In Italia non sono in molti a conoscerla. E tra i pochi che la conoscono i più la considerano solo per un aspetto: cioè, quello di essere uno dei paradisi fiscali esistenti in Europa. Eppure, l’isola di Guernsey, in tutto 78 chilometri quadrati al largo della Normandia (a 48 chilometri dalla Francia e 121 dall’Inghilterra) è anche un paradiso naturale, dove la qualità della vita è altissima, l’assistenza sociale e sanitaria tra i più efficienti, il clima ottimo e un luogo ideale per bambini, coppie innamorate e persone anziane (ci si arriva da Londra e altre località inglesi con le compagnie aeree Aurigny e Channel Islands). Pur appartenendo al Commonwealth, la popolazione di Guernsey (circa 65 mila anime) rivendica con orgoglio la propria indipendenza politica e giuridica e, praticamente, non fa nulla per farsi conoscere o per attrarre il turismo, anche se poi si rivela estremamente gentile con tutti i visitatori.

 

E’ bene, però, chiarire subito un punto: Guernsey non è fatta per chi ama le vacanze movimentate, per chi vuole fare i bagni (pur avendo bellissime spiagge l’acqua è fredda anche d’estate) o scalare montagne (non ci sono), per chi va alla ricerca dell’avventura. Senza voler abusare di un termine che potrebbe apparire presuntuoso, quest’isola è fatta su misura per chi ama il turismo intelligente, raccolto, per chi abbina la storia all’amore per la natura, per chi ama riflettere in solitudine o approfondire l’anima del partner, per chi ama scrivere, dipingere o, comunque, scappare dallo stress delle abituali località turistiche. Non a caso qui hanno vissuto e lavorato artisti come Victor Ugo (che nel 1865 ha pubblicato il romanzo ‘Lavoratori del mare’, ambientato nell’Isola) o il grande pittore impressionista Pierre Auguste Renoir, che ha reso famosa in tutto il mondo la suggestiva baia di Brouillard.

 

Altro aspetto interessante: Guernsey è stato l’unico territorio occupato dai tedeschi durante l’ultima guerra mondiale (dal 1940 al ’45). Ovunque sull’isola si possono trovare testimonianze di grandissimo rilievo storico (fortificazioni, depositi d’armi, torri di controllo, cannoni, ecc.). In ogni caso da non perdere il Museo dell’occupazione tedesca (inaugurato nel 1966) e l’enorme Ospedale sotterraneo, costruito da centinaia di lavorati schiavi con circa 800 posti letto (serviva soprattutto per curare i soldati tedeschi feriti sul fronte francese).

 

Ma a Guernsey ci sono tanti altri luoghi da visitare, sempre in forma rilassata, senza file, senza problemi di parcheggio, senza l’assillo di una folla interessata solo a guardare e non a vedere. Oltre al movimentato porto, dove ha luogo ogni domenica un suggestivo mercatino senza roba cinese ma solo curiosi prodotti artigianali, è possibile passeggiare attraverso ordinatissimi parchi, fare una partitella a Golf su uno splendido prato inglese, ammirare le famose mucche di Guernsey (che non hanno proprio nulla da invidiare alle cugine svizzere), visitare l’Aquarium, assaporare il rinomato stufato Guernsey Jar Bean (ingredienti principali: fagioli bianchi, burro, stinco di maiale e manzo), o il Guernsey Gache, un pane speciale fatto con uva passa, uva sultanina e scorze miste. Da visitare, inoltre, l’originalissima cappella Les Vauxbelets, colorata da centinaia di variegati mosaici. E se poi c’è ancora un po’ di tempo è consigliabile visitare anche le suggestive isole di Herm, Jethou e Lihou.

 

Ma che fine farà questo paradiso naturale in un momento in cui in tutto il mondo e, soprattutto in Europa, si sta cercando di eliminare i paradisi fiscali?

 

Certo, se un giorno Guernsey non potrà più contare sulle grandi banche e assicurazioni che contribuiscono per il 32% al reddito totale, consentendo un reddito pro-capite di ben 42 mila sterline (uno dei più alti del mondo), la situazione comincerà a farsi complicata. Difficilmente i data center, il gioco d’azzardo elettronico internazionale presente sull’isola, l’orticoltura (soprattutto pomodori e fiori recisi, in particolare fresie) e il turismo potranno compensare le entrate derivanti dallo status di grande centro off-shore. Ma questa, per ora, è ancora un’altra storia.

 

Nota: Per vedere su Euronews il video ‘Guernsey: l’Asso nella Manica’ andare su Videomondo n. 20 (in alto a destra)