(Foto: nel riquadro Mauro Marchionni)

Premettiamo subito: Punto Continenti e il Movimento Tutela Sociali in materia di energia non hanno le basi scientifiche necessarie per andare oltre a una generica considerazione, che in questi casi serve a poco. Ma sappiamo molto bene che il tema proposto dall’Ingegnere e scienziato Mauro Marchionni, titolare della società di ingegneria Aeroconsult International, riesce ad attirare l’attenzione di moltissima moltissima gente, dal Comune uomo della strada fino ai massimi vertici politici, economici e scientifici. Quando abbiamo messo in rete il video ‘Produrre energia a costo Zero? Guai a chi ci prova’ in poche settimane sono state registrate oltre 600mila visualizzazioni (https://www.youtube.com/watch?v=O0KZ9EgPtFU). Inoltre sono arrivate centinaia di interventi, puntualizzazioni, richieste di chiarimenti. Purtroppo, nonostante che fosse ampiamente sollecitato, dal mondo politico è arrivato lo Zero assoluto.

Ora Marchionne torna alla carica per contestare la Direttiva Europea Fit for 55. In estrema sintesi, per Marchione la scelta di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici per ridurre gli sprechi di energia a favore non solo dell’ambiente ma anche del portafoglio è essenzialmente irrazionale, visto che ci sono altre alternative molto meno costose e impegnative. Ebbene, a questo punto occorre avviare un concreto dibattito su scala nazionale, europea e internazionale, su come risolvere il problema dei problemi di questo secolo, invece di continuare a disperdersi in inutili e fuorvianti dibatti sul (come si diceva una volta) sesso degli angeli. (Rainero Schembri, Coordinatore del Movimento Internazionale d’opinione Tutela Sociale).  

Una recente proposta di direttiva Europea che rientra nelle iniziative del pacchetto “Fit for 55“, prevede interventi migliorativi delle prestazioni energetiche degli edifici per ridurre gli sprechi di energia a favore non solo dell’ambiente ma anche, così dicono, del portafoglio.

Numeri certi sul costo totale di questo gigantesco piano non se ne trovano ma l’orientamento generale è che si stia parlando di qualcosa dell’ordine dei 1.500 miliardi di € che, ovviamente, ricadranno sulle nostre tasche.

Alla fine della operazione consumeremo molta meno energia e, di conseguenza, la durata dei combustibili fossili sarà aumentata e ciò anche a causa del prevedibile maggiore sviluppo che nel frattempo è prevedibile per le energie verdi.

Tutto bene, quindi; ci costerà un mare di soldi, dovremo rovinare in gran parte l’estetica delle nostre città ma alla fine la salute del pianeta e, principalmente, quella dei nostri figli ne guadagnerà enormemente ed è questo, alla fin fine, ciò che conta.

Si, però….

Ma siamo sicuri che non ci sia una alternativa?

Ma se noi avessimo una fonte inesauribile di energia pulita che ci permettesse di riscaldare le case così come sono adesso ma senza aumentare l’inquinamento gassoso e l’effetto serra… non sarebbe forse meglio?

“Si, ho capito, mi stai riparlando della fusione nucleare… – direbbe il mio amico scettico –  ma quali sono i tempi per poter rendere veramente operativo questo mito che tra poco avrà sfiorato il secolo di vita?”.

Ovviamente non faccio l’astrologo ma alcune considerazioni di base vanno ora fatte ed evidenziate:

  • Gli esiti di una ricerca scientifica, quale che essa sia, dipendono in modo vitale e sostanziale non solo dalle difficoltà intrinseche del problema ma anche e fondamentalmente dalle risorse che per tale ricerca vengono stanziate. Con i soldi giusti… tutto si può fare, dicono da sempre gli ingegneri.
  • Ne è corollario il fatto che se si vogliono risultati positivi e veloci da una ricerca scientifica bisogna investirci un mare di denaro

Quanto? Non lo so esattamente ma possiamo ragionarci sopra con qualche analogia.

Siamo nel 1941 e, visti i risultati della prima reazione nucleare di Fermi, gli americani si rendono subito conto delle enormi possibilità belliche di una futura bomba nucleare ma capiscono anche, purtroppo, che se per caso  baffetto li avesse preceduti su questa strada ….. da allora in poi il mondo intero avrebbe parlato tedesco.

Il problema di chi arriva prima diventa quindi il principale problema del paese e si decide di vincere la gara, costi quel che costi.

Ripeto: costi quel che costi.

Viene così messo in opera il più fantastico progetto di ricerca applicata della storia, il progetto Manhattan, che si trova però subito davanti al primo grosso problema: la scienza dice che sono almeno tre le vie per arrivare a costruire la bomba e che non si può stabilire ancora, all’epoca, quale delle tre sia la migliore e, soprattutto, la più veloce.

Ma Roosevelt ha fretta, una fretta dannata (ne va della vita del paese) e ordina di partire immediatamente con la sperimentazione di tutte e tre le vie previste dalla teoria.

Vengono così costruite a tempo di record TRE CITTA’, complete di laboratori, campi di sperimentazione, alloggi per migliaia e migliaia di tecnici, scienziati, operai, amministrativi (ovviamente con tutte le loro famiglie), strade, fogne, elettrodotti, aeroporti ecc. ecc…

Roosevelt sa bene che, se tutto andrà bene, i costi di almeno di due di queste gigantesche infrastrutture e del relativo personale saranno del tutto inutili perché è una ed una sola quella che troverà la soluzione del problema ma…. così si deve fare, costi quel che costi.

Ed aveva ragione. E così fu fatto. E la guerra fu vinta.

Dicono i documenti dell’epoca che il costo in dollari della intera operazione fu di circa 2 MLD $ il che vuol dire, attualizzandolo ad oggi, poco più di 40 MLD  $ odierni.

Conclusione

Dalle ultime notizie riportate dalla stampa specializzata penso di poter dedurre che lo stato di avanzamento all’oggi delle conoscenze e delle tecnologie sulla fusione nucleare sia più o meno quello che si aveva 80 anni fa nel caso della fissione nucleare.

Allora le strade perseguibili per giungere al risultato erano, come già detto, almeno tre ed oggi sono invece due: il contenimento magnetico e quello con laser. Il contenimento magnetico non ha dato ancora risultati apprezzabili mentre quello con laser sembra (sembra) essersi avviato sulla strada giusta.

Non è quindi del tutto errato ritenere che, più o meno, siamo in condizioni molto simili a quelle del 1941 e ciò vuol dire che non è folle pensare che con uno stanziamento dello stesso ordine di grandezza potremmo giungere anche noi al risultato di avere tutta l’energia pulita che ci serve da qui all’eternità.

Ma allora non è nemmeno folle pensare che se con una cinquantina di miliardi il problema può veramente essere risolto…. forse converrebbe provarci prima di costringere la popolazione europea a imbarcarsi in una spesa che si prospetta almeno 30 volte maggiore e che, comunque, non sarà mai una soluzione definitiva ed eterna al problema della energia.

Stiamo parlando di un costo di circa 100 € a testa per ogni cittadino europeo e non mi pare una cosa così pazzesca, sempre che i politici se ne convincano e, principalmente, ci trovino la propria convenienza.

PERCHE’ IL PROBLEMA VERO E’, alla fine, SEMPRE LO STESSO: COLUI CHE DEVE DECIDERE, E CIOE’ IL POLITICO, CHE CONVENIENZA AVRA’ NEL FARE O NEL NON FARE UNA CERTA COSA?

Purtroppo (o per fortuna?…) le democrazie europee sono quasi tutte di tipo parlamentare e ciò vuol dire che da noi i capi di governo possono essere mandati a casa dalla sera alla mattina e, di conseguenza, gli orizzonti temporali nei quali i nostri governanti si possono muovere sono e saranno sempre molto ristretti.

Nessuno ( o quasi), pertanto, assumerà mai decisioni i cui risultati si potranno avere a distanza di lustri.

Che poi il cittadino ne abbia o meno vantaggi o svantaggi  è per forza di cose abbastanza irrilevante.