(Foto: Manila, Capitale delle Filippine) 

Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL* e del Circuito delle 100 Radio sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di cinque Paesi che hanno condannato la Russia (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si può trovare a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna.

COREA DEL SUD

Uno dei Paesi che dal punto di vista economico è rimasto maggiormente colpito dalla pandemia è certamente la Corea del Sud. Le maggiori vittime del virus sono state soprattutto le famiglie e le piccole imprese. Molte aziende sono fallite, molti imprenditori si sono indebitati fino alle più tragiche conseguenze. Alcuni sono arrivati perfino al suicidio per colpa anche dei modesti sussidi erogati dal Governo: circa un decimo di quello che è avvenuto, ad esempio, negli Stati Uniti, in Francia o in Giappone.

Tra i pochi che, al contrario, hanno registrato un successo planetario, sono stati i produttori della serie TV Squid Game,  che racconta di persone costrette da situazioni disperate a partecipar a un gioco in cui rischiano la vita, pur di vincere un consistente premio in denaro.

Per molti anni la Corea del Sud è stata automaticamente abbinata a due realtà di portata internazionale: la prima, si riferisce alla guerra scoppiata nel 1950 con la Corea del Nord: un conflitto che ha coinvolto Cina, Russia e Stati Uniti, e che ha lasciato sul campo 4 milioni di vittime, senza che mai venisse sottoscritto un trattato di pace. La seconda realtà caratterizzante la Corea del Sud è stato il suo enorme sviluppo economico. Con gli anni è diventato uno dei Paesi più ricchi non solo dell’Asia, ma del mondo.

Sul piano politico nella vita della Corea del Nord non sono mancate incertezze di stampo autoritario e golpistico. Il primo è avvenuto per opera del generale Park Chung-hee, rismasto al potere dal 1963 fino al 1979, quando venne assassinato. Seguì il colpo di Stato del 1980 di Chun Doo-Hwan, autore di un vero massacro nel sud del Paese. Solo nel 1993 venne finalmente eletto un Presidente che non proveniva dagli ambienti militari.

Per quanto riguarda il conflitto con i coreani del nord, a partire dal 2000 ci sono stati vari incontri tra i due Paesi con l’obiettivo di raggiungere una convivenza pacifica. Da registrare, poi, che nel 2013 è stato eletto il primo Presidente donna mentre l’attuale Presidente è l’ex magistrato Yoon Souk Yeol.

Infine, la Corea ha avuto anche un Segretario Generale dell’ONU, Ban Ke-moon mentre, nel frattempo, il Paese è diventato la quarta potenza dell’Asia, dopo Cina, Giappone e India.

Va detto che per molti anni il Governo coreano ha incoraggiato il risparmio e gli investimenti piuttosto che il consumo. Un ruolo importante nella crescita del Paese hanno esercitato decisamente l’industria e l’edilizia.

Per quanto riguarda i rapporti bilaterali con l’Italia, è bene ricordare che nel 2011 è stato sottoscritto un importante accordo commerciale dall’Europa con la Corea del Sud che ha abolito i dazi doganali su quasi tutti i prodotti. Questo accordo ha favorito sensibilmente anche le esportazioni italiane. Al momento le migliori prospettive per il Made in Italy riguardano i settori dell’abbigliamento in tessuto, dei  prodotti farmaceutici e dei metalli e pietre preziose.

MACEDONIA DEL NORD

Quando un nome può alimentare un contrasto fino a provocare una vera rottura diplomatica: è il caso della Macedonia del Nord. Ma ripercorriamo velocemente la sua storia. Stiamo parlando di un Paese della penisola balcanica, con capitale Skopje, che fino al 2019 si chiama Repubblica della Macedonia.

In passato questa Repubblica faceva parte  della ex Jugoslavia. E prima ancora il suo territorio ha appartenuto a diversi imperi, tra cui anche l’Impero Romano. Dopo la prima guerra mondiale fece parte, invece, del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni che nel 1929 diventò Jugoslavia.

Dopo la seconda guerra mondiale la Macedonia fu una delle sei Repubbliche della Repubblica Socialista di Jugoslavia. Nel 1991 divenne indipendente ma da quel momento iniziò un aspro conflitto politico e diplomatico con la Grecia a causa proprio del nome Macedonia, che storicamente evoca una mitica regione greca. La disputa si concluse con l’accordo di Prespa (nome di due laghi di

che si trovano tra Grecia, Macedonia del Nord e Albania). Dopo un referendum e una revisione Costituzionale la Macedonia accettò di aggiungere al proprio nome la dizione ‘del Nord’. A seguito di questa decisione la Macedonia del Nord poté entrare nella Nato e nel 2025 potrà entrare nell’Unione Europea.

Sul piano politico la Macedonia del Nord è una Repubblica parlamentare. L’attuale Presidente è Stevo Pendarovski mentre il Capo del Governo è dal 2022 l’economista Dimitar Kovacevski del partito dell’ Unione Democratica  di Macedonia.

Sul piano economico la Macedonia del Nord ha compiuto dopo l’indipendenza uno sforzo notevole per uscire dalla povertà. Purtroppo, la produzione industriale si trovava allo stremo, inoltre, mancavano completamente i servizi e gli aiuti della ex Jugoslavia. L’assenza, poi, delle infrastrutture e l’interruzione dei rapporti commerciali con la Jugoslava e la Grecia (sempre per la questione del nome), hanno reso decisamente drammatica la situazione economica della Macedonia del Nord. 

A partire dal 1996, comunque, si è assistito a una graduale ripresa che purtroppo si è interrotta nel 2001 a seguito di un acceso conflitto con e tra le minoranze albanesi. Attualmente il Paese registra una forte disoccupazione e un diffuso mercato nero.

Per quanto riguarda i rapporti bilaterali con l’Italia, attualmente occupiamo l’8° posizione della graduatoria dei paesi-partner commerciali della Macedonia del Nord, con una quota del 3,77%. Le esportazioni italiane riguardano prevalentemente le macchine per impieghi speciali, cuoio conciato e lavorato, macchine di impiego generale, prodotti alimentari, articoli in materie plastiche, tessuti, calzature ed elettrodomestici. Da registrare che dal 2020 il governo della Macedonia del Nord pubblica ogni anno un “Bando per investimenti strategici”, cioè, quelli che portano un contributo significativo alla crescita economica, alla creazione di un numero sostanziale di posti di lavoro e all’introduzione di nuove tecnologie che aumentino la capacità produttiva del Paese.

ALBANIA

L’Albania, già parte dell’impero romano, grande centro culturale durante l’impero bizantino, fiera oppositrice dell’impero Ottomano, dopo la prima guerra mondiale è diventata un protettorato italiano e poi integrata nel Regno d’Italia nel 1939.

Dopo la seconda guerra mondiale l’Albania è diventata uno Stato Comunista. Da quel momento ha attraversato una fase di isolamento internazionale che ha pochi esempi nella storia.

Fino al 1990 l’Albania ha interrotto le relazioni con tutto il mondo occidentale e capitalista. E fin qui ci siamo. Quello che per certi versi ha dell’incredibile è avvenuto sotto la dittatura di Enver Hoxha (morto nel 1985) quando l’Albania decise di rompere le relazioni economiche e politiche anche con tutti i ‘fratelli’ comunisti: l’Unione Sovietica, i Paesi del Patto di Varsavia, la Cina, la Jugoslavia, ecc. In pratica diventò, come amava definirsi,  l’ultima fortezza marxista: nella realtà si trasformò uno Stato-prigione, che non consentiva a nessuno di uscire dal Paese senza autorizzazione. Questo regime dei duri e puri cadde solo nel 1991 a seguito delle prime elezioni libere. 

La lunga fase di isolamento totale non poteva non incidere pesantemente sul futuro del Paese. In ogni caso, oggi l’Albania, abitata da poco più di 3 milioni di cittadini, è una Repubblica parlamentare. Il neoeletto Presidente è Bajram Begaj. Il primo ministro dal 2013 è Edi Rama, ex pittore eccentrico e cestita, nonché fondatore del Movimento per la Democrazia e oggi membro del Partito socialista d’Albania. Rama in precedenza è stato sindaco per ben tre volte della capitale Tirana fino al 2011. In questa veste è stato nominato sindaco del mondo 2004, in un concorso internazionale basato sul voto diretto da internet, organizzato dalla non-CITYMAYORS, organizzazione commerciale con sede a Londra. 

Sul piano politico, come primo ministro Rama gestisce un Paese ormai perfettamente inserito nel contesto internazionale. L’Albania  fa parte, infatti, dell’ONU, dell’Osce, del Consiglio d’Europa, dell’Organizzazione mondiale del Commercio e di altre importanti istituzioni. Inoltre, dal 24 giugno del 2014 è ufficialmente candidata per l’adesione all’Unione Europa.

Sul piano economico la situazione permane abbastanza complessa, con una crescita spesso disordinata e squilibrata. Un esempio è rappresentato dalla capitale Tirana, dove in questo momento molti edifici storici stanno scomparendo sotto la pressione della speculazione edilizia, spesso collegata al riciclaggio di denaro sporco.

Complessivamente, comunque, il Paese sta registrando una crescita costante, in buona parte dovuta  al turismo che in pochi anni è passato da circa 500mila (nel 2005) a  oltre 6 milioni di visitatori. Per il Ministro dell’Ambiente e del Turismo Blendi Klosi, nei prossimi anni il numero di turisti potrebbero arrivare a 10milioni, grazie alle bellezze naturali, ai numerosi castelli, alle splendide località di mare e ai vari siti archeologici presenti in Albania.  

Da registrare, infine, che sul piano bilaterale, l’Italia è il principale esportatore e importatore dell’Albania. Inoltre, finanzia vari progetti in ambito politico, giudiziario, turistico ed energetico.

GEORGIA

Sicuramente uno dei personaggi più controversi della Georgia è stato Mikhail Saakashvili.  Al potere dal 2003 al 2013, ha lasciato il Paese dopo la vittoria dell’oligarca filo russo Bidzina Ivanshvili. Avendo anche la nazionalità ucraina Saakashvili è diventato successivamente governatore della Regione di Odessa. Passano alcuni anni e Saakashvili viene condannato in contumacia in Georgia a sei anni di prigione per abuso d’ufficio e malversazione. Ma Saakashvili non si arrende, anzi, torna in patria per mettersi alla testa dell’opposizione. Come arriva, però, viene arrestato. A questo punto inizia uno sciopero della fame che termina solo quando il Ministero della Giustizia ordina di trasferirlo in un ospedale militare.

La movimentata storia di Saakashvili s’inquadra perfettamente nel turbolento sviluppo della Georgia e dell’Ucraina, attualmente invasa dalla Russia. Basti ricordare che a partire dal 2004 la Georgia ha visto ben 14 cambi di primi ministri.

Ma facciamo qualche passo indietro.

Dopo il 1801 la Georgia ha fatto parte dell’impero russo.  Nel XX secolo è diventata una Repubblica dell’Unione Sovietica. Dopo il crollo del regime sovietico nel 1991 ottiene finalmente l’indipendenza. Nel 2008 ci furono violenti scontri con la Russia  nell’Ossessia del Sud. I militari russi che sostenevano i secessionisti locali bombardando, tra l’altro, il porto strategico di Poti, oltre a occupare  la città di Gori e altre località. La pace venne firmata nello stesso anno.

Attualmente la Georgia è una Repubblica Parlamentare. Il Presidente è una donna: Salomé Zourabichvili, mentre il primo ministro è Irakli Garibashvili, in carica dal 2021. Ha sostituito il precedente premier Giorgi Gakharia che si era dimesso perché contrario all’arresto dell’esponente dell’opposizione Nika Melia.

La Georgia fa parte del Consiglio d’Europa, dell’Osce e di diversi altri organismi internazionali. Inoltre, ha presentato la richiesta di adesione alla NATO.

Sul piano economico, a partire dal 2000 il Paese ha registrato interessanti sviluppi con una consistente riduzione della povertà. Per la cronaca, nel 2007 la Banca Mondiale ha definito la Georgia il primo Pase del Mondo in termini di riforme economiche perché in un anno è passata dal 112° al 18° posto nella classifica dei Paesi che presentano le migliori condizioni di sviluppo.

Permangono, tuttavia, alcuni indicatori negativi come l’inflazione e la disoccupazione, determinati anche dall’embargo deciso dalla Russia per contrasti politici: ad esempio, nei riguardi del famoso vino georgiano. 

Sul piano dei rapporti bilaterali, l’Italia e la Georgia intrattengono solide relazioni economiche, sia a livello istituzionale che imprenditoriale, grazie anche agli accordi siglati tra l’Unione europea e la Georgia. Dal punto di vista commerciale, l’Italia è il quarto partner europeo della Georgia ed il decimo mondiale. Sono presenti in Georgia diverse aziende del calibro di Saipem, Salini-Impregilo, Gruppo Ferrero, ecc.

FILIPPINE

Ai cinesi la vittoria ottenuta nel maggio del 2022 di Ferdinand Marcos Jr. alla Presidenza della Repubblica delle Filippine, non risulta essere molto gradita. Del resto, da quando è salito al potere il figlio dell’ex dittatore Marcos, sono iniziate le manovre per ‘aggiustare’ i rapporti tra i due Paesi. Ad esempio, il Governo di Manila ha cancellato tre progetti ferroviari avviati dal Governo precedente. Inoltre, ha sospeso i negoziati con la Cina sulle risorse energetiche nel mar cinese meridionale.

Da sempre la famiglia Marcos è vicina agli Stati Uniti. Dopo il dominio spagnolo e, per un certo periodo quello giapponese, gli americani hanno dominato le isole fino all’inizio della seconda guerra mondiale. L’indipendenza è stata raggiunta nel 1946. Per molti anni il Paese ha dovuto confrontarsi con ribellioni organizzate da militanti comunisti. Con l’aiuto degli Stati Uniti queste ribellioni sono scomparse negli anni sessanta, anche se permangono forti contrasti tra i proprietari terrieri e i contadini poveri e spesso sfruttati.

Nel 1965 arrivò al potere Ferdinand Marcos padre, che instaurò una dittatura e dopo sei anni dichiarò la legge marziale. Nel 1986 venne cacciato perché accusato di corruzione  e di pesanti violazioni dei diritti umani. Il presidente visse e morì in esilio nelle Hawaii. Passano 36 anni ed ecco che viene eletto Marcos jr. appoggiato da Sara Duterte, figlia dell’ex Capo dello Stato Rodrigo Duterte.

Per quanto riguarda lo sviluppo economico, occorre sottolineare che le Filippine sono una nazione con 100 milioni di abitanti, caratterizzata da un mercato e da un’economia pienamente immersi nel boom asiatico. Consistenti sono le esportazioni di semiconduttori e prodotti elettronici, mezzi di trasporto, prodotti petroliferi e prodotti agricoli. Introiti importanti derivano anche dalla pesca, dai servizi, dall’artigianato, nonché dal turismo che può contare su splendide bellezze naturali.

A facilitare i rapporti internazionali c’è anche il fattore linguistico: l’inglese è, infatti, la seconda lingua ufficiale del Paese. Inoltre, le Filippine consentono un accesso a tutti i grandi mercati dell’area grazie ai  trattati di libero scambio siglati in ambito ASEAN:  l’associazione che raggruppa Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Tailandia e Vietnam. 

Per quanto riguarda, infine, i rapporti bilaterali, la presenza sul posto delle aziende italiane è ancora marginale. In compenso gli ingenti investimenti compiuti dalla Filippine nell’ambito delle infrastrutture, attività industriali, turismo e filiera agroindustriale, presentano grandi opportunità per le aziende italiane operanti soprattutto nei settori tecnologici di alto livello. 

PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10 ( http://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea Equatoriale Marocco

Puntata n.11 (Eswatini, Togo, Turkmenistan, Venezuela)

Puntata n.12 (Messico, Ecuador, Costa Rica, Rpubblica Domenicana e Guatemala).

Puntata n.13 (Haiti, Honduras, Panama, Argentina e Brasile).

Puntata n.14  (Cile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay)

Puntata n.15 ( Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar)

Puntata n.16 (Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Timor est)

Puntata n.17 (Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Ungheria)

Puntata n.18 (Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Portogallo, Grecia)

Puntata n.19 (Australia, Nuova Zelanda, Canada, Sud Africa, Giappone)

Puntata n.20 (Slovenia, Serbia, Bosnia, Montenegro e Croazia)

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REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del Movimento Tutela Sociale