In Italia ci sono cittadini ai quali viene ostacolato la possibilità di godere anche dei più elementari diritti civili. A questi cittadini viene impedito di firmare un contratto, di aprire una partita IVA, di avviare una propria attività, di accedere all’assistenza sanitaria, di presentare una domanda per l’accesso all’edilizia popolare, di iscrivere i propri figli a scuola, di ottenere prestazioni previdenziali e assistenziali spettanti all’INPS e addirittura, e questo è veramente clamoroso, di esercitare il più elementare dei diritti previsti dalla democrazia: IL DIRITTO DI VOTO.

 

Cosa hanno fatto di così grave questi cittadini? Di quali crimini sono accusati? Come mai per loro la Costituzione è solo un optional?

 

Semplice. Non hanno un certificato di residenza. In quasi tutti i Comuni italiani (sia di destra che di sinistra) i cittadini che hanno perso la casa, che dormono sotto i ponti, che vivono nelle macchine, che a rotazione vengono ospitati dagli amici, possono anche essere persone irreprensibili, incensurate, generose, intelligenti, colte, educate, non cambia nulla: per il loro Paese essi non contano nulla. E siccome non possono votare ipso facto non sono neanche appetibili ai movimenti politici.

 

A questo punto, visto l’andamento delle cose, a seguito del crescente numero di disoccupati, divorziati, abbandonati, presto all’esercito di coloro che votano in bianco o che addirittura non vanno a votare (esercito che ormai comprende quasi la metà della popolazione) si aggiungerà una nuova categoria politica: quelli dei senza diritto di voto. Vi sembra una cosa normale?

 

Personalmente (perdonatemi se parlo in prima persona) finché questo problema non troverà una giusta soluzione mi sentirò anch’io per solidarietà con queste persone un cittadino di Serie Z che vive nel più Paese più bello del mondo, più ricco di arte e cultura, con una storia e un passato per molti versi straordinari, ma che ha chiuso con le sbarre le porte ai suoi figli più poveri.

 

Spero tanto che altri giornalisti, avvocati, medici, psicologi, lavoratori in generale e anche movimenti politici si sentano ugualmente cittadini di serie Z. Ovviamente ridare il voto è solo un primo passo. Poi ci sono tutti gli altri diritti primari: il diritto a mangiare, ad avere una casa, a curarsi, a studiare e a elevarsi culturalmente. Solo così, passo dopo passo, potremmo riportare in tempi ragionevoli l’Italia e tutti gli italiani in seria A.