(Foto e riquadro: Roberta Casini a Lucignano).

Punto Continenti in questa campagna elettorale ha deciso di sentire soprattutto i candidati meno conosciuti, ai quali non viene data la possibilità di andare in televisione ma ai quali viene chiesto il sacrificio di esporsi senza avere alle spalle i mezzi per condurre un’efficacia campagna elettorale, diventata purtroppo sempre più costosa. Paradossalmente è proprio tra questi candidati che possiamo trovare alcune delle candidature migliori, più preparate e vicine alla popolazione. E’ il caso di Roberta Casini, sindaco di Lucignano in provincia di Arezzo, ora candidata a diventare Deputato per il Partito Democratico alle prossime elezioni del 25 settembre. Anche se il confronto appare durissimo l’avvocatessa Casini potrebbe rappresentare una delle grandi sorprese di queste elezioni: almeno è quello che sperano molti cittadini di Lucignano che l’hanno votata per ben due volte come sindaco. Lei si presenta per il collegio plurinominale che comprende Arezzo, Siena, Grosseto e Livorno.  A Casini Punto Continenti ha posto alcune domande.

Cosa le ha insegnato la sua lunga esperienza da sindaco di Lucignano?

L’importanza dell’ascolto, la vicinanza alla gente. In un piccolo comune non mancano le difficoltà e il rapporto con i cittadini diventa fondamentale. Ecco che saper intercettare le esigenze delle famiglie, delle imprese, delle piccole attività di vicinato, diventa l’autentico impegno quotidiano, una sfida delicata e che richiede, insieme alla massima comprensione reciproca, anche una dedizione assoluta. L’altro aspetto che ho fatto mio è il fare squadra a vari livelli. C’è il team di lavoro in comune, con gli uffici, i dipendenti, gli assessori e nel contempo la sinergia da creare ed alimentare con i livelli regionale e nazionale. Ecco, penso che anche in questo caso, come amministratrice, di aver svolto al massimo delle mie possibilità questo impegno, andando a intercettare risorse importanti, sempre nell’interesse primario dei cittadini. Questo sistema di lavoro e di dialogo continuo vorrei poterlo trasferire in Parlamento, se mi verrà concesso dagli elettori, rappresentando a Roma le istanze del nostro territorio. Anche puntando i piedi, se necessario.

Quali sono gli obietti principali che intende perseguire alla Camera?

Vorrei poter rappresentare quelle che sono le principali ‘emergenze e urgenze’ del nostro territorio. In particolare intendo impegnarmi su temi quali la sanità, impegnando il Governo a erogare risorse importanti alle Regioni per il rafforzamento dei presidi sanitari, per così dire, periferici; sul lavoro sarà importante garantire il giusto sostegno alle piccole medie imprese territoriali, con i loro prodotti che spesso sono eccellenze mondiali, ma che soffrono di sbocchi commerciali e promozionali inadeguati; collegato a questo tema, c’è quello delle infrastrutture, con la stazione Alta Velocità, la Due Mari. Si tratta di opere che non possono più aspettare e che dobbiamo portare a termine per lo sviluppo economico e turistico dell’intera area; dobbiamo vigilare sul caro energia, che alla ripresa a settembre rischia di tramutarsi in uno sfacelo per tante aziende, anche nel settore agricolo, con conseguenze non trascurabili sui livelli occupazionali. Dobbiamo lavorare sui giovani e con i giovani, creando per loro opportunità e mettendoli in condizione di costruire il proprio futuro. Non a chiacchiere, ma con i fatti.

Molti sindaci di piccoli Comuni si lamentano di essere completamente trascurati dal potere centrale, anche in materia di aiuti economici nell’ambito, ad esempio, del PNRR. Lei cosa ne pensa?

E’ una battaglia da combattere, soprattutto cercando di sveltire il sistema burocratico. I piccoli comuni hanno difficoltà progettuali e risentono della mancanza di risorse umane qualificate internamente. Questo ha reso difficile l’accesso ai bandi del PNRR ma con molta fatica ci stiamo provando. Servono risorse anche per garantire ai piccoli la progettazione. L’Europa e il PNRR sono grandi opportunità per il nostro Paese, ma dobbiamo essere capaci di intercettarne i vantaggi senza disperdere le energie.

Lei è al corrente del fatto che l’informazione locale (giornali, radio e Tv) sta completamente scomparendo. Cosa ne pensa di questo fenomeno e ritiene di volersi impegnare anche su questo fronte?

Ritengo fondamentale l’esistenza in vita di tante testate, grandi o piccole. Oltre a dare lavoro e opportunità a tanti giovani, sono il termometro dello stato di salute della nostra democrazia, tanto più a livello locale, dove svolgono un ruolo anche civico. L’informazione cosiddetta di prossimità deve poter vivere per essere indipendente, non deve essere assistita, altrimenti rischiamo l’effetto controllo, ma deve essere messa in condizione di libertà economica, per non dover mai rispondere a piccoli poteri territoriali. Mi impegnerò anche in questa direzione, sostenendo i tanti bravi professionisti e gli editori, attraverso incentivi e campagne socialmente utili.