(Foto: Tempio di Angkor Wat, Cambogia)

BULGARIA

La Bulgaria è in pieno caos politico. Il 2 ottobre si tornerà a votare per la quarta volta da aprile del 2021. Finora nessun governo eletto è riuscito a formare una maggioranza stabile. Così mercoledì 27 luglio 2022  il Partito socialista bulgaro (Bsp) ha annunciato di non essere in grado di dare una soluzione politica alle dimissioni del primo ministro Kiril Petkov. La coalizione liberal-socialista è quindi rimasta in piedi solo sei mesi prima di essere sfiduciata dal Parlamento.

A questo punto molti osservatori internazionali temono che dopo aver preso una posizione molto dura con Mosca sul conflitto ucraino, Sofia torni nell’orbita russa. Nel frattempo l’inflazione galoppa e le finanze pubbliche si trovano in grande difficoltà.

Un dato positivo è rappresentato dalla decisione del Parlamento di normalizzare i rapporti con la Macedonia del Nord: questione molto sentita nel Paese ed essenziale per la stabilità nei Balcani. In pratica la Bulgaria ha tolto il veto sull’adesione di Skopje all’Unione Europea.

Sul piano economico va rilevato che l’economia della Bulgaria si è contratta drammaticamente dopo il 1989, a causa della perdita del mercato dell’Unione Sovietica e del COMECON. Ad aggravare la situazione hanno contribuito la mancanza di riforme incisive e l’instabilità del sistema bancario.

In compenso da alcuni anni si assiste a una ripresa con una crescita del PIL anche del 4-5%. Crescono inoltre gli investimenti esteri favoriti anche dall’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea avvenuto il 1° gennaio del 2007.

Sul piano dei rapporti bilaterali l’Italia è uno dei principali partner economici della Bulgaria. Oltre a un consistente interscambio commerciale sono considerevoli anche gli investimenti italiani. Le aziende che in Bulgaria hanno una partecipazione italiana sono ormai oltre 12mila.  Queste imprese occupano un ampio numero di settori produttivi, dal tessile, alla produzione di energia, dei trasporti, metallurgico, manifatturiero, delle energie rinnovabili, infrastrutture, ambiente e servizi finanziari. Almeno tre risultano essere gli elementi di attrazione prioritari: il basso costo del lavoro; il basso livello di tassazione; il basso costo dell’energia (quest’ultimo dato è naturalmente soggetto all’evoluzione del conflitto russo ucraino). 

BRUNEI

Con i suoi circa 400mila abitanti ha una popolazione leggermente superiore a quella di Bologna e inferiore a quella di Genova. Eppure è uno dei Paesi più ricchi del pianeta. Parliamo del Brunei, questo piccolo Stato situato nell’isola del Borneo, non distante dalla Malesia. Nella Capitale Bandar Seri Begawan si trova una delle sue bellezze più maestose: la suntuosa moschea di Jane’Asr Hassanil Bolkiah, con le sue 29 cupole d’oro. Imponente è anche il palazzo Istana Nurul Iman, residenza dell’attuale sultano di Brunei, che ha dieci nomi sintetizzabili in Hassanal Bolkiah.

Tutta questa ricchezza il Brunei (che vuol dire Dimora della pace) lo deve quasi esclusivamente alle esportazioni di idrocarburi  e dei giacimenti di gas naturale. Non mancano comunque importanti attività finanziarie (il Brunei si trova, tra l’altro, nella lista nera dei paradisi fiscali). Oltre a non chiedere alcuna imposta o tasse ai propri sudditi lo Stato offre anche una serie di servizi gratuiti, come l’istruzione e la sanità.

A tutta questa magnificenza fanno però da contrappeso una serie di misure restrittive difficilmente accettabili sul piano dei diritti civili. Intanto nel Paese vige la sharī‛a, e quindi un codice che prevede pene quali la lapidazione e la fustigazione. Nel marzo del 2019, il Sultanato ha introdotto e gli adulteri. La graduale implementazione delle nuove norme è iniziata nel 2014 subendo dure critiche a livello internazionale.

Fino al 1984 il Brunei è stato un protettorato britannico. Attualmente il piccolo sultanato è impegnato soprattutto a rafforzare le sue alleanze regionali, in particolare con la Malaysia, le Filippine e Singapore. Il Brunei è uno dei dieci membri dell’Asean, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico.

L’interscambio con l’Italia è decisamente limitato basandosi quasi esclusivamente sulle esportazioni italiane, molto apprezzate dai ricchi cittadini del Brunei. Non vi sono, comunque ambasciate o sedi consolari italiane in Brunei (l’ambasciata italiana competente è quella di Singapore). Analogamente, non esiste un’ambasciata del Brunei in Italia, l’ufficio competente è l’ambasciata del Brunei in Francia.

CAMBOGIA

E’ certamente difficile indicare quale è stato nel mondo il regime più sanguinario in assoluto. Però con certezza si può affermare  che il terrore imposto negli anni settanta dai Kmer rossi a tutta la popolazione della Cambogia è stato uno dei più terrificanti.

Ancora prima, però, la Cambogia si è trovata coinvolta nella guerra USA-Vietnam, pagando un prezzo altissimo: 500mila morti. Dopo il conflitto salì al potere il generale Lon Nol nel 1970 approfittando di un viaggio all’estero del popolare re Norodom Sihanouk. Egli rimase al potere fino al 1975 quando venne rovesciato dai Kmer Rossi guidati da Pol Pot (che significa Fratello n.1).

Da quel momento inizia  una vera persecuzione contro chiunque avesse manifestato una qualche simpatia per il passato governo. L’ideologia Kmer prevedeva che tutto il Paese dovesse essere composto da persone uguali dediti esclusivamente all’agricoltura. A tale fini furono organizzati esodi forzati verso la campagna: medici, avvocati professionisti furono utilizzati come mano d’opera nelle campagne. E chi solo minimamente cercava di ribellarsi veniva subito rinchiuso nei campi di rieducazione o semplicemente eliminato. I Khmer Rossi chiamarono questo nuovo Stato Kampuchea Democratica. Si calcola che sotto questo regime morirono un milione e mezzo di persone, circa un terzo della popolazione.

A questo punto ci è voluta l’invasione vietnamita nel 1979 per porre fine a questa follia genocida. Per la cronaca, due anni dopo il governo cambogiano ha istituito un tribunale speciale per processare i membri del regime.

A seguito delle elezioni del 1993, tenute sotto l’egida dell’ONU, è stata promulgata una nuova Costituzione: attualmente la Cambogia è una monarchia parlamentare indipendente con al vertice dello Stato il re Norodom Sihamoni e come capo del governo è Hun Sen. La lingua ufficiale è lo khmer, mentre la religione ufficiale è il Buddhismo.

La Cambogia è membro delle maggiori organizzazioni internazionali, ONU, Unesco, Asean, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Organizzazione Mondiale.

Sul piano economico il Paese registra  una consistente produzione di riso, gomma, grano, ortaggi, anacardi, tapioca e seta.  Le principali industrie sono tessili, turistiche, vestiario, macinazione del riso, lavorazione del legno, nonché produzione di gomma, attività edilizie e minerarie.

La Cambogia dispone di un regime liberale ed è incline a favorire investimenti provenienti dall’estero. In questo quadro la partnership Italia-Cambogia rappresenta un valido strumento per la commercializzazione e gli investimenti in tutta l’area dell’ASEAN.

CAPO VERDE

Secondo alcune fonti storiche sarebbe stato Alvise Cadamosto, navigatore veneziano a servizio della corona portoghese, a scoprire nel 1456 la Repubblica di Capo Verde, arcipelago dell’Africa occidentale con Capitale Praia. Altre fonti suggeriscono che in passato su quelle splendide isole avevano già sbarcato gli arabi e i fenici. Anche Cristoforo Colombo, a quanto pare, ha avuto modo di passare da quelle parti. In ogni caso quello che è certo è che per secoli Capo Verde è stata dominata dai portoghesi che hanno trasformato il territorio in un importante centro di smistamento degli schiavi africani.

Facendo un bel salto in avanti possiamo ricordare che nel XIX secolo ci fu una massiccia emigrazione degli abitanti di Capo Verde verso l’America, sia del Nord che del Sud. Purtroppo per molto tempo Capo Verde è stato uno del Paesi più poveri del mondo. La sua indipendenza risale al 5 luglio 1975. Per sedici anni è stato un Paese di ispirazione comunista e socialista. Dal 2000  è iniziato un significativo sviluppo economico, tanto da consentire allo Stato di entrare nella lista dei Paesi a reddito medio. Va detto che Capo Verde anche nei momenti più difficili non ha mai registrato fasi di instabilità politica o di rivolte popolari. 

L’attuale Presidente è José Maria Neves mentre il Primo ministro è Ulisses Correia e Silva, del partito Movimento per la Democrazia. Tra le principali attività produttive figurano la pesca e l’agricoltura, con un’intesa produzione di mais, fagioli, caffè, canna da zucchero e arachidi. Non mancano poi importanti investimenti nelle tecnologie innovative, tra le quali l’irrigazione a goccia,  il riciclo e la condensazione dell’acqua: purtroppo i cinquecento mila abitanti dell’isola hanno un assoluto bisogno di risparmiare la poca acqua disponibile.

La principale fonte di entrata è comunque rappresentata dal turismo, anche se qualche volta con caratteristiche tipiche del turismo sessuale. Ci sono importanti investimenti stranieri nel settore, anche da parte di società italiane.  Da registrare, infine, che esiste un movimento d’opinione, diffuso principalmente in Portogallo, che propone l’ingresso di Capo Verde nell’Unione europea, come Paese ponte, anche dal punto di vista etnico e culturale, tra l’Africa, l’Europa e l’America latina.

CIAD

La Repubblica del Ciad è decisamente uno dei Paesi che da diversi anni si trova in gravi difficoltà dal punto di vista economico, sociale, della sicurezza e istituzionale. Confinante con la Libia, il Sudan, il Camerun e la Nigeria, le origini del Ciad risalgono a molti secoli a.C.

Passando all’attualità, va ricordato che il territorio è stato occupato nel 1920 dalla Francia. L’indipendenza è avvenuta nel 1960, dopo che era stata sciolta l’Africa Equatoriale Francese: una decisione che ha reso indipendenti anche diversi altri Stati, tra cui Gabon, Congo e Repubblica Centrafricana. Il primo Presidente è stato François Tmbalbaye di etnia Sara.

Da registrare che la Francia non aveva dimostrato, a differenza di quanto era avvenuto in altri Paesi un particolare interesse a sviluppare culturalmente ed economicamente  il Ciad.

Pochi anni dopo aver raggiunto l’indipendenza, nel 1965 è scoppiata una violenta guerra civile. Finita la seconda guerra mondiale, il Ciad ha acquisito lo status di territorio d’oltremare e ai suoi cittadini è stato consentito di eleggere una rappresentanza all’interno dell’Assemblea Nazionale Francese.

Sul piano internazionale il Ciad ha dovuto fare i conti con un pesante conflitto iniziato nel 2005 e durato cinque anni con il Sudan riguardante la provincia del Dafur, in parte collegabile agli approvvigionamenti petroliferi. Inoltre è stata invasa dalla Libia con comattimenti a fasi alterne tra il 1978 e il 1987.

L’uccisione nel nel 2021 del Presidente Idriss Déby Itno ha determinato la costituzione di un consiglio di transizione composto da ufficiali militari che ha conferito al figlio del Presidente Mahatma Idriss Dèby i  poteri di presidenza e di capo delle forze armate. 

Attualmente il petrolio costituisce la principale fonte delle entrate dello Stato insieme alle esportazioni di cotone. Il Paese continua comunque ad essere uno di più poveri e pericolosi del mondo: non a caso diverse organizzazioni internazionali come Save the children hanno sospese le attività a causa delle uccisioni di operatori umanitari .

PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (https://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (https://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (https://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (https://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( https://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (https://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (https://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 https://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( https://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10 ( https://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea Equatoriale Marocco

Puntata n.11 (https://puntocontinenti.it/?p=20274) Eswatini, Togo, Turkmenistan, Venezuela)

Puntata n.12 (https://puntocontinenti.it/?p=20284) Messico, Ecuador, Costa Rica, Rpubblica Domenicana e Guatemala.

Puntata n.13 (https://puntocontinenti.it/?p=20310) Haiti, Honduras, Panama, Argentina e Brasile).

Puntata n.14  (https://puntocontinenti.it/?p=20324) Cile, Colombia, Paraguay, Perù, Uruguay

Puntata n.15 (https://puntocontinenti.it/?p=20421) Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar

Puntata n.16 (https://puntocontinenti.it/?p=20443) Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Timor est

Puntata n.17 (https://puntocontinenti.it/?p=20453) Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Ungheria

Puntata n.18 (https://puntocontinenti.it/?p=20473) Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Portogallo, Grecia

Puntata n.19 (https://puntocontinenti.it/?p=20493) Australia, Nuova Zelanda, Canada, Sud Africa, Giappone

Puntata n.20 (https://puntocontinenti.it/?p=20502) Slovenia, Serbia, Bosnia, Montenegro e Croazia

Puntata n.21 (https://puntocontinenti.it/?p=20543 Corea S., Filippine, Albania, Macedonia N., Georgia

Puntata n. 22 (https://puntocontinenti.it/?p=20621) Oman, Afghanistan, Kenya, Antigua e Barbuda

Puntata n.23 ( https://puntocontinenti.it/?p=20666) Austria, Andorra, Bahamas, Barbados, Belize

Puntata n.24 ( https://puntocontinenti.it/?p=20679) Belgio, Benin, Buthan, Myanmar, Botswana

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* REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio  

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA