(Foto: Nello Gargiulo sullo sfondo del Museo Nazione di Riad)

Riportiamo di seguito l’opinione di Nello Gargiulo, rappresentante per il Cile nell’ambito del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, in merito alla sconfitta Roma come sede di Expo 2030. Gargiulo si è molto impegnato a sostegno della candidatura italiana, purtroppo sconfitta da Riad, capitale dell’Arabia Saudita.

A Parigi si è realizzata il 28 novembre, la votazione per decidere quale delle tre città in gara raccogliesse la votazione necessaria per essere la sede della expo universale del 2030. La scelta è caduta su Riad, la Capitale dell’Arabia Saudita con una chiara maggioranza dei   181 paesi votanti. Per l’Italia non si pensava un risultato cosi magro: solo 17 voti e per la Corea del Sud 29.  L’ Italia pur avendo un buon progetto centrato nella abitabilità futura delle città non è riuscita a raggiungere questo obbiettivo del 2030 che si univa anche al 2025 con il prossimo Anno Santo rimettendo al centro quella Roma della Storia che vuole anche essere una città moderna. Probabilmente l’esposizione mondiale del 2015 con sede Milano avrà influito sicuramente nell’ orientamento di diversi paesi.

 l’Arabia Saudita da alcuni anni strategicamente pianifica il suo sviluppo come paese che non vuole dipendere solo dal petrolio che continua ad essere la principale fonte di risorsa nazionale.  I governanti dei Monarchi Sauditi con la diversificazione delle attività produttive in atto dovranno dimostrare al mondo come la loro crescita economica sia anche accompagnata da quella della democrazia e dei diritti umani e in questo ambito soprattutto delle donne.  Qui siamo difronte ad un discorso naturalmente che va inserito all’ interno dei tentativi di quel mondo Islamico che è alla ricerca del rinnovamento e quindi come pensare come rapportarsi con il mondo in termini più globali.

 La regione è teatro di conflitti e quindi la stabilità futura rientra nel gioco degli assestamenti che dipenderanno molto dalla dinamica delle guerre in atto e di quanto le volontà della pace si imporranno sulla logica della guerra.

Terminata la competizione ci sarebbe (ma siamo più nella sfera dei sogni) da mettersi insieme per unire i pezzi migliori di ognuno e generare anche nuove fonti di quello sviluppo comune al quale oggi si unisce Il concetto di   Sostenibilità ma ancora carente di assonanze comuni   nelle diverse latitudini.

In Cile per un intero anno ci siamo impegnati con in testa la nostra sede diplomatica   a sostenere la candidatura di Roma. Più in la dei risultati dobbiamo riconoscere che è stata una buona occasione per rafforzare anche i vincoli come comunità italo-cilena che numericamente e come storia ha una sua identità nel paese e per questo l’amicizia Italia-Cile sarà in grado di prescindere dal segno dei governi del momento.