Di Rainero Schembri 

Milanese trapiantata sul lago di Bracciano (ad Anguillara Sabazia, alle porte di Roma), sposata con un figlio quindicenne, abbastanza timida anche se molto gioviale, sono ormai vent’anni che il grande soprano Amarilli Nizza calca i palcoscenici dei più importanti teatri lirici del mondo. La musica, del resto, fa parte del suo corredo familiare: trisnipote del soprano Medea Mei Figner (famosa agli inizi del secolo scorso), Amarilli ha iniziato da bambina lo studio del pianoforte e poi del canto con la nonna Claudia Biadi.

Nel 1992, giovanissima, ha vinto il concorso “Mattia Battistini” e debuttato al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, quale protagonista nella Madama Butterfly. Quest’anno, invece, ha già cantato, tra le altre opere, Aida e Nabuco all’Arena di Verona e Madama Butterfly al Liceo di Barcellona. I prossimi appuntamenti in calendario prevedono Machbeth a Dresda, Nabuco a Lipsia e I due Foscari ad Amburgo.  Ma più che di lei e della sua formidabile carriera abbiamo voluto affrontare con Amarilli Nizza le cause del difficile momento attraversato dalla lirica, cioè, della più tipica espressione artistica italiana. Con questa intervista Euronews inizia anche un’inchiesta sul futuro della lirica in Italia.

 

Ai vari concorsi lirici italiani cresce notevolmente la presenza di artisti stranieri, soprattutto asiatici. e’ possibile che rischiamo di essere in breve surclassati anche in un’arte tipicamente italiana?

 

Certamente e’ un dato di fatto che il nostro paese sia a rischio di estinzione un po’ in tutte le sue tipicita’. non esistono politiche di tutela e valorizzazione dei nostri ‘gioielli’ e la lirica, che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello, viene spesso relegata a ruolo di cenerentola dello spettacolo. Opere poco trasmesse in tv e rigorosamente di notte, assenza di programmi scolastici incentrati sulla storia della musica, scarsi contributi economici atti a valorizzare nel mondo gli artisti italiani.

 

E’ chiaro che di fronte a tutto ciò predomineranno quei paesi i cui governi rivolgono tanta attenzione alla valorizzazione della musica classica.

 

Ormai la corruzione, l’incompetenza, i favoritismi sono all’ordine del giorno un po’ ovunque. In che misura anche il mondo della lirica è afflitto da questi mali?

 

Nella stessa identica misura di tutti gli altri ambienti suppongo. Gli ambiti lavorativi non cambiano e le logiche di palazzo sono estese a un malcostume degenerante che ricopre tutto senza distinzione di nazionalità, categoria o quant’altro. Dove circolano interessi e denaro si innescano certi meccanismi. per fortuna non sempre e non ovunque.

 

C’è qualcosa che dovremmo imparare nella gestione degli enti lirici stranieri?

 

La capacita’ di coprodurre tanto e di tanto riproporre le opere giò prodotte facendo sì che ci possa essere spettacolo ogni sera, offrendo una grande varietà di titoli e di interpreti, senza che i biglietti costino cifre esorbitanti, dando così l ‘opportunità allo spettatore di poter andare a teatro ogni sera se decide.

 

Si sa che la bellezza aiuta in tutti i campi e lei è sicuramente una delle più belle cantanti liriche. Questo fatto le ha creato anche dei problemi, soprattutto a inizio carriera?

 

Problemi no. Ho dovuto solo combattere una certa diffidenza nei confronti della mia magrezza . qualcuno pensava che senza un sostegno lipidico non sarei stata in grado di sostenere certi ruoli, che invece si affrontano con la muscolatura…

 

Andando nei teatri lirici italiani si vedono sempre meno giovani. come pensa che si possa recuperare questo pubblico?

 

Partendo dalle scuole. introducendo l’ora di storia della musica nei licei, abituando i ragazzi all’ascolto fin da piccoli, portandoli a teatro nell’arco dell’anno facendoli assistere alle rappresentazioni più divertenti.

 

Lei è favorevole ad ambientare la scenografia delle opere ai giorni nostri o ritiene che certe forzature rischiano di creare più danni che bene?

 

Sono assolutamente favorevole alla diversificazione dell’offerta.Bisogna creare sempre qualche cosa di nuovo e interessante da proporre al pubblico, affiancandolo alla più bella ed  elegante tradizione. Una sera il tecnologico, una sera velluti e tele dipinte. Un po’ di tutto purché’ fatto con grande sapere e maestria.

 

Qual è l’opera che predilige cantare in assoluto?

 

Prediligo i ruoli da guerriera: Abigaille, Lady Macbeth, Odabella e Aida, affiancandoli ai ruoli più umani e veri pucciniani: Madama Butterfly, Suor Angelica, Tosca, Manon Lescaut.

 

Qual è il suo sogno nel cassetto?

 

Il mio vero sogno è quello di vedere le cose che funzionano davvero intorno a me. Poter gioire del fatto che il genere umano prenda consapevolezza dei valori veri e importanti da portare avanti abbandonando la vocazione al denaro, al materialismo e alle futilità accessorie di cui nessuno di noi ha bisogno. Questo sogno spero davvero possa cominciare a realizzarsi.