Nata in Francia a Toulouse, Veronica Antonelli, di chiare origini italiane per parte di padre, è una nota soprano francese che da qualche tempo ha lanciato con grande successo il programma Monuments Enchantes (Monumenti incantati).  Oltre ad esibirsi in vari teatri del mondo la Antonelli ha deciso di trasformare i luoghi storici in nuovi teatri a disposizione di un pubblico interessato non solo alla storia ma anche alla musica. In questa intervista concessa a Euronews la Antonelli racconta questa esperienza e confessa che Roma potrebbe rappresentare il punto d’arrivo di un progetto nato in Francia ma che s’ispira a tutta la cultura europea.

Lei ha lanciato in Francia un originale programma culturale chiamato Monuments Enchantés. Ci può spiegare in cosa consiste esattamente questo programma?

Con Monumenti incantati vado alla scoperta acustica del nostro patrimonio culturale (cappelle, cattedrali, teatri) e luoghi insoliti (archi, porte, grotte, canyons) attraverso brani musicali lirici e classici.  In questi luoghi io canto senza alcun accompagnamento musicale. Attraverso la mia voce cerco di ridare vita alle statue, di rendere attuale l’incanto della storia, di aumentare la concentrazione del visitatore sulle diverse magie dell’archeologia. Metto, in parole povere, a disposizione dell’arte la più pura delle espressioni umane: la voce.

Quante persone tra artisti e tecnici collaborano a questa iniziativa?

Siamo in due: io e la guida turistica. Archeologia, monumenti, luoghi sacri e canto non hanno bisogno di altro. Non servono effetti scenografici: la bellezza al naturale rimane sempre la più suggestiva.  Noi ci moviamo lungo un itinerario scelto con molta cura, che tiene conto non solo degli eventi storici ma anche delle bellezze acustiche dei monumenti. Quasi sempre i nostri visitatori rimangono, come dire, incantati. E quando mi dicono che ‘faccio vibrare le pietre’, beh, confesso, mi sento quasi nell’Olimpo.

Su quali basi economiche è basato il programma? Ci sono degli sponsor?

Fino ad ora ci siamo limitati a far pagare la visita ai turisti. Tuttavia stiamo già esaminando altre formule che possono variare dai contributi ottenuti dai posti visitati o la partecipazione di sponsor. Sappiamo tutti, infatti, che l’arte e la cultura sono delle ottime chiavi per promuovere gli affari. Sono convinta che anche noi possiamo essere una di queste chiavi.

Lei ha abbinato la lirica all’archeologia, due realtà molto radicate in Italia. Lei non ha mai pensato di trasferire questo programma a Roma o in altre città storiche italiane?

Come si fa a non pensare a Roma e all’Italia. Ho già cantato in Grecia, la culla della civiltà, ma a Roma, una vera città museo, sarebbe il massimo. Non credo che ci possa essere qualcosa di più suggestivo che abbinare la lirica ai grandi monumenti romani. Pensiamo solo al fascino che esercita il Teatro di Caracalla ogni estate per milioni di turisti. Ma qualsiasi hangolo di Roma può trasformarsi in un grande teatro per chi sa vedere, ascoltare e sentire la storia e la musica. Il mio sogno sarebbe di organizzare un tour di alto livello culturale per far conoscere a turisti d’eccezione anche la cosiddetta Roma meno nota e forse proprio per questo ancora più affascinante.