(Foto: La Capitale Città del Guatemala, nel riquadro Alfredo Trinidad) –

Pochi diplomatici esteri conoscono e seguono la realtàitaliana come l’Ambasciatore guatemalteco Alfredo Trinidad Velasquez:  del resto, in gioventù si è laureato in urbanistica presso il Politecnico di Milano e si è specializzato in Scienze Politiche all’Università di Bologna. Inoltre, ha conquistato un Master in Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica di Lovaina (Belgio). Trinidad non ha esercitato solo un’attività diplomatica ma è stato due volte anche viceministro degli Affari Esteri, dedicandosi particolarmente al processo d’integrazione Centroamericana e alla cooperazione internazionale. Inoltre, ha svolto il ruolo di capo delegazione del Guatemala nei negoziati per l’Accordo di Associazione Unione Europea – Centroamerica.

In Italia Trinidad è arrivato come Ambasciatore nel 2009, assumendo contemporaneamente anche gli incarichi di Rappresentante Permanente presso la Fao e l’Ifad, nonché di diverse altre organizzazioni internazionali tra cui l’Iila (Organizzazione Internazionale Latino Americana). Premiato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con l’Ordine della Stella della solidarietà italiana, tornando nel suo Paese Trinidad si è impegnato  nella difesa dei diritti civili e nella Cooperazione Internazionale presso il Ministero della Cultura. Attualmente esercita tre attività: a) segue i programmi culturali in stretto rapporto con il Ministero della cultura, degli Affari esteri e dell’Unesco; B) Aggiorna le attività delle missioni all’estero dal punto di vista politico e amministrativi; c) aggiorna le procedure d’iscrizione al Corpo Diplomatico.

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Punto Continenti, in collaborazione con la sede romana dell’Università Internazionale per la Pace (creata dalla Nazioni Unite nel 1980, con sede principale in Costa Rica) e la REARadiotelevisioni Europee Associate, sta eseguendo una serie di indagini e interviste sul ruolo dell’America Latina nella nuova geopolitica mondiale.   Per la realizzazione e diffusione di questa indagine Punto Continente s’avvale della collaborazione esperti di organizzazioni come lIILA (l’Organizzazione Internazionale Italo Latino Americana)Mediatrends America Europa (gestito dal giornalista Roberto Montoya che organizza incontri internazionali di alto livello); il Movimento Tutela Sociale (un Movimento d’opinione internazionale – vedere la pagina Facebook  https://www.facebook.com/groups/508452549970758/); nonché programmi giornalistici, radiofonici e televisivi come Sentir Latino, diretto dal giornalista Luis Flores, che va in onda in Italia (su Radio Mambo e presto su One Tv) e in America Latina. Ma ecco l’intervista.

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Ambasciatore, cominciamo da un argomento che sappiamo essere una sua passione: la grande Storia. Mentre Roma conquistava altri territori nel Mediterraneo, la Città Maya di El Mirador, ricca di Piramidi, era la più popolosa nell’America pre-colombiana. In che modo questo comune grande passato storico potrebbe essere utilizzato per rafforzare ulteriormente i rapporti culturali, economici e sociali tra l’Italia e il Guatemala?

Non v’è dubbio che ci sono tante possibilità di collaborazione. Penso, ad esempio, allo sviluppo delle conoscenze e dei rapporti in campo culturale approfittando dell’esistenza di tante località italiane e guatemalteche considerate patrimonio dell’umanità. Anche sul piano economico non mancano prospettive interessanti. Il Guatemala fornisce, ad esempio, il caffè a Caffè Illy e il cacao a Ferrero. Anche il gelato al caffè di Grom che viene offerto nel Parlamento italiano ha origine guatemalteca.

Importante è intensificare i rapporti tra le strutture commerciali come le Camere di Commercio e le varie organizzazioni sociali e istituti di cultura.

Parliamo ora di un recente passato, purtroppo tragico. Nel 1960 è scoppiata in Guatemala una delle più terribili guerre civili durata trent’anni e che ha provocato, secondo fonti ONU, l’uccisione di oltre 200mila persone, in maggioranza studenti, lavoratori, professionisti, indigeni e combattenti per una maggiore giustizia sociale. Nel 1996 sono stati firmati gli accordi di pace. Lei che si è sempre occupato di diritti civili, ci può dire se il Paese ha superato questo trauma? È stata fatta Giustizia? È stata raggiunta una vera riconciliazione?

Il rispetto degli Accordi Pace ha decisamente contribuito a porre fine a un conflitto durato 37 anni. Purtroppo, le cause che hanno generato questo conflitto rimangono latenti. Il 72% della popolazione guatemalteca vive nella povertà estrema o al di sotto della soglia di povertà. Attualmente c’è un Comitato per lo Sviluppo Rurale molto deciso a cambiare il nostro modello di sviluppo.

Sulla base di questa esigenza sono nati nuovi partiti politici come Guatemala Va di Manuel Villacorta o il Movimento per la Liberazione dei Popoli di  Thelma Cabrera.  Entrami hanno maturato esperienze nelle zone più povere del paese. 

Sul piano della giustizia, sono in corso procedimenti legali contro militari e politici coinvolti nella repressione. Diciamo che la vera riconciliazione è ancora in corso. La nostra Costituzione afferma che: Il Guatemala è uno Stato plurilingue, plurinazionale e multiculturale. Purtroppo, ancora non abbiamo raggiunto questo traguardo.

Nel 1992 è stato assegnato il premio Nobel per la pace a Rigoberta Manchù, un’attivista indigena impegnata nella lotta per i diritti umani. Come sono attualmente le condizioni sociali della popolazione indigena in Guatemala?

La popolazione indigena fa parte di quel 72% più povero del Paese. Occorre assolutamente migliorare questa situazione in tempi brevi. Parliamo di un’ingiustizia non più accettabile.

Complessivamente come vivono i guatemaltechi dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, delle case popolari, dell’istruzione, del lavoro?

Sul piano dell’assistenza sanitaria ci sono tre aree di competenze. Abbiamo il Guatemala Institute of Social Security che assiste esclusivamente i lavoratori e le loro famiglie. Poi c’è il Ministero della Sanità Pubblica del quale beneficia l’intera popolazione urbana residente nei 22 Dipartimenti. Infine, la popolazione indigena ha un suo autonomo sistema sanitario basato essenzialmente su prodotti erboristici e derivati.

Per quanto riguarda le abitazioni popolari, ci sono dei programmi specifici che tuttavia necessitano di fideiussioni: un’esigenza che i poveri difficilmente sono in grado di presentare. Per fortuna l’istruzione pubblica è completamente gratuita. Voglio solo aggiungere che la popolazione indigena vive  e lavora soprattutto nei campi e per periodi stagionali.

In passato il Guatemala ha subito in continuazione forti pressioni da parte degli Stati Uniti che notoriamente tendono a proteggere con le armi le loro imprese e interessi. Nell’ambito della nuova geopolitica che si sta creando a causa della guerra russo-ucraina, alcuni Paesi latinoamericani stanno cercando di diversificare i loro rapporti diplomatici e commerciali, guardando, ad esempio, con maggiore interesse alla Cina e all’Europa. Secondo Lei qualcosa del genere potrebbe avvenire anche in Guatemala?

Da moltissimi anni le relazioni estere della Repubblica del Guatemala sono improntate sulla globalizzazione. Questo ci ha consentito di sviluppare buone relazioni con la Federazione Russa, con i cinesi di Taiwan, con gli Emirati Arabi Uniti, con Indonesia, Israele, Giappone, Corea del Sud (che è in concorrenza con la Corea del Nord) e la Tailandia. Presumo che questa impostazione non verrà cambiata nei prossimi anni.

Tra i gravi problemi vissuti dal Guatemala c’è sempre stata la criminalità comune e il capillare traffico della droga. Com’è la situazione attuale?

Vorrei ricordare che i principali consumatori di cocaina sono gli Stati Uniti. Il Guatemala è essenzialmente un territorio di transito della droga all’interno dell’America Centrale. La sua produzione avviene in Sud America, come ha riconosciuto lo stesso Presidente della Colombia Gustavo Petro in un discorso compiuto all’Assemblea Generale dell’ONU. 

Dal gennaio del 2000 è in carica per il partito Vamos il Presidente Alejando Giammattei di origine italiana. A quasi metà mandato che giudizio si sente di esprimere sul Governo?

Se diamo retta ai sondaggisti, possiamo dire che per molti cittadini il Governo non ha mantenuto gran parte delle promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto sul piano delle politiche sociali  e della riduzione delle profonde disuguaglianze esistenti.  Non a caso il Paese più che parlare delle cose fatte o non fatte, è già tutto concentrato su quello che dovrebbe fare il prossimo Governo.

Oltre che come Ambasciatore, Lei in Italia è stato per un breve periodo anche Presidente dell’IILA, l’Organizzazione Italo Latino Americana con sede a Roma. Se avesse avuto più tempo disponibile quali obiettivi avrebbe cercato di raggiungere?

Per la verità ho fatto in tempo a condurre in porto il mio principale obiettivo: cioè, trasformare la tradizionale Assemblea degli Ambasciatori operanti in Italia in un Gruppo di lavoro molto operativo conosciuto come GRULAC. Mediante questo organismo, l’insieme degli Ambasciatori latino americani è stato in grado di interloquire molto meglio con il Governo italiano e con le varie Organizzazioni multilaterali presenti a Roma.

Come vede il futuro del Guatemala e dell’America Latina?

In un mondo che da un momento all’altro cambia così velocemente non è certamente facile fare delle previsioni. Attualmente la nostra economia dipende molto dalle rimesse degli emigranti risiedenti all’estero. Il loro apporto alle entrate dello Stato è notevole. Lo stesso discorso vale per le esportazioni agricole, che danno un contributo sostanziale allo sviluppo dell’intero Paese. Naturalmente occorre tentare di diversificare sensibilmente le entrate dello Stato proprio perché, come ho detto, tutte le situazioni possono cambiare velocemente. Per la realizzazione di questo obiettivo occorre che emerga una nuova classe politica.

Per quanto riguarda l’America Latina nel suo insieme, molto dipenderà dai modelli di sviluppo che ognuno dei singoli Paesi sceglierà di intraprendere.  

Intervista realizzata il 25 Settembre 2022.

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Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA