Maurizio Miranda

 

Di Maurizio Miranda

Con l’avvio del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per gli anni 2014-2020 (che attraverso il Programma EUROPA CREATIVA assegna alla cultura e all’industria creativa 1,8 miliardi di euro), è l’intero sistema-paese che deve ripensare le strategie di politica economica per una nuova qualità della crescita.

 

Recenti studi, infatti, hanno evidenziato che le industrie culturali e creative rappresentano circa il 4,5% del PIL dell’UE e il 3,8% dell’occupazione ed equivalgono a 8,5 milioni di posti di lavoro diretti (e molti di più se si considerano le ricadute in altri settori).

 

A livello nazionale la cultura frutta al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta equivalente a quasi 76 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 1,4 milioni di persone, ovvero al 5,6% del totale degli occupati, con un peso specifico assai superiore al settore primario o alla meccanica.

 

‘L’indicazione di porre la cultura al centro delle politiche di sviluppo è supportata anche dai più recenti studi promossi dal Parlamento Europeo che hanno anche suggerito di considerare la cultura come dimensione trasversale e integrata a tutte le altre politiche di coesione che possono contare su risorse molto più significative, arrivando a circa 380 md di euro’.

 

L’obiettivo è di fornire un contributo a tutti i policy-makers, ai diversi livelli istituzionali, per introdurre nelle politiche pubbliche le straordinarie potenzialità della cultura anche a sostegno della coesione sociale.

 

‘E’ indispensabile, a livello nazionale, un più stretto coordinamento tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e il Ministero dello Sviluppo Economico e, a livello europeo, l’inserimento della cultura nelle priorità strategiche del nuovo programma dei fondi comunitari 2014-2020’.

 

Le città e i territori saranno i protagonisti di queste nuove sfide, accanto ad una maggiore consapevolezza dell’intera classe dirigente, pubblica e privata, del ruolo della cultura nelle politiche di sviluppo (si veda la best practice europea di pianificazione strategica a base culturale rappresentata dalle Capitali Europee della Cultura e che interesserà il nostro Paese nel 2019).

 

Sarà necessario introdurre strumenti di ingegneria finanziaria che favoriscano la progettualità integrata tra pubblico e privato e tra i diversi livelli istituzionali. ‘A questo riguardo sarebbe importante la creazione di un Fondo per la progettualità culturale in grado di qualificare l’azione delle Amministrazioni Pubbliche nell’immaginare nuovi percorsi di sviluppo basati sulla valorizzazione integrata dello straordinario e diffuso patrimonio culturale dell’Italia’.