La mappatura completa di 5.627 ‘Città di Età Romana’ (ben 2.433 sono di maggiore entità); analisi dettagliata dei commerci e mercati durante l’Impero; conoscenza più approfondita dei rapporti di Roma con l’Asia, in particolare con l’India: questi i principali obiettivi perseguiti dal Progetto ‘Città di Età Romana’ elaborato e presentato dall’Istituto Mercati Internazionali. Questo Progetto, che ha coinvolto per due anni un gruppo di ricercatori specializzati in storia romana, è stato lanciato nel 2010 presso il Museo della via Ostiense di Roma (vicino alla Piramide e al centro del complesso delle Mura Aureliane), in occasione di un Seminario sull’India, al quale hanno partecipato oltre a diplomatici e studiosi, una settantina di imprenditori. L’iniziativa è stata promossa dalla Federazione delle Imprese Esportatrici e Importatrici (FIEI), in collaborazione con l’Air France-KLM (in particolare la divisione cargo).

 

 

Il Progetto ha messo in evidenza come le Città Romane rappresentino un grandissimo, se non il più grande, patrimonio culturale capace di unire tutti i popoli europei e mediterranei. Infatti, è stata proprio la presenza delle Città di Età Romana in gran parte dei territori dell’Occidente e dell’Oriente (così come nel nord e nel sud del Continente), a consentire che vaste regioni conoscessero una rapida urbanizzazione, ponendo le premesse e le basi per la nascita dell’Europa e dei suoi ingenti commerci. Questa presenza romana, è bene ricordarlo, ha registrato la sua massima espansione al tempo di Traiano (98-117 d.C.) e riguarda più di 55 Stati moderni Europei e del Mediterraneo.

 

Il Progetto si è soffermato,  inoltre, su alcune interessanti osservazioni dal punto di vista economico. E’ stato rilevato, ad esempio, che il prossimo avvio operativo della ‘Zona di libero scambio doganale’ tra l’Unione Europea ed i Paesi del Mediterraneo e successivamente del ‘Golfo Arabico’, rispecchia fedelmente il perimetro geografico dei liberi commerci del Mondo Romano.

 

Il completamento del Progetto rappresenta, comunque, solo il primo traguardo di una serie di nuove iniziative che vedranno sempre il Museo della via Ostiense (ribattezzato simbolicamente dalla FIEI la ‘Porta del Commercio Internazionale) protagonista assoluto come centro di studi, ricerche ed esposizioni. Tra queste iniziative figura anche la creazione del ‘Museo Diffuso di Roma e del Mondo Romano per il Commercio Internazionale’ specializzato nella ricostruzione storica e visiva dell’Antica Rete del Commercio Internazionale delle ‘Città di Età Romana’. Nell’ambito di questo Museo  verranno messe a confronto le odierne Reti stradali, marittime, fluviali e portuali con quelle del Mondo Romano. Il tutto, naturalmente,  con uno sguardo sul futuro: nella proiezione degli scambi futuri sono state analizzate non solo le Reti dei trasporti aerei tutto cargo ma anche le ‘Reti immateriali telematiche’ legate alle transazioni commerciali elettroniche.

 

Da rilevare, inoltre, che il Progetto dell’Istituto Mercati Internazionali (aderente alla FIEI) non si è fermato ai rapporti tra Roma e gli attuali stati europei e del Mediterraneo. La ricerca ha cercato di approfondire anche i legami tra Roma e l’Asia, in particolare l’India. Anche in questo caso lo spunto è stato preso da un’interessante mostra organizzata dalla FIEI (durata ben sei mesi) presso il Museo della Via Ostiense intitolato significativamente: ‘India-Antica Roma: Export Import. Passato, Presente, Futuro’ e che ha permesso di identificare ben 40 ‘Empori Romani’ localizzati in Stati del Vicino, Medio ed Estremo Oriente asiatico, al di fuori dei confini del ‘limes’ romano.

 

In conclusione possiamo affermare che la valenza del Progetto ‘Città di Età Romana’ può essere declinata dal punto di vista politico, economico e turistico. Per quanto riguarda l’aspetto ‘politico’, non v’è dubbio che la valorizzazione delle comuni radici storiche rappresenta una carta fondamentale per avvicinare le popolazioni martoriate e coinvolte nelle ‘Primavere arabe’; dal punto di vista ‘economico’ è evidente che il fattore ‘comunanza culturale’ costituisce un’eccellente chiave per le imprese italiane interessate ai mercati del Mediterraneo e dell’Asia; infine, dal punto di vista turistico, l’elaborazione di un grande piano capace di coinvolgere appassionati, studiosi o semplici fruitori di un turismo culturale, oltre a rivitalizzare una delle industrie fondamentali della nostra economia esprime un’arma molto efficace per combattere l’abbandono e il degrado di buona parte del nostro immenso patrimonio culturale.

Maurizio Miranda

Presidente FIEI                                                                                                                                             fiei.fedexportimport@libero.it