all’interno dell’impero russo. L’indipendenza è stata, invece, conquistata dopo la rivoluzione russa del 1917, più precisamente il 4 gennaio del 1918. 

Dopo la seconda guerra mondiale la Finlandia è entrata all’ONU e nell’Unione Europea nel 1995. Da quel momento è iniziata a creare uno dei migliori sistemi educativi d’Europa,  un forte Stato Sociale e uno dei sistemi economici più competitivi del mondo. Tutte conquiste che, come detto precedentemente, cominciano a vacillare.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, attualmente ci sono diverse imprese italiane con una solida presenza in Finlandia, tra cui Beretta, Ferragamo, Prysmian, ecc.  Per quando riguarda, invece, gli investimenti finlandesi in Italia, da segnalare che la fabbrica Grandi Motori di Trieste, e quindi le navi di Fincantieri prodotte a Trieste, montano motori finlandesi Wärtsilä prodotti a Monfalcone.

SVEZIA

Parliamo della Svezia. Alla pari della Finlandia, anche la Svezia ha deciso di rinunciare alla sua storica neutralità per chiedere di entrare nella Nato a causa del timore di un’invasione russa come quella avvenuta in Ucraina. Su questa decisione sono stati, però, sollevati dei dubbi.

Tra i più ardenti sostenitori dell’entrata della Svezia nella Nato figura, infatti, il miliardario Jacob Wallenberg, che avrebbe premuto pesantemente sul governo affinché presentasse la domanda di adesione alla Nato. Le ragioni non sono difficili da immaginare: la famiglia Wallenberg detiene, infatti, la maggioranza delle azioni della Saab, la grande fabbrica di armi che potrebbe realizzare enormi profitti con l’entrata nella Nato. Del resto, già dopo l’invasione russa, il valore delle azioni è quasi raddoppiato.

Detto ciò, è anche vero che il Regno di Svezia ha sempre avuto un rapporto complesso con la Russia. Ricco di risorse naturali gli svedesi negli ultimi decenni hanno beneficiato di un alto livello di benessere. E pensare che ancora nel XVIII secolo la Svezia era uno dei Paesi più poveri dell’Europa a causa anche della guerra perduta con la Russia di Pietro il Grande.

In seguito il Paese dominerà per quasi un secolo la Norvegia. Nel corso della prima e della seconda guerra mondiale la Svezia si è mantenuta sempre neutrale. Tra gli avvenimenti che nel dopo guerra hanno fatto maggiore scalpore, anche livello internazionale, figura certamente l’uccisione avvenuta il 1986 del primo ministro Olof Palme: un delitto mai chiarito del tutto.

Attualmente il primo ministro è Magdalena Anderson. Tra i vari successi registrati dalla Svezia negli ultimi decenni possiamo sicuramente annoverare la digitalizzazione del Paese. Ciò ha consentito, durante la pandemia, che il passaggio in remoto del lavoro in ufficio e delle aule scolastiche non avesse creato alcun intoppo. Notevole è anche l’impegno degli svedesi sul piano della tutela ambientale (non a caso Greta Thunberg già da piccola era diventata un’icona internazionale).

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, il trend delle importazioni svedesi è in continua crescita. Secondo una nota dell’Ambasciata italiana di Stoccolma, oltre alla moda, al design e all’enogastronomia sono molto apprezzate le eccellenze italiane nel campo della meccanica, della robotica, delle biotecnologie, delle nanotecnologie e della ricerca applicata”. 

NORVEGIA

Parliamo della Norvegia. La storia di questo Paese scandinavo nei secoli passati è stata profondamente segnata dalla dominazione vichinga, che si è estesa fino al Mediterraneo. Poi, per secoli la Norvegia è stata occupata alternativamente dalla Danimarca e dalla Svezia fino al 1905, quando si è resa finalmente indipendente.

Durante la seconda guerra mondiale, pur essendo un Paese neutrale, la Norvegia è stata occupata dai tedeschi a causa della sua posizione strategica. Una volta finita la guerra, la Norvegia nel 1949 è entrata a far parte della Nato.

In quegli anni la Norvegia era uno Stato abbastanza povero. Una vera svolta radicale è avvenuta alla fine degli anni sessanta con la scoperta del petrolio e del gas naturale che, in pochi anni hanno   trasformato la Norvegia in uno dei Paesi più ricchi del mondo con indici estremamente elevati anche sul piano dello sviluppo umano e del progresso sociale.

A questa nuova realtà ha contribuito anche la massiccia esportazione di materie prime come il legno. In questo quadro positivo forse l’unica nota stonata è rappresentata dalla spietata caccia alle balene, superiore perfino a quella praticata da giapponesi e islandesi e in barba a tutti i divieti internazionali.

Sul piano istituzionale, la Norvegia è una monarchia parlamentare con a capo il Re Harold V. L’attuale primo ministro è dall’ottobre del 2021, Jonas Store del partito laburista.

Da diversi il governo sta dedicando una particolare attenzione alle infrastrutture per la produzione di energia rinnovabile. Inoltre, molte aziende norvegesi offrono la possibilità di compensare le emissioni di gas serra piantando alberi. Comunque, la crisi dell’energia ha finito per colpire anche i norvegesi, tanto da indurre il governo a promettere un pacchetto di aiuti per le famiglie in difficoltà.  

I rapporti tra l’Italia e la Norvegia sono molto amichevoli. Anche se non fa parte dell’Unione Europea la Norvegia è molto integrata attraverso l’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE) e mediante l’Associazione Europea di libero scambio (EFTA). Inoltre fa parte dell’Area Schengen.

La Norvegia  rappresenta per l’Italia anche uno dei maggiori fornitori di gas e petrolio attraverso la joint venture Var Energi creata dall’ENI. Rimane da aggiungere che i consumatori norvegesi apprezzano molto la moda italiana, la produzione agroalimentare, l’arredamento, i macchinari industriali e il turismo nel bel Paese, nonché il vino rosso.

DANIMARCA

Parliamo della Danimarca. Due fatti hanno colpito e diviso negli ultimi anni l’opinione pubblica danese. Il Primo riguarda la condanna a due mesi di detenzione di Inger Stojberg, ministro del governo conservatore di Lokke Rasmussen in carica dal 2015 al 2019. La causa? un provvedimento assunto dal ministro contro due giovani siriani.

Per il  Ministro, infatti, in caso di richiesta di asilo se uno dei coniugi richiedenti ha meno di 18 anni, la coppia non può vivere nello stesso centro di accoglienza. Si è trattato di una decisione che ha violato la Convenzione europea dei diritti umani tanto da spingere il parlamento a sollecitare, per la prima volta nella storia della Danimarca, l’impeachment del ministro.

Il secondo fatto è collegabile alla scoperta che tra il 2012 e il 2014 i servizi segreti militari danesi hanno spiato per conto della CIA Americana, diversi politici europei, tra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese Macron. Dopo varie richieste di chiarimento nel 2020 il nuovo esecutivo ha licenziato tutti i vertici dei Servizi segreti. 

Ma ora parliamo un po’ del Paese in generale. Del Regno della Danimarca fanno parte con un’ampia autonomia la Groenlandia e le isole Faer Oer. Da registrare che storicamente la Danimarca ha sempre controllato l’accesso al mar Baltico. Per quanto riguarda il suo regime monarchico esso è il più antico attualmente vigente, se escludiamo quello giapponese.  Attualmente al vertice dello Stato ci sono due donne: la Regina Margherita e il primo ministro social democratico Mette Fredriksen.

Nel 1973 la Danimarca è entrata nell’Unione Europea, mantenendo però come moneta la corona danese.  Con un’economia decisamente orientata verso lo sviluppo dei servizi, la Danimarca detiene alcuni degli indici più elevati sul piano sociale e della qualità della vita.

Per quanto riguarda, infine, i rapporti con l’Italia, sul piano dell’import-export  le relazioni commerciali tra i due Paesi seguono un trend abbastanza consolidato, con una continua crescita delle esportazioni italiane (soprattutto di macchinari e attrezzature per trasporti) e un lieve decremento delle esportazioni danesi.

TIMOR EST

Parliamo di Timor est che in occasione del voto all’ONU sulla guerra russo-ucraina, ha condannato decisamente la Russia. Del resto, se c’è un Paese che è stato vittima di un’aggressione estremamente brutale lo è sicuramente questa ex colonia portoghese che occupa la metà  dell’isola indonesiana di Timor. Ma facciamo un passo indietro.

Nel 1974, dopo la rivoluzione dei garofani, il Portogallo decise di concedere l’indipendenza a tutte le sue colonie. L’anno successivo, il Fronte rivoluzionario di Timor Est dichiarò l’indipendenza della parte orientale dell’isola. Contro questa decisione il 7 dicembre 1975 si è opposta violentemente l’Indonesia con un repressione che provocò la morte di oltre 200mila persone su una popolazione di meno di 1milione e mezzo di abitanti. 

Successivamente il Paese è stato affidato a un’amministrazione transitoria delle Nazioni Unite mentre nel 2002 Timor est è diventato finalmente indipendente a seguito di un referendum che vide il 78% dei votanti scegliere l’indipendenza. In quella circostanza venne anche eletto come primo Presidente il leader della resistenza Xanana Gusmao.

Sei anni dopo, nel 2008, sono state scoperte in fondo al mare importanti giacimenti di gas e petrolio. Risorse diventate ancora più preziose a seguito della guerra russo ucraina e che l’attuale Presidente Guterres e il primo ministro Ruak stanno utilizzando per far decollare in maniera decisa l’economia del Paese. Non a caso, quindi, per molti osservatori Timor Est  entro il 2030 potrebbe diventare una potenza a medio reddito.

Per quanto riguarda l’Italia, infine, occorre ricordare che una solida componente dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare italiana (in tutto 600 uomini) ha dato un sostanziale contributo alla pacificazione di Timor Est. Sul piano economico, oltre alle risorse energetiche,  una certa attenzione da parte del mondo imprenditoriale italiano riguarda il turismo che è ancora poco sviluppato a Timor Est ma che presenta grandissime potenzialità di crescita, grazie anche a un mare pressoché incontaminato.

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PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10 ( http://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea Equatoriale Marocco

Puntata n.11 (Eswatini, Togo, Turkmenistan, Venezuela)

Puntata n.12 (Messico, Ecuador, Costa Rica, Rpubblica Domenicana e Guatemala).

Puntata n.13 (Haiti, Honduras, Panama, Argentina e Brasile).

Puntata n.14  (Cile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay)

Puntata n. 15 ( Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar)

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REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del Movimento Tutela Sociale

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