Stefano Schembri

Di Stefano Schembri

Nell’esaminare i possibili sviluppi dei rapporti tra l’Unione Europea e il Mercosur (l’area di libero scambio che dal 1991 unisce Argentina, Brasile, Paraguay. Uruguay e, successivamente, il Venezuela) occorre partire da un punto fermo: l’Europa, soprattutto in questo momento difficile, non può permettersi il rischio di perdere un Continente come l’America Latina al quale non solo è legata da vincoli storici, culturali e sociali ma che oggi sulla scena internazionale rappresenta una delle aree economiche e politiche più dinamiche e in maggiore crescita. In particolare l’Italia non può perdere l’America Latina dove, tra l’altro, vivono oltre 30 milioni d’italiani o oriundi italiani, perché questo Continente ha sempre rappresentato potenzialmente una naturale sponda per il Made in Italy. Ebbene, affinché tutto ciò non avvenga, è fondamentale conoscere innanzitutto l’Accordo Quadro entrato in vigore nel 1995 e che lega l’Unione Europea al Mercosur, in attesa che sia firmato quanto prima l’Accordo di Associazione tra i due blocchi, destinato a quel punto a diventare uno dei più importanti accordi a livello internazionale.

 

L’importanza del Mercosur non è comunque circoscritta ai Paesi membri e ai Paesi che hanno lo Status di membri associati: il Cile (dal giugno 1996), la Bolivia (dicembre 1996), il Perù (dicembre 2003), l’Ecuador (2004) e la Colombia (dicembre 2004). La condizione di membro associato permette di partecipare alle scelte politiche di cooperazione. Per quanto riguarda l’importanza del Mercosur, è sufficiente ricordare che si tratta del quarto blocco economico su scala mondiale, dopo l’Unione Europea, il trattato di libero commercio dell’America settentrionale (accordo Nafta) e l’associazione dei Paesi del sud est Asiatico (Asean).

 

Se poi consideriamo che dalle costole del Mercosur è nato nel 2008 l’Unasur, che ha come obiettivo finale la piena integrazione dei Paesi aderenti al Trattato di Asunción (istitutivo del Mercosur) con la Comunità del Patto Andino (costituito nel 1969 da Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù), nonché con Paesi come la Guyana e il Suriname, si può facilmente intuire come l’auspicato Accordo di Associazione UE-Mercosur rappresenti per l’Europa che, in questo momento, sta attraversando una profonda crisi economica e di sviluppo, una grande porta d’ingresso nell’America del Sud.

 

Purtroppo le trattative per la firma di un accordo di Associazione col Mercosur sono state interrotte per molti anni, più precisamente dal 2004 fino al 2010, periodo nel quale le due parti non si sono praticamente incontrate. Le ragioni sono varie. Da un lato hanno inciso le difficoltà interne di sviluppo del Mercosur. Dall’altro, l’agenda politica europea ha messo in cima alle sue priorità altre questioni ritenute più importanti come il processo di allargamento dell’est europeo, i rapporti mediterranei, la difficile gestione dell’euro, il problema dell’entrata della Turchia, ecc.

 

Nel 2010 a Madrid è stato, invece, deciso di riprendere i negoziati che dovrebbero portare alla nascita di un Accordo di Associazione tra le due Regioni, e che diventerebbe il più grande in assoluto su sfera planetaria, capace di coinvolgere circa 750 milioni di persone. Ma ora le condizioni sono completamente diverse. L’Europa attraversa una fase di grave crisi economica con una crescita vicino allo zero. Per converso, l’America Latina dopo aver superato la pesante crisi degli anni ottanta attualmente è immersa in una fase di sviluppo costante. Quindi si potrebbe quasi affermare che oggi è più l’Europa ad avere bisogno del Mercosur e dell’America Latina che viceversa.

 

Purtroppo, come spesso accade in queste circostanze, non è facile recuperare il terreno perduto e ciò essenzialmente per due motivi. Il primo perché anche gli Stati Uniti stanno compiendo uno sforzo notevole per riacquistare quel prestigio e quell’influenza che per molti decenni hanno esercitato sull’intero Continente americano. Influenza che ha registrato un brusco arresto dopo la caduta dei regimi militari in America Latina negli anni sessanta e settanta e la rinascita della democrazia in tutto il Continente, con il conseguente affermarsi di molti governi di sinistra assai critici verso gli USA (spesso accusati di aver sostenuto i militari golpisti).

 

Il secondo ostacolo per l’Europa coincide con la tendenza dell’America Latina a guardare oltre, verso altre aeree del mondo, ritenute più interessanti per le proprie economie come la Cina, l’India, la Russia e il Sud Africa. Il caso più emblematico è rappresentato dal gigante Brasile che ormai è parte integrante del Gruppo BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) e oltre a mantenere solidi rapporti con il Giappone manifesta grandi interessi per il Sud Africa.

 

E’ questa, in estrema sintesi la nuova realtà con la quale l’Europa deve misurarsi. E in questo contesto non appare azzardato affermare che un eventuale fallimento degli accordi tra l’ UE e il Mercosur può rappresentare anche la definitiva uscita di scena dell’Europa dall’America Latina.

 

Naturalmente sulla strada dei rapporti Europa – America Latina (UE/Mercosur) rimangono ancora molte difficoltà e ostacoli da superare ma le prospettive sono sicuramente interessanti e gli obiettivi certamente ambiziosi. Inoltre, questi rapporti nei prossimi anni potrebbero determinare anche importanti sbocchi professionali per molti giovani europei appassionati e interessati al Continente Latino Americano. Una prospettiva certamente da non sottovalutare, soprattutto nell’attuale difficile contesto economico.

 

Nota. Stefano Schembri è autore del volume ‘Mercosur-UE: Storia e Prospettive di un accordo Intercontinentale.