L’Ambasciatore Ricardo Neiva Tavares è arrivato Roma circa un anno fa in sostituzione di José Viegas Filho. Dal settembre del 2008 occupava l’incarico di rappresentante della delegazione brasiliana presso l’Unione Europea. Nato a Rio de Janeiro nell’agosto del 1957, è stato dal 2006 al 2008 consigliere del Ministro degli Esteri. In precedenza (dal 2001 al 2006) ha coordinato le organizzazioni economiche e i rapporti con la stampa al Ministero degli esteri brasiliano. Economista, esperto di organismi internazionali, dal 1995 al 1988 è stato anche consigliere presso la missione brasiliana accreditata  presso le Nazioni Unite a New York. Sensibile ai problemi sociali Tavares ha come hobby la musica e. da buon brasiliano, il calcio (risulta che tifi per il Flamengo, la più popolare delle squadre brasiliane). Con Tavares abbiamo esaminato alcuni dei grandi progetti sociali che il Brasile sta portando avanti da alcuni anni e che spesso vengono indicati anche fuori dal Paese come un modello da seguire.

 

Non vi è dubbio che il Brasile è stato uno dei paesi che negli ultimi anni ha tentato con maggior forza di risolvere alcuni problemi basilari della popolazione. Forse è giunto il momento di fare un bilancio di tale politica sociale. Per esempio, che risultati concreti ha raggiunto con il piano ‘Minha casa minha vida‘(La mia casa la mia vita)?

 

Creato nel 2009, il programma “Minha Casa, Minha Vida”, che contempla tanto le aree urbane come le rurali, si pone l’obiettivo di affrontare una delle grandi sfide del Brasile: il deficit abitativo. A tal fine, beneficia le famiglie brasiliane che desiderano acquistare il loro primo immobile e, sul versante rurale, consente l’acquisto di materiale per la costruzione di una casa nuova o la ristrutturazione dell’abitazione.

Dal suo inizio, il programma ha già acquisito più di 3,2 milioni di abitazioni e ne ha consegnate 1,5 milioni. Presenta, inoltre, importanti risultati nell’ambito economico e nella generazione di posti di lavoro. Stimola la catena produttiva dell’industria dell’edilizia, che è intensiva in mano d’opera. Nel 2012, si stima che il programma abbia avuto un impatto dello 0,8% nel PIL del Paese.

Attualmente, il Programma si trova nella sua seconda fase (2011-2014), con la meta di costruire 2 milioni di unità abitative, il 60% delle quale volte a famiglie con basso reddito. Sino alla fine del 2013, è stato raggiunto il 75% di questa meta, con più di 2,7 milioni di unità acquistate e 1,2 milioni consegnate.

 

E con il piano “Fome zero” (Fame zero)?

 

Dalla sua creazione, il programma “Fome Zero” è diventato strategia governativa per orientare le politiche economiche e sociali. La strategia del programma è il risultato dell’identificazione della fame come forma acuta di povertà ed esclusione sociale ed economica. Le azioni del “Fome Zero” e del “Bolsa Família” (Bonus Famiglia), lanciate nel 2003, come pure i programmi “Brasil sem Miséria” (Brasile senza Miseria) e “Brasil Carinhoso” (Brasile Affettuoso), avviati nel 2011 e 2012, ratificano l’impegno del Paese per le politiche sociali a favore dei settori più sfavoriti.

Il “Bolsa Família”, programma di trasferimento diretto di reddito a famiglie in situazione di povertà e povertà estrema, ha compiuto 10 anni nell’ottobre del 2013. Tra il 2003 e il 2013, 36 milioni di brasiliani sono stati sottratti alla povertà assoluta.

Il Piano “Brasil sem Miséria”, lanciato nel 2011, ha costruito, partendo dal Programma “Bolsa Família”, una piattaforma che opera su tre grandi assi: garanzia di reddito, inclusione produttiva e accesso a servizi pubblici. Il Piano si pone l’obiettivo di eliminare la povertà estrema entro la fine del 2014, coinvolge 22 Ministeri e conta sulla partnership di Stati e Comuni brasiliani.

Il “Brasil Carinhoso” ha come obiettivo beneficiare circa due milioni di famiglie con bambini fino a sei anni. Questo intervento, che rientra nel Piano “Brasil sem Miséria”, accentua il trasferimento di reddito e rafforza l’educazione, con aumento di posti negli asili nido e di interventi aggiuntivi nel campo della salute, quali integrazione di vitamine e medicazione gratuita, fra gli altri.

 

Che cosa ha fatto il Brasile nel campo dell’assistenza medica per i più poveri?

 

Il Sistema Unico di Salute (SUS) offre accesso integrale, universale e gratuito all’assistenza in questo campo. Si tratta di una politica pubblica centrale per promuovere l’inclusione sociale e il diritto alla salute, specialmente per la popolazione più sfavorita. A complemento del SUS, il Brasile sta sviluppando una serie di altre politiche.

 

Il Programma “Mais Médicos” (Più Medici), lanciato dalla Presidente Dilma Rousseff, è un esempio dell’iniziativa per ampliare l’assistenza in regioni che soffrono per la carenza di tali professionisti. Il programma si avvia a raggiungere la meta di portare 13 mila medici nelle unità sanitarie di base di oltre 3 mila comuni entro l’aprile del 2014, ampliando l’accesso alla salute a circa 45,6 milioni di brasiliani.

 

Vi sono anche altri programmi, come il “Saúde da Família” (Salute della Famiglia). Creata nel 1993, l’iniziativa raggiunge 103 milioni di persone e opera nella prevenzione delle malattie.

 

Un altro programma importante è quello denominato “Farmácia Popular” (Farmacia Popolare), che amplia l’accesso della popolazione ai medicinali essenziali, venduti a prezzi più bassi rispetto a quelli praticati nel mercato. Dal 2011, il Brasile ha distribuito medicinali a quasi 18 milioni di persone che soffrono di diabete e ipertensione. I medicinali sono disponibili in quasi 30 mila presidi in tutto il Paese. Il programma offre, inoltre, medicinali scontati fino al 90%.

 

In un incontro con altri ambasciatori sudamericani, Lei ha parlato dell’importanza che riveste in Brasile l’innovazione tecnologica. In che misura questa innovazione tecnologica aiuta anche la classe più povera della nazione?

 

Il Governo brasiliano cerca di estendere i benefici dell’innovazione tecnologica alla popolazione meno favorita, tramite l’inclusione produttiva, con l’obiettivo di promuovere l’inserimento con qualificazione nel mondo del lavoro. In tale contesto, è opportuno evidenziale il Programma Nazionale di Accesso all’Insegnamento Tecnico e Occupazione (PRONATEC), che tende a incentivare l’educazione professionale, la ricerca e l’innovazione nel Paese.

 

Nel 2013, il Pronatec ha raggiunto 5,5 milioni di matricole. Offre corsi di specializzazione professionale in vari settori dell’economia, come industria, commercio, servizi, agricoltura e zootecnica. I corsi sono gratuiti, e i beneficiari ricevono vitto, trasporto e tutti i materiali scolastici. Il programma conta su oltre 500 opzioni di specializzazioni, sovvenzionati dal Ministero dell’Educazione e tenuti da diverse istituzioni delle reti federale e statale di educazione professionale, scientifica e tecnologica.

 

C’è qualche cosa che potrebbe essere migliorata o cambiata nei prossimi anni in questi vari piani sociali?

 

I piani sociali brasiliani sono soggetti a costanti perfezionamenti. L’esperienza accumulata in ciascuna di tali strategie consente il continuo miglioramento delle politiche e tecnologie sociali brasiliane, ampliando tanto l’efficacia dei piani quanto il numero di persone beneficiate. In tal senso, si prendano ad esempio le modifiche introdotte dal Piano “Brasil sem Miséria” e “Brasil Carinhoso”.

 

Il “Brasil sem Miséria” ha affrontato il problema di coloro che non ricevevano i benefici ai quali avevano diritto in quanto non erano registrati nel Catasto Unico (strumento che identifica e caratterizza le famiglie con basso reddito). Queste famiglie, costituenti la quota di popolazione più vulnerabile, sono state ora incluse e identificate correttamente nel nuovo programma.

 

Il “Brasil Carinhoso”, a sua volta, ha ampliato il “Bolsa Família”. Il beneficio del programma ha cominciato a essere pagato alle famiglie con almeno un figlio sotto i 15 anni di età, le quali, pur ricevendo il “Bolsa Família”, continuavano a essere in condizioni di estrema povertà. Il “Brasil Carinhoso” ha previsto, inoltre, seguendo il modello di combinare garanzia di reddito con altre misure di sostegno del potere pubblico, politiche a beneficio della prima infanzia nelle aree della salute e dell’educazione. Con le modifiche introdotte, il “Brasil Carinhoso” ha consentito di uscire dalla miseria a più di 16,4 milioni di persone.

 

Lei pensa che il nuovo modello sociale brasiliano potrebbe essere esportato in Europa, soprattutto nei Paesi con maggiori difficoltà economiche in questo momento?

 

È sempre difficile esportare modelli, ma possiamo approfondire la conoscenza sulle esperienze di altre nazioni, in grado di apportare elementi per le sfide dell’intervento pubblico. Ciascun Paese ha la propria realtà, le proprie sfide e il proprio momento storico. Nel caso del Brasile, ciò che si evidenzia è che i sistemi di protezione sociale adottati sin dal 2003, oltre ai benefici intrinseci a favore di un Paese più giusto, sono stati molto importanti per affrontare la crisi finanziaria del 2008. Tali programmi hanno mantenuto sostenibile la domanda interna e consentito al Brasile di superare rapidamente quella crisi e riprendere la via dello sviluppo.

 

Nota: Euronews ha riportato anche una breve riflessione in video dell’Ambasciatore Tavares