Laureato in ingegneria e scienze economiche, l’Ambasciatore della Francia in Italia, Alain Le Roy, ha presentato le sue credenziali al Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano il 23 febbraio 2012. In precedenza  era stato, tra la altre attività, vice direttore per Asia per le attività esplorazione e produzione presso la compagnia petrolifera Total, vice prefetto del dipartimento di Eure et Loir, vice coordinatore speciale dell’ONU a  Sarajevo, Amministratore regionale dell’ONU in Kosovo e anche direttore degli affari economici e finanziari del Ministero degli Affari esteri francese. In quest’intervista esclusiva rilasciata a Euronews Le Roy espone un quadro complessivo dell’assistenza pubblica  fornita dallo Stato francese alle persone più bisognose, offrendo  molti spunti interessanti anche al dibattito sulla creazione di un nuovo Stato sociale in Europa e in Italia.

Ambasciatore, da tempo il nostro giornale si occupa di problemi sociali in Italia e in Europa. Ci riferiamo soprattutto alle situazioni più estreme. In Francia, ad esempio, che tipo di assistenza alimentare pubblica viene fornita alla persone più povere? Ci sono mense pubbliche?

 

Prima di considerare la natura dell’assistenza alimentare pubblica in Francia, bisogna vedere chi propone tale assistenza. L’aiuto alimentare in Francia è svolto, a vari livelli, da diversi attori, istituzionali, associativi o economici. Le politiche pubbliche contro la povertà e l’esclusione sociale sono prevalentemente affidate allo Stato che definisce linee guida, mentre l’azione operativa è tendenzialmente decentrata agli enti territoriali e al privato sociale. Lo Stato delega a Centri Comunali di Azione Sociale presieduti dal sindaco, una competenza globale nel vasto settore dell’azione sociale.

 

I Centri aiutano e sostengono le fasce di popolazioni più fragili e vengono considerati come il mezzo privilegiato attraverso il quale la solidarietà pubblica, nazionale e locale può realmente esercitarsi. Intervengono infatti nel settore alimentare attraverso varie tipologie di aiuti sociali « diretti », in natura (con cestini, pacchi) o finanziari (con sussidi per le mense, buoni alimentari, aiuti in denaro). I centri permettono pure alla gente di recarsi presso gli alimentari sociali ovvero negozi solidali di prodotti alimentari, o in un ristorante sociale. Questa vasta gamma di aiuti, offerta di fronte all’emergenza di alcune situazioni estreme, permette di dare una risposta precisa e appropriata ad ogni situazione.

 

In aggiunta, vorrei sottolineare la parte svolta dall’Unione europea che tramite il nuovo Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, mette delle derrate alimentari a disposizione delle banche alimentari e delle organizzazioni caritative. Le tre principali reti associative in Francia coinvolte in questo processo sono : le Secours Populaireles Restos du Cœurla Croix Rouge.   In Francia, numerosi comuni hanno aperto dei ristoranti solidali e numerose reti di associazioni offrono un servizio di mense. Ad esempio, Parigi può contare su sette ristoranti solidali in vari quartieri. Ogni ristorante può servire la sera fino a 150 pasti gratuiti. Inoltre, i « Restos du cœur », finanziati per un terzo da denaro pubblico e per due terzi da donazioni private, è la più diffusa rete di mense per i poveri di Francia. Nel 2011, l’associazione ha servito oltre 109 milioni di pasti, a 860 mila beneficiari, grazie alla mobilitazione di 60 mila volontari in tutta la Francia.

 

L’assistenza sanitaria francese prevede delle prestazioni completamente gratuite per i meno abbienti?

 

Lo stato francese offre una copertura sanitaria a tutte le persone che vivono in Francia. In alcuni casi, possono anche beneficiare di programmi speciali per persone in difficoltà finanziarie. Le persone residenti in Francia che non abbiano diritto alle prestazioni in natura dell’assicurazione malattia e maternità possono usufruire di tali prestazioni grazie alla copertura malattia universale (CMU). Significa che le spese mediche sono gratuite se il reddito annuale è inferiore ad un certo tetto.

 

Inoltre, le persone non coperte dal sistema sanitario del paese d’origine e senza i requisiti di base della previdenza sociale francese (che includono l’assicurazione sanitaria), possono usufruire dell’AME, Aide Médicale de l’État (aiuto sanitario dello Stato). Infatti, l’AME assicura una copertura sanitaria di base a tutte le persone straniere che non risiedono legalmente sul territorio francese.   Esistono pure servizi di Pronto soccorso per le emergenze sociale e sanitaria. Ad esempio, Il Samu social rappresenta un insieme di associazioni non governative che aiutano le persone meno abbienti con numero di pronto soccorso e soccorsi gratuiti nei vari dipartimenti per i senza tetto 24 ore su 24.

 

Oggi si parla molto in Italia di introdurre il reddito di cittadinanza. Come viene regolamentata la materia in Francia?

 

Nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, la Francia ha introdotto il reddito minimo garantito, ovvero un programma universale, con regole valide per tutti e condizionato nel senso che le sue regole determinano chi può avere accesso al sussidio e chi no.   Inoltre, è stato introdotto il redditto di solidarietà attiva che spetta a tutti i residenti in Francia da almeno cinque anni, il cui reddito sia inferiore a una certa soglia e la cui età sia compresa tra i 25 anni e l’età pensionabile. Il sussidio è pari a 483 euro per un single senza altri redditi, a 724 per una coppia, a 868 euro per una coppia con un figlio, ecc. Al crescere del reddito da lavoro, il sussidio diminuisce ma il reddito disponibile aumenta, così da non disincentivare al lavoro. Nel 2010, i beneficiari del Rsa sono stati 4 milioni di individui. Queste misure sono finanziate in parte dallo Stato e in parte dal Dipartimento.

 

Un’altra questione molto dibattuta riguarda il diritto allo studio. Molti sostengono che per le fasce più deboli lo studio dovrebbe essere completamente gratuito a tutti i livelli, anche quello Universitario. Inoltre, sono contrari al numero chiuso delle facoltà. I giovani studenti più poveri, dovendo spesso lavorare per mantenersi, avrebbero meno possibilità di entrare in graduatoria rispetto ai giovani più facoltosi. Cosa succede a questo proposito in Francia?

 

In Francia, gli studi universitari sono per lo più molto accessibili nella misura in cui ogni titolare di un diploma di maturià ha il diritto di iscriversi all’università. In termini di costo, gli studi universitari francesi sono quasi gratuiti poiché lo Stato assume la quasi totalità della formazione, ovvero circa 10 000 euro/studente/anno. Quindi è come se ogni studente, qualunque sia la sua nazionalità, ricevesse una borsa che coprisse al 95% le sue spese scolastiche. Una somma irrisoria rimane da pagare (dai 200 ai 300 euro all’anno per un’università pubblica).   Inoltre, per la maggior parte delle facoltà, non vi è nessun numero chiuso per le iscrizioni in primo anno (tranne per la Facoltà di  Medicina dove gli studenti vengono sorteggiati). Poi, per proseguire gli studi da un anno all’altro, non vi è nessuna selezione.

 

Non sul piano giuridico ma su quello pratico in Italia permane un grave problema: molti Comuni ostacolano anche agli italiani e Comunitari che vivono per strada o sotto i ponti il diritto ad avere una Residenza anagrafica, con la conseguenza che queste persone non possono: accedere all’assistenza sanitaria; presentare domanda per l’accesso all’edilizia popolare; iscrivere i propri figli a scuola; firmare un contratto; aprire una partita Iva. Queste persone non possono nemmeno votare (senza la Residenza anagrafica non si può avere la scheda elettorale). Questo problema come viene risolto in Francia? In parole povere, se un clochard va a uno sportello comunale e chiede una residenza anagrafica nella pratica cosa succede?

 

Il diritto di voto di un cittadino non può essere leso a causa delle sue condizioni economiche e sociali. La Francia ha affrontato seriamente questo problema, impedendo alla discrezioanlità di questo o quel comune di decidere del diritto di voto di un libero cittadino. Dal 1998, le persone senza residenza possono eleggere domicilio presso un centro comunale di azione sociale (CCAS) o qualsiasi organismo accreditato dalla Prefettura del loro Dipartimento. La domiciliazione ha permesso a persone disagiate di ricevere la loro posta e di far valere alcuni diritti, in particolare : il rilascio di un documento d’identità e l’iscrizione alle liste elettorali. Inoltre, possono usufruire delle seguenti prestazioni sociali: reddito di solidarietà attiva, assegno per adulto con handicap, sussidi personalizzati per l’autonomia.