(Foto: a sinistra Monika Curth, a destra Rainero Schembri, nel riquadro al centro Monika con Giuseppe Di Stefano appena sposati) – Di seguito riportiamo un ricordo del giornalista Rainero Schembri, responsabile delle relazioni internazionali della REA (Radiotelevisioni Europee Associate)  in merito a un incontro avuto con Monika Curth (originaria di Amburgo, soprano e seconda moglie del grande tenore Giuseppe Di Stefano) scomparsa recentemente.

Uno dei momenti che mi sono rimasti scolpiti nella mente è stato un pranzo organizzato a Oderzo nel Veneto dai carissimi amici e cantanti lirici Maria Grazia Patella e Miro Solman, al quale ha partecipato in qualità di invitata speciale Monika Curth. Dato che conoscevo il tedesco (essendo figlio di madre tedesca) più volte abbiamo parlato in tedesco, soprattutto quando non volevamo che gli altri capissero.

Per cominciare le ho fatto uno scherzo: ho detto che ero arrabbiatissimo con Pippo (così chiamavano tutti Di Stefano). “Ma perché?” esclamò Monica, tutta sconvolta con la sua erre alla tedesca tedesca. “Perché”, risposi, ho preso la pessima abitudine di confrontare ogni volta un’aria cantata da qualsiasi altro tenore celebre con quella eseguita da Pippo. Ebbene, lui mi me li ha distrutti tutti”. Monica scoppiò in una delle sue tipiche risata fragorose.

Il clima di leggerezza e di grande simpatia reciproca mi ha consentito di affrontare con lei un tema abbastanza delicato: Il noto vizio del gioco coltivato da Pippo. E anche su questo lei mi ha fatto una confidenza in tedesco. L’ultima volta che ha giocato, disse, è stato durante uno dei nostri viaggi in Kenya. La sera prima io avevo fatto una preghiera intensissima a padre Pio affinché gli togliesse questo vizio. Ebbene, quella sera Pippo giocò in due casinò: nel primo perse tantissimo. Nel secondo, al contrario, vinse molto. Peccato che il proprietario di quest’ultimo casinò sparì senza pagare.

Quando il giorno dopo arrivò a casa nostra il titolare del primo Casinò, Pippo accettò di saldare il debito con uno sconto rilevantissimo ma avvertì in pieno l’assurdità del mondo del gioco. Dentro di lui nacque finalmente un rifiuto totale per l’azzardo e mai più entrò in una casa da gioco. Per me padre Pio aveva accolto la mia preghiera.

Monica la conobbi solo dopo i tragici avvenimenti collegati alla morte Di Stefano. Sposata dal 1993 fino al 2008 probabilmente al più grande tenore di tutti i tempi (almeno per quanto riguarda la bellezza e il calore della sua voce), Monika fu, a sentire molte le persone che la conoscevano,  sia nella vita e sia soprattutto nell’ultimo periodo di sofferenza di Pippo una compagna meravigliosa, forte ma sempre discreta, coraggiosa ma sempre sensibile, in ogni caso un grande sostegno in ogni circostanza. Per quanto riguarda invece Pippo, ricordo che una delle rarissime volte che ho avuto il piacere di incontrarlo fu a Roma davanti a un bicchierone di birra. “Se mi vedesse mia moglie”, disse ridendo. E io: “Perché ti controlla? Pippo: “Ma che vuoi, è tedesca”. “Maestro, quanto la capisco”. Oggi avrei aggiunto: “Tranquillo, a uno che possiede una voce come la sua si perdona tutto”.

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Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA (con sotto intitolazione in inglese)