(Foto: Rino Martino)

Proseguono gli appuntamenti del XXI Festival Internazionale Teatro Romano Volterra realizzato con il Patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, del Consiglio Regionale e del Comune di Volterra. Il Festival, organizzato da TTR Il Teatro di Tato Russo con la collaborazione di Gruppo Progetto Città si svolge con la Direzione artistica di Simon Domenico Migliorini ed è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Tra i prossimi appuntamenti in cartellone, domani 13 luglio al Teatro Romano di Volterra (ore 21:30) è in programma DIDONE, di Roberto Lerici liberamente tratto da Eneide di Virgilio, prodotto da Teatro Belli di Antonio Salines con la regia Carlo Emilio Lerici, interpretato da Francesca Bianco e Eleonora Tosto; alla chitarra Matteo Bottini.

Il 14 luglio (Teatro Romano Volterra, ore 21:30), è previsto il concerto di LUTETIA TROMBONE QUARTET con Raphaël Lèbre, Robinson Julien Laferrière, Simon Prieur Blanc, Léonard de La Servière e con la partecipazione straordinaria di Jörgen Van Rjien.

In occasione del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, sabato 15 luglio (Teatro Romano Volterra, ore 21:30), andrà in scena GAIUS PLINIUS SECUNDUSL’ultimo viaggio di Plinio Il Vecchio, prodotto da TTR  Il Teatro di Tato Russo, drammaturgia Diego Sommaripa e Noemi Giulia Fabiano mise en espace di  Diego Sommaripa, con Rino Di Martino.

Di seguito le schede degli spettacoli della settimana

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13 luglio 2023

Teatro Romano Volterra

ore 21:30

DIDONE

di Roberto Lerici liberamente tratto da Eneide di Virgilio

Produzione Teatro Belli di Antonio Salines

regia Carlo Emilio Lerici

con Francesca Bianco e Eleonora Tosto

alla chitarra Matteo Bottini

Questa nuova produzione del Teatro Belli propone una sorta di spettacolo/concerto dove musica e testo vanno a comporre una drammaturgia sonora di grande impatto.

La musica, creata da Matteo Bottini, rielaborando liberamente arie del ‘600 e del ‘700 per chitarra elettrica e tastiera, costituisce la colonna sonora su cui si esprimono le due interpreti.

Francesca Bianco è Didone, che parla attraverso una composizione tratta da frammenti del IV libro dell’Eneide di Virgilio in parte recitati nell’originale latino e in parte liberamente tradotti da un grande autore come Roberto Lerici, poeta e drammaturgo tra i più importanti del ‘900.

Eleonora Tosto, oltre a dialogare con Didone attraverso il canto, dà voce ad alcuni brani tratti dalla raccolta di Arie Antiche di Alessandro Parisotti. Giganti della musica come Scarlatti, Haendel, Vivaldi, Caldara, Benedetto Marcello ci hanno lasciato alcune arie dalla bellezza struggente. Arie che proprio grazie alla particolarità della rielaborazione sonora acquistano un nuovo significato e una modernità sorprendente.

Passioni e sofferenze così lontane eppure così simili per raccontare il dolore di un abbandono. Un dolore che rimane intatto dopo 2000 anni. Un dolore che ci appartiene e nel quale possiamo riconoscerci.

In questo spettacolo il personaggio di Didone è colto nel momento in cui ha saputo della decisione di Enea, interpretato in voce da Edoardo Siravo, di partire, negando di avere mai fatto alcuna promessa.

“Didone – spiega il regista Carlo Emilio Lerici – come statua dissepolta, reperto affiorato intatto coi suoi frammenti di versi virgiliani, idea della regalità intangibile, e immagine violata e demolita per un’incauta concessione al troppo umano. Didone come Assoluto del sentimento deluso e violenza oltre la ragione, lo stato, il potere, la dignità, e tutto per essere inutilmente persuasiva. Didone come metafora di una separazione più radicale e catastrofica.

In verità nessuno ha mai amato nessuno, se non l’immagine di se stesso, da disegnare e ridisegnare negli occhi altrui, a costo di morire argomentando di città da fondare e di roghi visibili dal mare in cui bruciare per dispetto, o semplicemente morendo, perché necessario.

Ma si prega di leggere solo l’immagine totale, il senso se c’è, è in se stessa, e la ragione è al margine”.

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14 luglio 2023

Teatro Romano Volterra

ore 21:30

LUTETIA TROMBONE QUARTET

Concerto

Raphaël Lèbre, Robinson Julien Laferrière, Simon Prieur Blanc, Léonard de La Servière

con la partecipazione straordinaria di Jörgen Van Rjien

Il Lutetia Trombone Quartet è un quartetto di tromboni che riunisce quattro amici musicisti provenienti dalle più grandi classi di tromboni europee.

È stato a gennaio 2016 che hanno deciso di riunirsi con l’obiettivo di condividere il piacere di suonare insieme, con l’obiettivo anche di rendere popolare il loro strumento e ampliarne il repertorio.

Nel settembre dello stesso anno il Quartetto entra nella classe di musica da camera di Philippe Ferro. Ha ricevuto consigli da diversi grandi nomi di tromboni, come Fabrice Millischer, Remko de Jager, Jacques Mauger e Jorgen van Rijen.

Il Lutetia Trombone Quartet si è già distinto in diversi concorsi dedicati alla musica da camera o al loro strumento. Nell’ottobre 2017 ha vinto il Primo Premio al concorso Centr’ensemble della Città di Parigi. Nel 2018, i quattro amici sono stati vincitori del concorso Cuivres en Nord ad Anor. Hanno poi ottenuto il Primo Premio del Lille National Trombone Quartet Competition presieduto da Michel Becquet nel maggio 2018. Il Quartetto fa parte della selezione 2022 di Young Talents, un’organizzazione la cui missione è promuovere giovani artisti promettenti.

LTQ affronta un repertorio ricco e variegato, fatto di opere originali, ma anche di trascrizioni, che spazia dalla musica barocca alle colonne sonore passando per Beethoven o Gershwin.

Allo stesso tempo, è molto interessato alle creazioni attuali. Nel 2022, il Lutetia Trombone Quartet ha creato Recall In Motion, un brano scritto per loro dalla giovane compositrice estone Anna-Margret Noorhani.

Questa diversità gli ha permesso di esibirsi in molti festival, tra cui Le Son des Cuivres a Mamers (2016 e 2019), il gala del concorso Les Clés d’or (2017), il Festival de Cuivres et Percussions de de Surgères (2017) o il Festival national de Trombone d’Avignon (2018). È regolarmente invitato ad esibirsi in luoghi eminenti della cultura come il Ministère de l’Education Nationale, les Archives Nationales, o anche in cima alla Tour Eiffel durante la celebrazione del suo trecentomilionesimo visitatore.

È nel 2021 che i quattro musicisti iniziano il loro primo tour in Portogallo e Francia, per lanciare la loro carriera internazionale.

Il Lutetia Trombone Quartet è composto da Raphaël Lèbre, Robinson Julien-Laferrière, Simon Prieur-Blanc e Léonard de La Servière.

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15 luglio 2023 

Teatro Romano Volterra

ore 21:30

GAIUS PLINIUS SECUNDUS

L’ultimo viaggio di Plinio Il Vecchio

Produzione TTR  Il Teatro di Tato Russo

drammaturgia Diego Sommaripa e Noemi Giulia Fabiano

mise en espace   Diego Sommaripa

con Rino Di Martino

In occasione del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, lo spettacolo rappresenta un viaggio immaginario attraverso le allucinazioni, le speranze, le proiezioni e gli ultimi respiri dell’autore.

Il paesaggio è un luogo astratto, un limbo, un quadro sospeso, una barca da riparo, che diverrà letto di morte, dove prenderanno vita, tra sogno e realtà, gli elementi fuoco, acqua, aria, terra.

Natura est vita oggi, in piena emergenza climatica, diventa una citazione dal sapore quantomeno sarcastico, ed è proprio con questo sentimento che si racconteranno e verranno raccontati gli elementi, dal loro antico splendore, a tratti barocco e sfavillante, all’attuale stato di dissipamento, in un mondo senza sentimenti verso la natura. La terra, l’acqua, il fuoco, l’aria non sono archetipi immobili ma soggetti dinamici che disegnano, sviluppano e tessono una danza dell’emozione suscitando infiniti piani di riflessione. La vicenda di Plinius, uomo curioso, ora con toni grotteschi, ora tragicomici, si presenta come un viaggio d’amore verso la madre terra.

Dalle pagine della Naturalis Historia emergono chiaramente la personalità e lo spirito di Plinio il Vecchio che, come osserva Italo Calvino, è “animato dall’ammirazione per tutto ciò che esiste e dal rispetto per l’infinita diversità dei fenomeni”. Secondo il filosofo naturalista – non a caso – lo scopo dell’essere umano è quello di vivere in armonia con la natura, non cercare di sopraffarla, poiché essa così come ci dona tutto può anche riprenderselo. È soprattutto l’interesse, il desiderio di vedere e studiare da vicino i fenomeni, anche i più piccoli, che fa dell’opera di Plinio materia per il teatro in cui si rappresenta l’uomo che indaga, capace di stupirsi delle infinite singolarità sia umane che naturali, come un complesso da avvicinare e conoscere. La ricerca del vero, il non accontentarsi del verosimile è il sentimento che emerge da Plinio ed esprime il πάθος per l’universo e i suoi misteri.

Per comprendere il modo di pensare e di agire di Plinio il Vecchio non bisogna tanto parlare della sua vita, quanto riferirsi alla sua morte. Nell’ultimo viaggio verso il Vesuvio Plinio ci accompagna, s’affretta proprio là donde gli altri fuggono. Va dritto con il timone verso il pericolo, così privo di paura da dettare e descrivere tutti i fenomeni del flagello che si compiva davanti ai suoi occhi.

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Responsabile Comunicazione – Ufficio StampaRita Sanvincenti

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