(foto: incontro a Roma. Nel riquadro Beristain) –  

Non bastano le iniziative di stampo umanitario. Per condurre alla ragione i litiganti in guerra occorre una forte e convinta pressione internazionale. Sono parole che non riguardano, come sarebbe intuibile,  la guerra Russo-Ucraina ma la guerra civile durata ben sessant’anni in Colombia. E a pronunciarle non è un commentatore qualsiasi ma Carlos Beristain che ha partecipato in prima persona ai lavori e alle indagini della ‘Commissione per la chiarificazione della verità sulla guerra civile in Colombia’. Un lavoro iniziato dopo la firma degli accordi di Pace tra il Governo della Colombia e la formazione guerrigliera delle Farc nel 2016.

Dopo che un precedente accordo era stato bocciato da un plebiscito si sono riaperte le trattative. Così, nel luglio del 2022 la Commissione per la verità guidata dal sacerdote Francisco de Roux ha presentato il rapporto finale sulla guerra civile colombiana. Ma torniamo alla visita a Roma di Beristain.

Spagnolo, medico e dottore in ricerca in psicologia dal 1989,  Beristain lavora da moltissimi anni in numerosi Paesi con le vittime di violazioni dei diritti umani in progetti di assistenza psicosociale e di memoria collettiva.  Autore di numerosi libri, è stato anche coordinatore  del rapporto Guatemala Nunca Más e consulente delle commissioni per la verità sul Paraguay, Insomma una vera autorità nel campo della ricerca della pace.

Per illustrare la situazione passata e presente in Colombia, Beristain è stato invitato dalla fondazione Rut (un istituto di ricerca e analisi presieduto da Clelia Piperno) a tenere una relazione presso la Società geografica Italiana sulla situazione in Colombia, che ancora oggi non è del tutto pacificata. All’incontro, moderato da Gloria Mendiola, ha partecipato anche l’ex Ministro della giustizia Andrea Orlando, nonché vari esperti italiani e latinoamericani in materie giuridiche, tra cui Gianni Tognoli, segretario generale del Tribunale permanente dei Popoli.

Ma, In estrema sintesi, cosa ha detto Beristain?

  1. Che all’epoca dei conflitti in Colombia, tutti parlavano di pace ma in fondo la cosa interessava poco sia al Governo colombiano che alle grandi nazioni, tra cui la stessa Europa;
  2.  Che è mancato anche l’appoggio popolare visto che nel 2016 un plebiscito aveva bocciato il primo accordo di pace;
  3. Che più che alle trattative molti facevano affidamento a un continuo processo di militarizzazione del Paese;
  4. Che ancora oggi le ingiustizie che hanno fatto nascere i gruppi guerriglieri sono ampiamente presenti nel Paese;
  5.  Che sono morti 450mila persone, mentre 120mila sono scomparsi;
  6. Che il 60% delle vittime erano contadini;
  7.  Che 1 milione di colombiani hanno lasciato il Paese;  
  8.  Che i gruppi paramilitari hanno agito spesso in sintonia con i militari;
  9. Che la maggioranza delle altre Nazioni si è limitata a mandare degli aiuti umanitari che certamente non hanno la forza di cambiare la situazione.

Il problema maggiore, ha spiegato Berstain, è che la Colombia continua ad essere molto divisa e instabile. E’ vero, comunque, che i capi guerriglieri sono stati sconfitti e che dopo l’uscita di scena del Presidente Alvaro Uribe la situazione è migliorata. Non a caso al suo successore, Manuel Santos, è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace. Durante l’incontro con Beristain non si è parlato invece dell’attuale giovanissimo presidente Gustavo Petro, tanto meno del suo passato da ex guerrigliero. Sarebbe stato interessante, ad esempio, capire se questo passato può aiutare a raggiungere una pace definitiva.

Su questo fronte dobbiamo, quindi, accontentarci della descrizione fatta dall’ex Capo di Stato colombiano Ernesto Samper, oggi alleato del Governo Petro.

“Il Presidente” ha dichiarato Samper a Punto Continenti (http://puntocontinenti.it/?paged=11) è un leader sui generis non solo per i suoi aspetti personali, per la sua preparazione accademica, ma per le circostanze in cui ha svolto la sua attività politica. In pratica viene dalle montagne, dalla giungla, dalla lotta armata al centro delle istituzioni, che è il Palacio de Nariño (Residenza ufficiale del Presidente della Repubblica) e che imprime un carattere e conferisce a lui una serie di caratteristiche che lo distinguono come il primo Presidente di sinistra della Colombia”.

“Il Presidente”, ha proseguito Samper, “ha affermato chiaramente che la sua agenda è un’agenda attuale, in sintonia con le grandi esigenze e circostanze latinoamericane. In primo luogo, la difesa della vita, che è difesa dell’ambiente e sostegno alla lotta al riscaldamento globale, che sta colpendo in modo particolare la regione latinoamericana. In secondo luogo, la questione della droga, che è una delle maggiori patologie della Regione.  Il Presidente propone un cambiamento della politica proibizionista verso una politica più tollerante, soprattutto nei confronti dei suoi anelli più deboli. Terzo, e questa è una questione fondamentale in Colombia, occorre consolidare la ricerca della pace attraverso la firma di accordi di pacificazione con altri attori armati che si trovano sul territorio colombiano.

Da sottolineare che qualcosa di vagamente somigliante (anche se decisamente in peggio) sta avvenendo in questo momento ad Haiti. Dopo l’uccisione nel 2021 del Presidente Jovenel Moise (attualmente il Paese è guidato da Ariel Henry) le bande criminali controllano intere zone del Paese. Tra l’incapacità di reagire e la passività degli altri Paesi, la popolazione haitiana è ai limiti della sopportazione. Lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato che la violenza ad Haiti ha raggiunto livelli paragonabili a quella dei Paesi in guerra”. Ma tutto tace, salvo gli aiuti umani che continuano ad arrivare. Ebbene, secondo le Nazioni Unite, 4,9 milioni di persone (circa la metà della popolazione) soffre la fame. Inoltre, scuole e ospedali sono chiusi e 40mila persone sono state colpite dal colera. Però, tutto tace.

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Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA (con sotto intitolazione in spagnolo)