“Uno dei miei compiti principali a Roma è di promuovere le relazioni economiche e turistiche tra l’Italia e l’Indonesia”. A parlare è August Parengkuan, nuovo Ambasciatore indonesiano a Roma. Da precisare che Parengkuan non è un diplomatico di carriera ma uno dei più noti giornalisti asiatici e quindi un grande esperto di comunicazione. Un’esperienza che ora cerca di mettere a servizio delle relazioni tra i due Paesi. In questo contesto si colloca l’incontro che Euronews ha avuto insieme ad altre testate giornalistiche con l’Ambasciatore e tutto il suo staff diplomatico nell’ambito dell’Ambasciata. Ma ecco, in estrema sintesi, quello che l’Ambasciatore ha espresso nel suo discorso alla stampa italiana.

 

Con una popolazione di 242 milioni di persone l’Indonesia rappresenta il quarto mercato consumatore del mondo. Solo nella Capitale Jakarta vivono 10 milioni di persone, soprattutto giovani. Attualmente l’Indonesia cresce a un ritmo del 6,5%, nonostante la crisi internazionale. La produzione industriale è aumentata nell’ultimo anno del 5,2%. L’Indonesia è il più grande mercato del Sud est asiatico con una popolazione che per il 50% ha un’età inferiore ai trent’anni. Altro dato interessante: attualmente la classe media corrisponde a poco meno del 70% della popolazione (nel 2003 era del 37,7%).

 

La bilancia commerciale dell’Indonesia è praticamente in pareggio. Le esportazioni indonesiane ammontano, infatti, a 174 miliardi di dollari mentre le importazioni sono circa 176 miliardi. Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, nei primi dieci mesi del 2012 l’Indonesia ha esportato per 1.884 milioni di dollari e importato per 1.238. Attualmente l’Italia è il quindicesimo partner commerciale dell’Indonesia e il quarto in Europa (dopo Olanda, Germania e Spagna).

 

Ma perché è conveniente venire in Indonesia?

 

Per l’Ambasciatore, innanzitutto perché le prospettive dell’economia indonesiana sono molto promettenti. Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale, infatti, nel 2030 l’Indonesia sarà la sesta economia del mondo, dopo Cina, Stati Uniti, India, Brasile e Giappone (attualmente si trova al nono posto). In questo momento il Governo di Jakarta è, inoltre, impegnato con un interessante Masterplan che punta a incoraggiare gli investimenti in 22 settori, a promuovere e sviluppare le autonomie e a potenziare le risorse umane, le scienze e la ricerca tecnologica.

 

Per l’Ambasciatore ci sono, in sintesi, quattro motivi principali per venire in Indonesia:  primo, il basso costo del lavoro (il salario minimo è di 229 dollari); secondo, il grande mercato interno (rappresenta il 70% del Pil totale), terzo, ci sono enormi riserve di Energie e Risorse Naturali; quarto, l’assoluta certezza giuridica per gli affari e investimenti esteri.

 

Da registrare che nei primi nove mesi del 1012 l’Italia ha investito per 17,4 milioni di dollari. Tra i principali investitori figurano: Enel, Il Ponte di Archimede, Eni, Saipem, Perfetti, Ocrim, Iveco, Fiat, Piaggio, Pirelli, Coeclerici, Fincantieri, Finmeccanica, Trevi, Mastrotto.

 

Altro dato interessante: nel 2012 i turisti stranieri che hanno visitato l’Indonesia sono stati oltre 2 milioni. Di questi circa 45 mila erano italiani, che praticamente hanno visitato l’intero Paese (in Indonesia le mete turistiche sono, infatti, infinite). “Ma noi non ci accontentiamo di questi dati”, ha concluso l’Ambasciatore, “perché riteniamo che potenzialmente la presenza italiana potrebbe aumentare sensibilmente nei prossimi anni. Ed è proprio per raggiungere questo obiettivo che stiamo lavorando intensamente in Ambasciata”.